Mercati più calmi, ma la volatilità nascosta può ancora sorprendere
Dopo la guerra dei dazi, i mercati sembrano essersi calmati, ma sotto la superficie la volatilità rimane latente. Con l'S&P 500 in lieve ripresa e il dollaro meno nervoso, gli investitori si trovano sospesi tra attese sui dati macro e rischi di nuove turbolenze. Basterà una delusione, anche lieve, per rimettere alla prova la fragile stabilità?

Dopo la tempesta dei dazi, i mercati azionari si sono visibilmente calmati. L'S&P 500, che durante l'apice della crisi tariffaria aveva registrato oscillazioni giornaliere superiori al 5% per sei sedute consecutive, ora mostra segnali di stabilizzazione. Tuttavia, la volatilità reale, quella che si manifesta durante le contrattazioni intraday, continua a essere sottovalutata dalle metriche tradizionali basate sui prezzi di chiusura.
La volatilità realizzata su 10 giorni, calcolata sull'S&P 500, è in netto calo, pur restando vicina ai livelli osservati durante la correzione di mercato dello scorso agosto. L’attenuarsi dei toni più aggressivi sulla questione dazi potrebbe aver indotto un atteggiamento attendista tra gli operatori, in vista di eventi macroeconomici cruciali e della fine del mese.
In questo contesto, i trader sistematici potrebbero mantenere attività regolari, mentre altri restano prudenti, anche a causa delle recenti incertezze sul fronte del commercio internazionale.
Non solo sull’equity: anche la volatilità di breve periodo sul dollaro, sia rispetto all’euro (euro/dollaro) sia su indici più ampi come il Bloomberg Dollar Spot Index, è crollata dalla metà del mese. Tuttavia, la direzione dei mercati resta fragile. Se per gran parte del mese il rischio sembrava quello di "aver bisogno di buone notizie per salire", ora il sentiment sembra evolvere verso "bastano cattive notizie per evitare di scendere".
A confermare il nervosismo latente, l'S&P 500 non è riuscito a reagire positivamente nemmeno alla notizia di un possibile ammorbidimento dei dazi sull’automotive, nonostante l'annuncio di General Motors che ha tagliato la guidance a causa dell'impatto "significativo" dei dazi.
I prossimi dati macro attesi forniranno ulteriori indizi sulle prime conseguenze delle misure tariffarie e sulle condizioni interne dell’economia americana. Nonostante le aspettative non brillanti, l'indice S&P 500 si trova su una striscia positiva di cinque sedute, la più lunga da novembre: un dato che alza il rischio che anche notizie appena sotto le attese possano innescare delusioni e nuove turbolenze.