Energia gratis in Italia per sei ore: ecco cosa c’è dietro il crollo dei prezzi (e ha che fare anche con le rinnovabili)

Nel pomeriggio del 1° maggio 2025, tra le 14 e le 20, l’Italia ha vissuto una situazione davvero inedita: l’energia elettrica è stata gratuita per sei ore consecutive su tutto il territorio nazionale. In alcune fasce orarie, addirittura, il prezzo è sceso sotto lo zero, generando un fenomeno conosciuto come “prezzo negativo dell’energia”, un evento...

Mag 2, 2025 - 12:14
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Energia gratis in Italia per sei ore: ecco cosa c’è dietro il crollo dei prezzi (e ha che fare anche con le rinnovabili)

Nel pomeriggio del 1° maggio 2025, tra le 14 e le 20, l’Italia ha vissuto una situazione davvero inedita: l’energia elettrica è stata gratuita per sei ore consecutive su tutto il territorio nazionale. In alcune fasce orarie, addirittura, il prezzo è sceso sotto lo zero, generando un fenomeno conosciuto come “prezzo negativo dell’energia”, un evento raro ma sempre più frequente con l’aumento delle fonti rinnovabili.

Questa situazione straordinaria si è verificata in presenza di due fattori fondamentali: da un lato l’elevata produzione da fonti rinnovabili, dall’altro una domanda contenuta di elettricità, tipica delle giornate festive come il 1° maggio.

Le condizioni meteorologiche favorevoli, con cielo sereno e vento costante in molte aree del Paese, hanno permesso a impianti solari ed eolici di operare a pieno regime. Di conseguenza, il mercato elettrico si è trovato con un surplus di offerta, che ha portato il Prezzo Unico Nazionale (PUN) a registrare valori inferiori allo zero per sei ore. In parole semplici: i produttori hanno pagato per vendere energia, pur di non dover spegnere gli impianti o affrontare costi maggiori.

I dati ufficiali: pun negativo in tutte le zone e record al Sud con -16 euro

Secondo i dati di Gme (Gestore dei mercati energetici), durante le sei ore centrali del pomeriggio del 1° maggio, tutte le zone del Paese hanno visto il PUN scendere sotto lo zero. Il record è stato toccato nel Sud Italia, con un prezzo negativo di ben -16 euro per megawattora, il dato più basso registrato nella giornata.

La media nazionale del Prezzo Unico è stata di 1,75 euro al megawattora, un livello estremamente basso rispetto ai normali standard di mercato. Si tratta di un’ulteriore conferma della crescente incidenza delle rinnovabili, che, pur portando vantaggi ambientali, stanno creando dinamiche nuove e complesse nella gestione della rete.

Impatti e conseguenze: consumatori ancora esclusi dai benefici immediati

Nonostante il crollo dei prezzi all’ingrosso, i consumatori finali non hanno ancora percepito benefici diretti, poiché la maggior parte dei contratti residenziali è basata su tariffe fisse o su medie mensili. Tuttavia, la situazione potrebbe cambiare in futuro, se questi eventi diventeranno più frequenti e si svilupperanno sistemi tariffari più dinamici, capaci di adattarsi ai prezzi orari del mercato.

Per ora, il fenomeno rappresenta un segnale importante per il settore energetico, che dovrà attrezzarsi per gestire una rete sempre più flessibile e decentralizzata, dove la produzione rinnovabile intermittente e la domanda variabile richiedono strumenti sofisticati di bilanciamento e accumulo dell’energia.

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Fonte: GME

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