Mattia Venini: “Con ATflow portiamo sul mercato una proposta trasversale, flessibile e market-driven”
In un settore in continuo movimento come quello automotive, servono visione, coraggio e capacità di anticipare il cambiamento. Abbiamo intervistato Mattia Venini, vicepresidente di Autotorino e presidente della nuova realtà distributiva ATflow, voce autorevole che unisce esperienza sul campo e uno sguardo proiettato verso il futuro. Con lui abbiamo parlato di risultati, strategie e trasformazioni

In un settore in continuo movimento come quello automotive, servono visione, coraggio e capacità di anticipare il cambiamento. Abbiamo intervistato Mattia Venini, vicepresidente di Autotorino e presidente della nuova realtà distributiva ATflow, voce autorevole che unisce esperienza sul campo e uno sguardo proiettato verso il futuro. Con lui abbiamo parlato di risultati, strategie e trasformazioni che stanno ridisegnando il modo in cui si vive e si interpreta la mobilità.
ATflow è nata per gestire l’importazione esclusiva di INEOS Automotive in Italia. Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine di questa nuova realtà?
ATFLOW nasce nel 2024 come realtà distributiva autonoma rispetto ad Autotorino e con un progetto già in origine multibrand. L’accordo con INEOS ha rappresentato il primo passo operativo nel mercato italiano, ma proprio dal mese di Aprile abbiamo annunciato le nuove partnership distributive con i marchi KGM e XPENG. KGM raccoglie l’esperienza di SsangYong, marchio noto in passato nel nostro mercato nel segmento dei SUV, mentre XPENG è un nome inedito per l’Italia, ed è un’azienda premium cinese con una vocazione high-tech. Con l’ingresso dei nuovi marchi, e con la nuova offerta di prodotto complessiva, ATFLOW ambisce a raggiungere il target di 30 partner e 70 punti di vendita e assistenza già entro la fine del 2025.
Gli obiettivi di breve periodo su INEOS riguardano sia la costruzione di una rete di vendita e assistenza consistente su tutto il territorio nazionale, sia la promozione e il posizionamento di questo prodotto, che ha caratteristiche distintive valevoli di essere raccontate.
In un orizzonte temporale più ampio, il progetto punta a rendere la gamma INEOS il must-have per chi cerca un veicolo affidabile e performante, con uno stile deciso e contenuti capaci di attrarre un pubblico esigente e raffinato. Un prodotto pensato per coinvolgere ed emozionare, oltre che per rispondere alle esigenze di chi vuole un’auto fatta per durare a lungo.
INEOS Grenadier e Quartermaster si posizionano come veicoli “contro corrente”. Come sta rispondendo il mercato italiano a questo brand e quali strategie state adottando per aumentare la diffusione?
La gamma INEOS è nata pensando a una tipologia di auto che sta inesorabilmente sparendo dal mercato, ma che in realtà ha ancora un grande pubblico: auto robuste, costruite per durare, raffinate, con dettagli di stile e dotazioni sofisticate, oltre che di qualità indiscussa. Se il mondo dell’auto dà l’impressione di tendere a un’omologazione e un appiattimento su alcune scelte tecniche o di impostazione estetica, Grenadier e Quartermaster fanno l’opposto. In effetti, la gamma INEOS esprime un atteggiamento tipicamente british, legato alla tradizione in senso positivo. Si è ispirata a ciò che, nel tempo, ha dimostrato di avere un valore intrinseco, per calarlo nella modernità. Anche attraverso scelte di carattere, come ad esempio mantenere la produzione in Europa o l’utilizzo della migliore tecnologia disponibile nel Vecchio Continente. La Grenadier è stata pensata in un pub di Londra, viene realizzata ad Hambach, in Francia, e utilizza componenti fondamentali prodotte in Italia.
Considerato il pacchetto tecnico proposto da Grenadier e Quartermaster, è ovvio che le persone inizialmente più interessate siano state quelle alla ricerca di un mezzo pensato per rimanere attivo e affidabile per diverse decine di anni, anche se utilizzato in maniera professionale. Tuttavia, oggi una forte richiesta arriva anche da una utenza con gusti molto più sofisticati. Queste persone sono alla ricerca di un mezzo che li rappresenti anche nella quotidianità, o nel semplice tragitto casa-lavoro, con uno stile unico, raffinato e riconoscibile. Classicheggiante da un lato, potenzialmente inarrestabile e moderna dall’altro.
