Met Gala 2025, moda e politica sfilano sul red carpet: il tema e l’omaggio ai dandy afroamericani. Da Rhianna a Hamilton e Pharrell Williams, i look più attesi
Il primo lunedì di maggio. Una data cerchiata in rosso (o forse, quest’anno, in nero sartoriale) sulle agende di stilisti, star e appassionati di moda di tutto il mondo. Stasera, le iconiche scalinate del Metropolitan Museum of Art di New York si trasformeranno ancora una volta nel red carpet più atteso, spettacolare e discusso del […] L'articolo Met Gala 2025, moda e politica sfilano sul red carpet: il tema e l’omaggio ai dandy afroamericani. Da Rhianna a Hamilton e Pharrell Williams, i look più attesi proviene da Il Fatto Quotidiano.

Il primo lunedì di maggio. Una data cerchiata in rosso (o forse, quest’anno, in nero sartoriale) sulle agende di stilisti, star e appassionati di moda di tutto il mondo. Stasera, le iconiche scalinate del Metropolitan Museum of Art di New York si trasformeranno ancora una volta nel red carpet più atteso, spettacolare e discusso del pianeta: va in scena il Met Gala 2025. Ma quest’anno più che mai, la moda si fa politica. L’aria che si respira stasera nella Grande Mela, lungo la Fifth Avenue, non è solo quella frizzante che precede ogni evento di portata globale, ma è carica di un’elettricità particolare. “Tailoring Black Style” è il tema scelto per l’inaugurazione della nuova mostra del Costume Institute, e accende i riflettori sul dandismo afroamericano come forma di resistenza. Una potente affermazione culturale e, inevitabilmente, politica.
In un’America polarizzata e provata dalle crescenti tensioni sociali, con Anna Wintour, la “padrona di casa” della serata, notoriamente democratica e anti-Trump, la serata che potrebbe trasformarsi in un’elegante ma ferma dichiarazione contro l’establishment trumpiano. Il tema, ma, soprattutto, la lista degli invitati rischia di diventare un manifesto politico e ci si chiede se figure vicine all’ex (e attuale) presidente oseranno presentarsi: Ivanka Trump manca dal 2016. Jeff Bezos e Lauren Sánchez, presenti l’anno scorso, potrebbero declinare per non irritare la Casa Bianca. Per non parlare poi di Elon Musk, che ha partecipato nel 2018 e 2022: manderà un segnale?
Il tema: “Superfine: Tailoring Black Style”
La mostra che il Gala inaugura ufficialmente (aperta al pubblico dal 10 maggio al 26 ottobre) si intitola “Superfine: Tailoring Black Style” ed è una profonda esplorazione del ruolo chiave che lo stile sartoriale ha rivestito per la comunità nera durante la diaspora, in America e in Europa, lungo 300 anni di storia. Come spiega Monica L. Miller, co-curatrice dell’esposizione insieme ad Andrew Bolton e autrice del libro del 2009 “Slaves to Fashion: Black Dandyism and the Styling of Black Diasporic Identity” che ha ispirato la rassegna, il dandismo nero non è solo estetica, ma una strategia politica e culturale. Nato forse tra i “servi elegantemente vestiti” durante la tratta atlantica nel ‘700, si è evoluto come strumento per affermare dignità, identità e umanità in società intrise di razzismo e pregiudizi. “Il dandismo può sembrare frivolo, ma spesso rappresenta una sfida o un superamento delle gerarchie sociali e culturali“, ha dichiarato Miller. Dagli Zoot Suits simbolo di resistenza nell’Harlem degli anni ’30 (e poi bersaglio di violenze razziali), agli Tsotsis e Swenkas del Sudafrica dell’apartheid, fino ai coloratissimi Sapeurs congolesi che reinterpretavano la moda parigina: l’abito “fatto su misura” diventa un linguaggio per rifiutare “la postura del silenzio” imposta dai suprematisti bianchi, come scrive lo studioso Zine Magubane. Oggi, il dandismo black contemporaneo è incarnato da icone come A$AP Rocky, Pharrell Williams, Colman Domingo e Lewis Hamilton (tutti protagonisti della serata) e si codifica con colori audaci, stampe e un mix di streetwear e alta moda.
