Mercati emergenti, America Latina sotto la lente di Capital Group

Nel 2025 l’America Latina si troverà ad affrontare un contesto economico complesso, con una crescita complessiva che si preannuncia debole, frenata soprattutto dai due giganti regionali: Brasile e Messico. A delineare questo scenario è Tryggvi Gudmundsson, economista di Capital Group, che in un’analisi dettagliata evidenzia i principali fattori di rischio e le potenziali aree di... Leggi tutto

Apr 7, 2025 - 16:17
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Mercati emergenti, America Latina sotto la lente di Capital Group

Nel 2025 l’America Latina si troverà ad affrontare un contesto economico complesso, con una crescita complessiva che si preannuncia debole, frenata soprattutto dai due giganti regionali: Brasile e Messico. A delineare questo scenario è Tryggvi Gudmundsson, economista di Capital Group, che in un’analisi dettagliata evidenzia i principali fattori di rischio e le potenziali aree di resilienza per l’economia latinoamericana.

Secondo Gudmundsson, “tra gli ostacoli che graveranno sulla regione vanno annoverati il drenaggio fiscale e la potenziale crisi dei commerci globali sotto l’amministrazione Trump 2.0”. Tuttavia, tra le economie della regione, l’Argentina spicca per un’inversione di tendenza positiva. Dopo due anni di contrazione, il Paese potrebbe registrare una “crescita solida, complici le riforme normative e il consolidamento fiscale”.

Dal lato dell’inflazione, la situazione appare in miglioramento. L’intera regione mostra un calo dei prezzi, ma la traiettoria futura dipenderà soprattutto dall’andamento dei costi nei servizi. “Le banche centrali dell’America Latina, fatta eccezione per il Brasile, dovrebbero tagliare moderatamente i tassi per tutto il 2025”, osserva l’economista. Anche in Argentina, dove l’inflazione ha toccato la tripla cifra, ci si attende un lento ma progressivo calo.

Sotto il profilo esterno, i saldi delle partite correnti appaiono in buona salute, grazie a condizioni commerciali favorevoli, valute deboli e riserve in valuta estera generalmente adeguate — con l’eccezione dell’Argentina. Tuttavia, il quadro fiscale rimane debole: “i governi sono stati lenti a perseguire un consolidamento fiscale strutturale, soprattutto Brasile e Colombia”, sottolinea Gudmundsson. Il debito pubblico, secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, è destinato a crescere, a meno di interventi correttivi significativi.

Rischi globali e variabili geopolitiche

Nel contesto globale, i rischi per la regione sono principalmente orientati al ribasso. “I maggiori rischi in ambito commerciale, finanziario e migratorio, l’oscillazione dei prezzi delle materie prime e le persistenti tensioni geopolitiche rappresentano una minaccia per la regione”, afferma Gudmundsson. Tuttavia, elementi positivi potrebbero venire dalla normalizzazione delle politiche monetarie nei Paesi sviluppati, da uno stimolo economico in Cina e da un possibile impulso fiscale negli Stati Uniti.

Proprio dagli Stati Uniti arriva uno dei fattori di maggiore incertezza: la nuova amministrazione Trump. Secondo Gudmundsson, “ha già portato una certa volatilità nei mercati LatAm, che potrebbe persistere attraverso i canali finanziari, i commerci e l’immigrazione”. Le valute regionali, come il peso messicano o il real brasiliano, sono particolarmente sensibili alla volatilità dei mercati emergenti e potrebbero soffrire per eventuali politiche protezionistiche o per l’inasprimento delle regole sull’immigrazione.

Il Messico, in particolare, è esposto al commercio con gli Stati Uniti e agli input produttivi dalla Cina, mentre il Brasile potrebbe essere colpito più sul piano geopolitico. “Trump ha minacciato dazi contro i Paesi BRICS se dovessero procedere con l’idea di una nuova valuta alternativa al dollaro”, nota Gudmundsson, sottolineando come ciò potrebbe creare tensioni con il governo Lula, anche in vista delle prossime elezioni.

Argentina ed Ecuador: due casi a sé

In Argentina, invece, la vicinanza politica tra il presidente Javier Milei e Trump potrebbe favorire i rapporti con Washington. “Questo legame potrebbe facilitare l’accesso ai finanziamenti esteri e rendere più flessibili gli accordi con il FMI”, spiega Gudmundsson, anche se la forza del dollaro e i tassi USA elevati rappresentano un ostacolo per un Paese storicamente legato alla valuta americana.

Situazione simile in Ecuador, dove i rapporti amichevoli tra il presidente Noboa e gli Stati Uniti dovrebbero “garantire un solido supporto multilaterale”, secondo l’analista di Capital Group.

Un futuro a rischio, ma con spazi di manovra

In sintesi, l’America Latina entra nel 2025 con un mix di vulnerabilità strutturali e opportunità selettive. L’evoluzione del contesto globale, in particolare delle politiche statunitensi e delle tensioni geopolitiche, sarà determinante nel definire il percorso della regione. Come conclude Tryggvi Gudmundsson, “l’esposizione ai flussi commerciali globali sarà tanto importante quanto quella agli Stati Uniti”, rendendo fondamentale una gestione accorta dei rischi e delle alleanze internazionali.