Milano e la sua “straordinaria capacità di autogenerazione”

Al convegno "La libertà di reinventare Milano" svoltosi a Palazzo Marino è stato presentato il Centro di documentazione Giannino Bassetti “La nostra città è sempre stata un epicentro del cambiamento del rapporto tra potere e sapere, è sempre stata stretta nei confini amministrativi e ha sempre avuto uno sguardo aperto al mondo e alla complessità. Da questo deriva la sua straordinaria capacità di autorigenerazione che non mancherà di manifestarsi anche nel prossimo futuro.”  Così Piero Bassetti intervenendo al convegno La libertà di reinventare Milano svoltosi a Palazzo Marino nell’ambito del palinsesto di eventi messo a punto dal Comune di Milano in occasione dell’80° della Liberazione, dal titolo Tempo di pace e libertà. 80 anni di liberazione.  All’evento moderato da Francesco Samorè, segretario generale della Fondazione, hanno preso parte esponenti della ricerca storica universitaria, della società civile, delle fondazioni e del terzo settore. Nel suo saluto introduttivo l’Assessore al Bilancio, Demanio e Piano Casa, Emmanuel Conte soffermandosi sul rapporto tra politica e società civile nel secondo dopoguerra. “Non è un caso che i primi cinque sindaci della città dopo la Liberazione fossero tutti legati alla Resistenza, in particolare Greppi e Aniasi. Oggi c’è una forte esigenza di ricostruzione, non solo materiale, ma morale e civile. Milano con tutti i suoi problemi resta una città brillante, innovativa, all’avanguardia. Nel 1945 c’erano 100.000 abitazioni da ricostruire, la metà fu riedificata con il Piano Gescal. Oggi ci accingiamo a fare qualcosa di analogo per rispondere alla crisi abitativa che si presenta in forme diverse ma altrettanto pressanti. Guardando al nostro passato possiamo dire che valeva davvero la piena impegnarsi nella ricostruzione e questo ci spinge a impegnarci con altrettanta energia per disegnare il nuovo volto della città”.  All’evento è stato presentato il Centro di documentazione della Fondazione Giannino Bassetti, sul cui sviluppo è impegnato il dottorando Dario Baldini. Il progetto nasce dalla volontà della Fondazione di offrire a ricercatori e grande pubblico il vasto patrimonio documentale rappresentato dall’archivio di Piero Bassetti: circa 150 metri lineari di carte prodotte da una quotidiana e sistematica registrazione dell’attività professionale e politica, iniziata a metà degli anni 1940 e che prosegue ancora oggi, di una personalità che durante la sua vita ha ricoperto un numero rilevante di cariche istituzionali. Quella ora disponibile online è ancora una versione dimostrativa, che tuttavia già permette l’accesso a più di 160 documenti digitalizzati. Per il funzionamento online del sistema è stato utilizzato Flask, un framework per la pubblicazione di siti, applicazioni e servizi web dinamici che lo rende particolarmente facile da utilizzare. Nei prossimi mesi verrà arricchito con l’implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale e funzionalità interattive di elaborazione testuale e di tecniche innovative per il recupero delle informazioni.   Il ruolo di Bassetti E proprio dall’archivio emergono documenti che testimoniano il ruolo di Piero Bassetti nella pianificazione economica della città nel Dopoguerra in qualità di assessore al bilancio dal 1956 al 1966  e l’originalità del suo pensiero istituzionale aperto all’Europa, in particolare nel dialogo con Altiero Spinelli, estensore del Manifesto di Ventotene e nominato nel 1970 Commissario europeo agli affari industriali. Con Spinelli, nel 1971, Piero Bassetti, da poco eletto Presidente di Regione Lombardia, ebbe un incontro a cui fece seguito un carteggio. La Resistenza, sosteneva allora Bassetti, aveva capito chiaramente che il problema italiano, da cui era nato il fascismo, era quello dello Stato accentrato e aveva immaginato uno Stato delle autonomie con il Titolo V della Costituzione, uno Stato basato sulle autonomie regionali. Lo sviluppo delle regioni si integra, per Bassetti, con lo sviluppo dell’unità europea, anche nel far fronte a un avversario comune: il vecchio Stato-Nazione. L’attuazione di una politica regionale europea dipenderà dal modo e dalla misura in cui le regioni si sentiranno regioni d’Europa e non solo regioni dei loro vecchi Stati nazionali. Una riflessione di stringente attualità. "Oggi Milano deve reinventare il suo medium espressivo –conclude Bassetti- consapevole di non essere un borgo, ma una straordinaria raccolta e memoria di ciò che ha valore nella tradizione storica italiana. La volontà della Fondazione è di favorire i fermenti culturali che oggi ruotano attorno all'innovazione, perché viviamo in un mondo dominato dall'innovazione ma incapace di regolarla. È questa la sfida che abbiamo. E noi andremo avanti su questa strada con l'augurio che  il Comune di Milano continui a essere per noi un interlocutore ospitale e disponibile". Piero Bassetti è nato a Milano nel 1928, si è laureato in economia e commercio all'Università Bocconi di Milano, ha perfezionato gli studi com

