Oggi la messa di insediamento di Papa Leone XIV, presenti anche Vance e Zelensky: il Vaticano tesse la pace

Una Roma blindata si prepara ad accogliere le 156 delegazioni da ogni parte del mondo a piazza San Pietro per la messa di insediamento di Papa Leone XIV. Una costellazione di capi di Stato e di governo, sovrani regnanti e principi ereditari. Se tre settimane fa, al funerale di Papa Francesco, l’immagine che fece il […] L'articolo Oggi la messa di insediamento di Papa Leone XIV, presenti anche Vance e Zelensky: il Vaticano tesse la pace proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 18, 2025 - 10:10
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Oggi la messa di insediamento di Papa Leone XIV, presenti anche Vance e Zelensky: il Vaticano tesse la pace

Una Roma blindata si prepara ad accogliere le 156 delegazioni da ogni parte del mondo a piazza San Pietro per la messa di insediamento di Papa Leone XIV. Una costellazione di capi di Stato e di governo, sovrani regnanti e principi ereditari. Se tre settimane fa, al funerale di Papa Francesco, l’immagine che fece il giro del mondo fu il faccia a faccia nella Basilica vaticana di Donald Trump e Volodymyr Zelensky, anche stavolta il Vaticano può diventare cruciale protagonista delle trame per la pace in Ucraina. Con la speranza e l’intenzione che eventuali incontri fra capi-delegazione possano servire a far fare passi avanti. Nei giorni scorsi il nuovo Pontefice ha garantito il massimo sforzo della Chiesa affinché cessino le violenze. E solo due giorni fa, seguendo il solco tracciato da Bergoglio, Prevost ha ribadito l’auspicio di una pace duratura “soprattutto in Ucraina e in Terra Santa.

Oggi Robert Francis Prevost per la prima volta a bordo della papamobile passerà lungo via della Conciliazione per salutare fedeli, pellegrini e rappresentanti delle confraternite. Oltre la messa di incoronazione del pontefice, l’attenzione sarà tutta sui politici presenti in piazza San Pietro. La contemporanea presenza del vice presidente J.D. Vance a capo della rappresentanza Usa e del presidente ucraino Volodymir Zelensky offre la possibilità non solo di un “secondo round” dell’iconico colloquio con Trump del 26 aprile, ma anche di un’integrazione e sviluppo del deludente vertice in Turchia, disertato dallo stesso Trump e da Vladimir Putin, che lo stesso segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha definito dall’esito “tragico”. In sostanza un’occasione persa. E sempre Parolin, per quanto riguarda l’Ucraina, non ha mancato in questi giorni di ribadire la volontà – poi confermata direttamente da Papa Leone XIV – di “mettere a disposizione il Vaticano” per incontri diretti tra le parti, o comunque per momenti facilitatori di negoziati.

Oggi potrebbe esserci la grande occasione, con una diplomazia vaticana sempre pronta a fare la sua parte. D’altronde, tra i presupposti espressi da Papa Leone in questo suo avvio di pontificato, spiccano quelli della pace, del dialogo, del “costruire ponti”. “Farò ogni sforzo per la pace. Dialoghiamo, negoziamo: la guerra non è mai inevitabile”, ha detto due giorni fa incontrando in Sala Nervi i rappresentanti delle Chiese orientali. Il Vaticano, vista domani l’assenza di Trump, non ha nascosto che si stesse lavorando a un faccia a faccia tra il Pontefice e il vice presidente cattolico J.D. Vance. Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, prima di incontrare il cardinale Matteo Zuppi, inviato del Vaticano per l’Ucraina, ha inoltre accolto la proposta avanzata da tempo dalla Santa Sede di diventare una possibile sede per i colloqui di pace. E si è detto grato alla Santa Sede “per gli sforzi di lunga data sugli scambi di prigionieri e l’impegno nell’aiutare i bimbi ucraini a tornare a casa”.

Riguardo a Zelensky, sarebbe disponibile incontrare “ogni altro leader mondiale” presente per tenere “colloqui“, ha riferito il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak. Le condizioni per discutere ci sono, per quanto a rappresentare la Russia, come già avvenuto per i funerali di Francesco, ci sia solo la ministra della Cultura Olga Liubimova. La delegazione italiana vedrà nella prima fila il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Accanto siederanno le delegazioni peruviana e statunitense, le due nazioni di cui Robert Francis Prevost ha la cittadinanza. La celebrazione, con la quale il Papa eletto inizia ufficialmente il suo ministero, sottolinea in particolare la dimensione “petrina” di Pastore della Chiesa cattolica. Tra i momenti particolari della complessa liturgia, il “rito dell’obbedienza”.

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