Diasorin, sorpresa dazi USA sui farmaci in attesa della trimestrale
Donald Trump annuncerà entro le prossime due settimane le tariffe che colpiranno il settore farmaceutico e il gruppo italiano potrebbe subirne le conseguenze vista l’esposizione agli Stati Uniti del suo business.

Nuovi dazi alla vista per Donald Trump, questa volta sul settore farmaceutico. Parlando nello Studio Ovale della Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti ha reso noto che annuncerà dazi sui farmaci e “entro le prossime due settimane”.
Il tycoon ha poi precisato che farà un annuncio la prossima settimana “relativo al costo dei farmaci”, insistendo sul fatto che altri Paesi stanno “derubando” gli USA in questo settore. Proprio sui costi dei farmaci il Presidente ha annunciato la firma di un ordine esecutivo che incarica l’EPA (Environmental Protection Agency) di accelerare la costruzione di nuove strutture per incrementare la produzione nazionale.
Secondo Trump, i prodotti farmaceutici esteri rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale, a causa della forte dipendenza degli USA dalle importazioni farmaceutiche.
L’annuncio indebolisce le azioni Diasorin nel corso di questa mattinata, in calo di oltre l’1% e scese sotto quota 100 euro.
In un'intervista rilasciata ad aprile al Corriere della Sera, il Ceo di Diasorin, Carlo Rosa, descriveva proprio quello americano ancora come “il mercato migliore dove essere”, che “riconosce ricerca e tecnologia” e che “paga l'innovazione”.
Diasorin beneficia della sua limitata esposizione ai dazi statunitensi, nonostante il fatto che gli USA rappresentino oggi oltre il 50% del fatturato del gruppo e il 40% del mercato globale della diagnostica. L'adozione di un modello produttivo 'local for local' infatti, con l'85% dei prodotti destinati al mercato americano realizzati direttamente negli USA, consente all'azienda di “mitigare l'impatto di eventuali tensioni commerciali o misure tariffarie”, osservano gli analisti di WebSim Intermonte, che conservano sul titolo il rating neutral, con un target di 116 euro per azione.
A livello divisionale, le vendite sono già al 100% prodotte negli Stati Uniti, mentre solo una parte minoritaria dell'immunodiagnostica è realizzata in Europa, con gli impatti che saranno mitigati alzando il prezzo di vendita.
Tra i rischi per Diasorin c’è anche quello dell'eventuale taglio della spesa pubblica sanitaria oltreoceano, ipotesi emersa nelle ultime settimane, che secondo EQUITA avrebbe anch'esso un impatto "marginale" sul gruppo italiano, in quanto larghissima parte del business è realizzata attraverso assicurazioni private.
Oggi Diasorin diffonderà i dati del primo trimestre e, secondo Banca Akros (buy con prezzo obiettivo a 125 euro), la società dovrebbe riportare ricavi in crescita del 6,8% su base annua a 308,1 milioni di euro, con un Ebitda previsto a 104,6 milioni, in aumento del 7,8%. Gli analisti ritengono che il buon avvio d’anno e le progressive installazioni della nuova piattaforma Liaison Plex consentiranno al management di confermare la guidance per l’intero esercizio.
Deutsche Bank (buy con target price a 121 euro) si attende risultati solidi, trainati dall’espansione nell’immunodiagnostica e dal contributo crescente del multiplexing, beneficiando inoltre di una stagione influenzale particolarmente intensa negli Stati Uniti. Tuttavia, segnalano che il comparto delle tecnologie su licenza potrebbe subire pressioni, a causa della riduzione degli investimenti e dei tagli al budget del National Institutes of Health.
EQUITA (buy e prezzo obietitvo a 121 euro) prevede una crescita organica del 7% in linea con la guidance aziendale, spinta dal buon andamento sia del molecolare sia dell’immunodiagnostica. Per il primo trimestre 2025, gli analisti stimano ricavi a 313 milioni di euro (+8,1% su base annua) e un Ebitda adjusted di 106 milioni (+9,3%), con un margine pari al 33,9%. Anche per l’intero anno, la sim mantiene una visione positiva, prevedendo un fatturato di 1.252 milioni (+5,6%) e un Ebitda adjusted di 432 milioni, con un margine al 34,5%.