Le implicazioni politiche
E, se da una parte questa mostra segna il ritorno al di un’esposizione del Costume Institute dedicata alla moda maschile dopo oltre 20 anni, dall’altro appare come una chiara presa di posizione nei confronti dell’amministrazione di Donald Trump. Tanto più se si tiene conto del fatto che il presidente Usa e consorte sono stati ufficialmente banditi da Anna Wintour, la potente direttrice di Vogue America, che organizza l’evento ed è addirittura scesa campo lo scorso novembre prendendo parte ad un corteo a sostegno della democrazia negli Usa. Intervistata nel 2017 da James Corden su chi non avrebbe mai più invitato, Wintour rispose infatti ridendo: “Donald Trump“. C’è poi da considerare che, fin dal suo primo mandato, Trump ha adottato un approccio che ha suscitato polemiche nei confronti della comunità afroamericana, con una combinazione di retorica polarizzante e iniziative politiche controverse. Ne è un esempio l’ordine esecutivo del 2020 che vietava la formazione federale su concetti legati alla “teoria critica della razza” e al “privilegio bianco“, definendoli come “propaganda anti-americana”. Nel suo secondo mandato, Trump ha continuato su questa linea, emettendo ordini esecutivi per smantellare le iniziative di diversità, equità e inclusione (DEI) nelle agenzie federali; tutto questo nonostante in campagna elettorale avesse intensificato gli sforzi per aumentare il proprio bacino elettorale proprio all’interno della comunità afroamericana.
Il dress code e i conduttori della serata
Il dress code della serata, “Tailored for You” (“Su misura per te“), è un invito aperto all’interpretazione personale di questo ricco patrimonio sartoriale, stimolando riflessioni sull'”abito come seconda pelle“. E la scelta dei co-chair che affiancheranno Anna Wintour non lascia dubbi sull’orientamento della serata: A$AP Rocky, Colman Domingo, Lewis Hamilton e Pharrell Williams, quattro uomini afroamericani icone di stile globale, a cui si aggiunge come presidente onorario la leggenda del basket LeBron James (la cui presenza dipenderà dall’esito dei playoff NBA dei Lakers). “Voglio che sia la notte più epica, un riflesso del potere e della resilienza Black in un mondo che continua a essere colonizzato”, ha dichiarato Pharrell Williams a Vogue. Aggiungendo: “Ora tocca a noi”.
I vip attesi sul red carpet
L’attesa è palpabile per vedere come le circa 400 celebrità invitate (la lista è top secret) interpreteranno il tema. Così, mentre sui social impazza il toto-nomi, Colman Domingo, collaborando con Alessandro Michele (direttore creativo di Valentino), ha anticipato che indosserà più look, rappresentando “grandi momenti della sartoria per gli uomini di colore”, dopo essersi detto “emozionato profondamente” vedendo in anteprima i “manichini scuri e bellissimi” della mostra. Lo stesso Michele ha recentemente ricordato che “la moda serve a definirci, a fare degli statement, a esplicitare il nostro potere”. Attese poi Rihanna e Doja Cat, mentre si spera nel ritorno di Zendaya. Le Kardashian sono in forse (ma Kim potrebbe stupire), si vociferano i nomi di Miranda Kerr e Chloë Sevigny, Nicole Kidman e Zoe Saldana. E ancora Sabrina Carpenter, Damiano David, Jaden Smith e Sydney Sweeney.
Quanto costa il Met Gala
Come ogni anno, il Met Gala è innanzitutto un evento di beneficenza: i fondi raccolti (circa 26 milioni di dollari nel 2024) sono vitali per il Costume Institute, unico dipartimento del Met a non ricevere finanziamenti pubblici fin dalla sua integrazione nel museo nel 1946. I biglietti individuali partono da 75.000 dollari, i tavoli da dieci posti raggiungono i 350.000 dollari, cifre che puntualmente sollevano polemiche ma che raramente scoraggiano le circa 400 celebrità invitate, spesso ospiti delle grandi maison di moda.
Come seguire l’evento
Per chi non è tra i fortunati (e facoltosi) invitati, l’appuntamento è con la diretta streaming di Vogue (su Vogue.com, YouTube e altri canali social) a partire dalle 18:00 ora di New York (mezzanotte in Italia). Una notte per ammirare creazioni spettacolari, celebrare l’arte della moda e, quest’anno più che mai, riflettere sul suo potente ruolo culturale e politico.
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