Libertà di stampa: l’Italia arretra nella classifica di Reporters sans Frontières

lentepubblica.it Nel 2025 l’Italia scivola dal 46° al 49° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa redatta annualmente da Reporters sans Frontières (RSF). Un segnale allarmante che riflette le crescenti pressioni cui sono sottoposti i giornalisti, tra minacce, censure e attacchi all’indipendenza dell’informazione. Libertà di stampa in Italia sotto attacco: per la classifica di Reporters […] The post Libertà di stampa: l’Italia arretra nella classifica di Reporters sans Frontières appeared first on lentepubblica.it.

Mag 5, 2025 - 08:37
 0
Libertà di stampa: l’Italia arretra nella classifica di Reporters sans Frontières

lentepubblica.it

Nel 2025 l’Italia scivola dal 46° al 49° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa redatta annualmente da Reporters sans Frontières (RSF).


Un segnale allarmante che riflette le crescenti pressioni cui sono sottoposti i giornalisti, tra minacce, censure e attacchi all’indipendenza dell’informazione.

Libertà di stampa in Italia sotto attacco: per la classifica di Reporters sans Frontières la colpa è di criminalità, estremismi e pressioni politiche

A ostacolare il lavoro dei cronisti non sono soltanto i metodi intimidatori della criminalità organizzata, in particolare nel Mezzogiorno, ma anche l’azione di gruppi estremisti violenti. Un ulteriore motivo di preoccupazione è rappresentato dalle iniziative legislative promosse dal governo, come la cosiddetta “legge bavaglio”, che impedisce la pubblicazione degli atti relativi alla custodia cautelare fino al termine dell’udienza preliminare. Una misura che, insieme all’abuso delle querele temerarie (le cosiddette SLAPP), rischia di soffocare la libertà di cronaca, in particolare nei casi giudiziari più delicati.

Un panorama mediatico ricco, ma fragile

Il sistema dell’informazione in Italia si distingue per la varietà dell’offerta: accanto alla televisione pubblica e a numerose emittenti private, trovano spazio quotidiani di rilievo come Corriere della Sera e La Repubblica, settimanali storici come L’Espresso e Famiglia Cristiana, e una moltitudine di siti d’informazione. Tuttavia, questa ricchezza editoriale è sempre più minacciata da problemi strutturali e da concentrazioni proprietarie che ne compromettono l’indipendenza.

Condizionamenti e autocensura

In un contesto in cui le pressioni esterne sono frequenti, molti professionisti dell’informazione scelgono la via dell’autocensura per evitare conseguenze legali o per allinearsi alla linea editoriale delle proprie testate. Una dinamica che si è intensificata negli ultimi anni, complice l’inasprimento del quadro normativo e l’aumento delle ingerenze politiche, soprattutto nei media di servizio pubblico.

Un quadro normativo bloccato e poco tutelante

La mancata approvazione di riforme che potrebbero rafforzare la libertà giornalistica alimenta un clima di incertezza. La diffamazione continua a essere penalmente perseguibile, e il ricorso a procedimenti giudiziari contro i giornalisti rimane una pratica diffusa, con l’effetto di scoraggiare inchieste su temi sensibili.

Crisi economica e concentrazione editoriale

Il settore dei media dipende in misura crescente da entrate pubblicitarie e contributi statali. La stampa cartacea, in particolare, è colpita da un calo costante delle vendite. A rendere il quadro ancora più critico è l’annuncio dell’acquisizione dell’Agenzia Giornalistica Italiana (AGI) da parte di Antonio Angelucci, parlamentare della maggioranza e già proprietario di importanti testate: una mossa che solleva dubbi sulla pluralità dell’informazione e sulla separazione tra politica e informazione.

Un clima sociale teso, tra aggressioni e minacce

La pandemia ha contribuito a polarizzare ulteriormente il dibattito pubblico, e i giornalisti si sono trovati spesso al centro delle tensioni. Durante le manifestazioni contro le misure sanitarie, molti sono stati oggetto di insulti e aggressioni, fenomeno che continua ad alimentarsi anche oggi su temi di forte rilevanza politica o ideologica.

Sicurezza a rischio per chi fa inchieste

Coloro che si occupano di criminalità organizzata o corruzione vivono costantemente sotto minaccia. In alcuni casi, subiscono violenze fisiche, attacchi incendiari alle proprie abitazioni o campagne di intimidazione online. Attualmente, circa venti giornalisti vivono sotto scorta per aver subito minacce concrete alla loro incolumità.

Il declino dell’Italia nella classifica di RSF non è solo un dato simbolico, ma il riflesso di una situazione reale in cui il diritto all’informazione si trova a dover fare i conti con ostacoli sempre più numerosi. Difendere la libertà di stampa, oggi più che mai, significa tutelare uno dei pilastri fondamentali della democrazia.

The post Libertà di stampa: l’Italia arretra nella classifica di Reporters sans Frontières appeared first on lentepubblica.it.