Mar 31, 2025 - 13:11
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Milano e la sua “straordinaria capacità di autogenerazione”
Al convegno "La libertà di reinventare Milano" svoltosi a Palazzo Marino è stato presentato il Centro di documentazione Giannino Bassetti

La nostra città è sempre stata un epicentro del cambiamento del rapporto tra potere e sapere, è sempre stata stretta nei confini amministrativi e ha sempre avuto uno sguardo aperto al mondo e alla complessità. Da questo deriva la sua straordinaria capacità di autorigenerazione che non mancherà di manifestarsi anche nel prossimo futuro.”  Così Piero Bassetti intervenendo al convegno La libertà di reinventare Milano svoltosi a Palazzo Marino nell’ambito del palinsesto di eventi messo a punto dal Comune di Milano in occasione dell’80° della Liberazione, dal titolo Tempo di pace e libertà. 80 anni di liberazione.  All’evento moderato da Francesco Samorè, segretario generale della Fondazione, hanno preso parte esponenti della ricerca storica universitaria, della società civile, delle fondazioni e del terzo settore.

Nel suo saluto introduttivo l’Assessore al Bilancio, Demanio e Piano Casa, Emmanuel Conte soffermandosi sul rapporto tra politica e società civile nel secondo dopoguerra. “Non è un caso che i primi cinque sindaci della città dopo la Liberazione fossero tutti legati alla Resistenza, in particolare Greppi e Aniasi. Oggi c’è una forte esigenza di ricostruzione, non solo materiale, ma morale e civile. Milano con tutti i suoi problemi resta una città brillante, innovativa, all’avanguardia. Nel 1945 c’erano 100.000 abitazioni da ricostruire, la metà fu riedificata con il Piano Gescal. Oggi ci accingiamo a fare qualcosa di analogo per rispondere alla crisi abitativa che si presenta in forme diverse ma altrettanto pressanti. Guardando al nostro passato possiamo dire che valeva davvero la piena impegnarsi nella ricostruzione e questo ci spinge a impegnarci con altrettanta energia per disegnare il nuovo volto della città”. 

All’evento è stato presentato il Centro di documentazione della Fondazione Giannino Bassetti, sul cui sviluppo è impegnato il dottorando Dario Baldini. Il progetto nasce dalla volontà della Fondazione di offrire a ricercatori e grande pubblico il vasto patrimonio documentale rappresentato dall’archivio di Piero Bassetti: circa 150 metri lineari di carte prodotte da una quotidiana e sistematica registrazione dell’attività professionale e politica, iniziata a metà degli anni 1940 e che prosegue ancora oggi, di una personalità che durante la sua vita ha ricoperto un numero rilevante di cariche istituzionali.

