Mediobanca: risultati in crescita in scia al wealth management. No all’Ops di Mps

Nel periodo compreso tra luglio 2024 e marzo 2025, Mediobanca ha registrato risultati solidi, mettendo a segno ricavi complessivi per 2,77 miliardi di euro, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. La crescita è stata alimentata da tutte le principali aree di attività: il wealth management ha toccato quota 727 milioni (+5%), il corporate... Leggi tutto

Mag 9, 2025 - 14:59
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Mediobanca: risultati in crescita in scia al wealth management. No all’Ops di Mps

Nel periodo compreso tra luglio 2024 e marzo 2025, Mediobanca ha registrato risultati solidi, mettendo a segno ricavi complessivi per 2,77 miliardi di euro, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. La crescita è stata alimentata da tutte le principali aree di attività: il wealth management ha toccato quota 727 milioni (+5%), il corporate & investment banking è salito a 677 milioni (+26%), il credito al consumo ha raggiunto i 954 milioni (+7%) e il comparto assicurativo si è mantenuto stabile a 349 milioni.

L’utile netto trimestrale si è mantenuto pressoché invariato a 334 milioni, superando però le attese degli analisti. L’utile netto relativo ai nove mesi è invece cresciuto del 5% a 993 milioni. Tutti i segmenti bancari hanno mostrato segnali di rafforzamento, con un contributo decisivo del wealth management e della strategia focalizzata sul private investment banking.

Solidità patrimoniale e dividendi

Il coefficiente patrimoniale CET1 si è attestato al 15,6%, beneficiando per 55 punti base degli effetti favorevoli derivanti dall’adozione di Basilea IV. Contestualmente, il costo del rischio è sceso a 39 punti base.

Alla luce di questi risultati, il CdA ha deliberato un acconto sul dividendo pari a 0,56 euro per azione, con stacco previsto per il 19 maggio; il saldo sarà erogato a novembre. Proprio nello stesso mese, la banca ha dato avvio a un programma di buyback da 385 milioni di euro.

Obiettivi confermati per l’esercizio in corso

Mediobanca ha confermato le previsioni per l’intero esercizio: si attende un flusso netto di raccolta tra i 9 e i 10 miliardi di euro, una tenuta del margine di interesse, una crescita degli utili per azione e delle commissioni, accompagnate da una generosa politica di distribuzione dei profitti, con un payout in contanti fissato al 70%, cui si aggiunge il riacquisto di azioni proprie.

Nel terzo trimestre, il margine di interesse è salito a 497 milioni (+1% su base trimestrale), nonostante un contesto di tassi in discesa, sostenuto da un incremento dei volumi e da una buona tenuta dei rendimenti. Le commissioni nette sono diminuite del 14% rispetto al trimestre precedente, ma su base annua segnano un +15 per cento.

«Nonostante un contesto incerto, Mediobanca ha continuato a rafforzarsi in tutte le sue linee di business, consolidando gli obiettivi del piano industriale 2023-2026», ha dichiarato l’ad Alberto Nagel. «Abbiamo investito nel potenziamento delle nostre piattaforme fisiche e digitali, rafforzando l’offerta e avvicinandoci sempre di più al modello di Private Investment Banking, con riscontri positivi sia dai clienti sia dai professionisti del settore».

Verso la fusione con Banca Generali

Nagel ha poi ricordato l’operazione annunciata lo scorso 28 aprile con Banca Generali, che sarà sottoposta all’approvazione degli azionisti il prossimo 16 giugno. «Questa integrazione segna una tappa cruciale nella trasformazione di Mediobanca in un operatore finanziario diversificato, con una forte focalizzazione su settori a crescita elevata e limitato consumo di capitale. Con oltre la metà dei ricavi provenienti dal wealth management e oltre 210 miliardi di masse gestite, ci affermeremo come uno dei leader del settore in Italia e in Europa».

Nessuna apertura all’offerta di Mps

Infine, Mediobanca ha ribadito la propria contrarietà alla proposta di fusione avanzata da Mps, definendola inadatta al proprio modello di crescita. «L’integrazione proposta comporterebbe un’alta esposizione ai rischi del contesto macroeconomico e non garantirebbe alcun rafforzamento nei segmenti chiave, mantenendo intatte le criticità del bilancio Mps», si legge nella nota ufficiale.