Nucleare: la Cina ha appena acceso il primo reattore al torio al mondo che potrebbe cambiare tutto

Nel cuore arido del deserto del Gobi, tra le dune e il silenzio, la Cina ha scritto una nuova pagina nella storia dell’energia pulita. È stato infatti acceso il primo reattore nucleare al mondo alimentato a torio e sali fusi, una tecnologia sperimentale che promette di ridurre drasticamente i rischi dell’energia atomica tradizionale. Si chiama...

Apr 22, 2025 - 18:58
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Nucleare: la Cina ha appena acceso il primo reattore al torio al mondo che potrebbe cambiare tutto

Nel cuore arido del deserto del Gobi, tra le dune e il silenzio, la Cina ha scritto una nuova pagina nella storia dell’energia pulita. È stato infatti acceso il primo reattore nucleare al mondo alimentato a torio e sali fusi, una tecnologia sperimentale che promette di ridurre drasticamente i rischi dell’energia atomica tradizionale. Si chiama TMSR-LF1, si trova nei pressi della città di Wuwei, nella provincia di Gansu, e rappresenta un grande passo avanti verso una produzione energetica più sostenibile, sicura e priva di emissioni climalteranti.

Come funziona il reattore cinese a sali fusi e torio: energia pulita, pressione atmosferica e rifornimento continuo

Questo reattore sperimentale ha una potenza termica di 2 megawatt e non assomiglia per nulla ai grandi impianti nucleari a cui siamo abituati. Funziona grazie a una miscela liquida chiamata FLiBe, composta da fluoruro di litio e fluoruro di berillio, in cui sono disciolti torio e uranio HALEU (a basso arricchimento ma ad alta concentrazione). Il tutto avviene a pressione atmosferica, il che significa senza bisogno di contenitori ad alta pressione, con un impatto positivo sia sulla sicurezza che sull’ambiente.

Un altro elemento innovativo è la presenza di grafite nucleare, che rallenta i neutroni durante la reazione a catena, rendendo il processo più controllabile ed efficiente. Il reattore ha raggiunto la fase critica nell’ottobre del 2023, ha avviato la produzione completa nel giugno 2024, e, cosa ancora più sorprendente, nell’ottobre 2024 è stato rifornito di combustibile senza mai spegnersi. Una procedura estremamente complessa, che pochissimi impianti al mondo possono eseguire, e che testimonia l’elevato livello tecnologico raggiunto.

Una visione di lungo periodo: la Cina investe nel torio da decenni e ora punta ai piccoli reattori modulari

Non si tratta di un esperimento improvvisato. La Cina studia i reattori al torio fin dagli anni ’70, ma è dal 2011 che l’interesse si è concretizzato in un programma di ricerca strutturato, avviato dalla Chinese Academy of Sciences. Il progetto è guidato dallo scienziato Xu Hongjie, che ha rielaborato vecchi studi statunitensi degli anni ’60, aggiornandoli e portandoli oltre, grazie a investimenti pubblici e una forte spinta all’innovazione.

E non finisce qui: entro il 2029 è prevista la realizzazione di un reattore più grande da 60 megawatt termici, capace di generare 10 megawatt di elettricità e idrogeno. Dal 2030, poi, la Cina intende commercializzare piccoli reattori modulari (SMR) da almeno 100 MW elettrici, da installare soprattutto nelle aree interne del Paese, ma anche nei Paesi partner della Belt and Road Initiative.

I benefici ambientali dei reattori al torio: meno scorie, più sicurezza e nessuna proliferazione nucleare

Ma perché tutto questo entusiasmo per il torio? Innanzitutto perché è molto più abbondante dell’uranio: è presente in quantità maggiori nella crosta terrestre e può quindi garantire una disponibilità più duratura nel tempo. Inoltre, questo tipo di reattore produce meno scorie radioattive a lunga durata e, grazie al suo design a sali fusi, è praticamente immune al rischio di fusione del nocciolo, una delle paure principali associate all’energia nucleare.

C’è poi un altro aspetto importante: i sottoprodotti generati da questi reattori sono poco adatti alla costruzione di armi nucleari, un punto cruciale per la sicurezza internazionale. In sintesi, la tecnologia del TMSR-LF1 rappresenta una svolta strategica e ambientale, offrendo un’alternativa più sicura e sostenibile rispetto ai reattori convenzionali.

Con il debutto di questo impianto, la Cina manda un segnale forte e chiaro: l’energia nucleare del futuro può essere più pulita, meno pericolosa e non necessariamente legata all’uranio. Una sfida che potrebbe cambiare per sempre il panorama energetico globale.

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Fonte: SCMP

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