Quella ora disponibile online è ancora una versione dimostrativa, che tuttavia già permette l’accesso a più di 160 documenti digitalizzati. Per il funzionamento online del sistema è stato utilizzato Flask, un framework per la pubblicazione di siti, applicazioni e servizi web dinamici che lo rende particolarmente facile da utilizzare. Nei prossimi mesi verrà arricchito con l’implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale e funzionalità interattive di elaborazione testuale e di tecniche innovative per il recupero delle informazioni.  

Il ruolo di Bassetti

E proprio dall’archivio emergono documenti che testimoniano il ruolo di Piero Bassetti nella pianificazione economica della città nel Dopoguerra in qualità di assessore al bilancio dal 1956 al 1966  e l’originalità del suo pensiero istituzionale aperto all’Europa, in particolare nel dialogo con Altiero Spinelli, estensore del Manifesto di Ventotene e nominato nel 1970 Commissario europeo agli affari industriali. Con Spinelli, nel 1971, Piero Bassetti, da poco eletto Presidente di Regione Lombardia, ebbe un incontro a cui fece seguito un carteggio. La Resistenza, sosteneva allora Bassetti, aveva capito chiaramente che il problema italiano, da cui era nato il fascismo, era quello dello Stato accentrato e aveva immaginato uno Stato delle autonomie con il Titolo V della Costituzione, uno Stato basato sulle autonomie regionali. Lo sviluppo delle regioni si integra, per Bassetti, con lo sviluppo dell’unità europea, anche nel far fronte a un avversario comune: il vecchio Stato-Nazione. L’attuazione di una politica regionale europea dipenderà dal modo e dalla misura in cui le regioni si sentiranno regioni d’Europa e non solo regioni dei loro vecchi Stati nazionali. Una riflessione di stringente attualità.

"Oggi Milano deve reinventare il suo medium espressivo –conclude Bassetti- consapevole di non essere un borgo, ma una straordinaria raccolta e memoria di ciò che ha valore nella tradizione storica italiana. La volontà della Fondazione è di favorire i fermenti culturali che oggi ruotano attorno all'innovazione, perché viviamo in un mondo dominato dall'innovazione ma incapace di regolarla. È questa la sfida che abbiamo. E noi andremo avanti su questa strada con l'augurio che  il Comune di Milano continui a essere per noi un interlocutore ospitale e disponibile".

Piero Bassetti è nato a Milano nel 1928, si è laureato in economia e commercio all'Università Bocconi di Milano, ha perfezionato gli studi come borsista Fulbright alla Cornell University (Usa). Successivamente si è specializzato in scienze economiche alla London School of Economics. Consigliere e assessore del Comune di Milano dal 1956 al 1970. Primo Presidente della Regione Lombardia dal 1970 al 1974, deputato al Parlamento dal 1976 al 1982; dal 1982 al 1997 è stato Presidente della Camera di commercio industria e agricoltura di Milano nonché Presidente dell'Unione delle Camere di commercio italiane (Unioncamere) dal 1983 al 1992. Dal 1993 al 1999 è stato Presidente dell'Associazione delle Camere di commercio italiane all'estero (CCIE). È Presidente di Fondazione Giannino Bassetti e dell'associazione di istituzioni Globus et Locus. Ha scritto Le Redini del Potere con Giacomo Corna Pellegrini (Ceschina 1959), Occidente Scomodo (Vallecchi 1978), L'Italia si è rotta (Laterza 1996), Milanesi senza Milano (Mursia 1999), Globali e Locali! libro intervista di Sergio Roic a Piero Bassetti (Giampiero Casagrande, 2002), Svegliamoci Italici! (Marsilio 2015) e Alice oltre lo specchio. Governare l'innovazione nel cambiamento d'epoca (Guerini e Associati Editore, 2020).

 

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