Mombak, la startup che riforesta l’Amazzonia attirando capitali e attenzione globale

In Amazzonia, dove spesso le notizie parlano di incendi e deforestazione, c’è una startup brasiliana che lavora in direzione opposta: si chiama Mombak, è stata fondata nel 2021 e ha l’ambizione – e ora anche i mezzi – per trasformare aree degradate in foresta pluviale viva e biodiversa. Con un nuovo finanziamento da 30 milioni...

Mag 2, 2025 - 12:14
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Mombak, la startup che riforesta l’Amazzonia attirando capitali e attenzione globale

In Amazzonia, dove spesso le notizie parlano di incendi e deforestazione, c’è una startup brasiliana che lavora in direzione opposta: si chiama Mombak, è stata fondata nel 2021 e ha l’ambizione – e ora anche i mezzi – per trasformare aree degradate in foresta pluviale viva e biodiversa. Con un nuovo finanziamento da 30 milioni di dollari, guidato dal fondo statunitense Union Square Ventures, Mombak punta ad accelerare la sua espansione e rendere la rimozione del carbonio un motore economico tanto quanto ecologico.

Il modello di Mombak è chiaro: convertire pascoli e terreni agricoli in ecosistemi amazzonici attraverso la piantumazione di specie autoctone, e vendere i crediti di carbonio generati a grandi aziende globali desiderose di compensare volontariamente le proprie emissioni. Non si tratta quindi solo di riforestazione, ma di rigenerazione ambientale con un impatto misurabile e monetizzabile.

In meno di quattro anni, l’azienda ha già piantato 5 milioni di alberi e gestisce 45.000 acri di terra – un’estensione tre volte quella di Manhattan. L’obiettivo a breve termine è raggiungere gli 8 milioni di alberi entro l’estate, segno di una crescita che si allinea con le ambizioni del settore: quello della rimozione del carbonio, oggi considerato strategico per il futuro del clima globale.

Il successo di Mombak non è un caso isolato. In Brasile stanno emergendo diverse realtà, come Biomas e re.green, che attraggono investimenti consistenti. A rendere il Paese particolarmente attraente è la presenza dell’Amazzonia, uno degli ecosistemi con maggiore potenziale di assorbimento della CO₂. Ed è proprio questo capitale naturale che Mombak punta a valorizzare, trasformandolo in leva di sviluppo sostenibile.

Il mercato risponde: Google, Microsoft, Meta e la scuderia McLaren hanno già siglato accordi per l’acquisto di crediti da progetti di rimozione brasiliani. Mombak, da parte sua, ha firmato contratti per un valore di 150 milioni di dollari e prevede di quadruplicare questa cifra entro l’anno. Complessivamente, dalla sua nascita, ha attratto 200 milioni di dollari in investimenti.

Per Gabriel Silva, co-fondatore della startup, questa nuova fase segna il passaggio da promettente iniziativa a impresa di scala industriale. “Crediamo che la rimozione del carbonio sarà una delle industrie determinanti del XXI secolo”, conferma Andy Weissman di USV. Se così sarà, la sfida non sarà solo riforestare ettari, ma creare fiducia in un mercato ancora giovane e garantire che ogni credito di carbonio rappresenti un cambiamento reale e duraturo.

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