La campagna pubblicitaria “Smussatevi voi” di ATflow per INEOS Grenadier ha un messaggio forte e distintivo. Qual è stata l’ispirazione dietro questa scelta comunicativa e che riscontri state ricevendo?
Con “Smussatevi voi” volevamo proprio sottolineare una discontinuità dalle attuali dinamiche di mercato, dare un messaggio che facesse riflettere e incuriosire i destinatari della campagna. Oggi si parla quasi esclusivamente di elettrificazione o di brand e prodotti mass market. Noi volevamo invece richiamare tutte quelle persone che non si riconoscono in questa omologazione. Se confrontate a un Grenadier o a un Quartermaster, le auto moderne possono risultare un po’ asettiche e poco entusiasmanti. La gamma INEOS, invece, è proprio rivolta a un pubblico esigente, a chi ancora ha passione ed entusiasmo, a chi non vuole solo un mezzo di trasporto. A chi vuole riconoscersi e raccontarsi ogni volta che si siede al volante della propria auto. Difatti, i primi riscontri ci hanno fatto entrare in contatto con persone mosse da esigenze diverse, tutte però accomunate dal desiderio di possedere un mezzo con un carattere definito e distintivo. Certamente il posizionamento di Grenadier e Quartermaster non li rende prodotti alla portata di tutti, ma per un certo tipo di utenti l’essere per pochi è un valore! Inoltre, il value for money della gamma INEOS è competitivo se si considerano le reali concorrenti dirette e questo ci viene riconosciuto da chi è stato per così dire “risvegliato” dalla nostra campagna di comunicazione.
Risultati aziendali e la strategia di Autotorino
In un anno che ha visto Autotorino superare i 2,6 miliardi di euro di fatturato, l’attenzione al cliente e l’evoluzione continua dei servizi hanno giocato un ruolo chiave. Ma oltre ai numeri, è la visione strategica che si conferma determinante, anche nel confronto con la sfida elettrica e con i nuovi scenari del mercato europeo.
Autotorino ha chiuso il 2024 con un fatturato di 2,65 miliardi di euro e oltre 73.000 vetture vendute. Quali sono stati i principali fattori di successo di quest’anno e quali le sfide più impegnative?
È stato un anno all’insegna della vicinanza al cliente. Il 2024 si è aperto con il debutto del nostro nuovo brand BeBeep dedicato all’usato, che ha introdotto un’ampliata e profonda dimensione di servizi e di tutele. Il nostro perimetro ha visto l’ingresso del nuovo territorio di Roma e del nuovo hub per la mobilità di Milano, in via Cassinis. Iniziative che ci portano ad ascoltare nuovi clienti e ampliare l’osservazione diretta del mercato, per il continuo affinamento della sintonia del nostro approccio e dello sviluppo dei servizi. Un esercizio che caratterizza il nostro modello da sempre, anche dove la nostra presenza è più ‘storicizzata’, e che costituisce un determinante fattore di successo.
Guardando al 2025, quali sono le strategie chiave per mantenere e ampliare la crescita di Autotorino, soprattutto in un contesto di transizione verso l’elettrico e con la crescente concorrenza asiatica?
Ci alleniamo sempre al cambiamento, perché lo riteniamo fonte di opportunità. L’elettrificazione è oggi un driver importante e il nostro ecosistema Autotorino Evolution, nato nel 2020, sta arricchendosi di molti elementi: formazione continua per i collaboratori, in primis i Consulenti Commerciali e alle Consegne, servizi ad hoc per i clienti e partnership specializzate che rendono l’esperienza degli elettromobilisti consapevole, oggettiva, facile e soddisfacente.
Allo stesso tempo, consolidiamo costantemente la collaborazione con i partner storici e guardiamo con interesse ai Marchi ed alle tecnologie emergenti. In entrambi i casi applichiamo sempre il punto di vista del cliente ai nostri ragionamenti, così da comprendere le vere ricadute nella possibile soddisfazione della mobilità di nuovi segmenti di pubblico, nonché per restituire spunti d’evoluzione anche alle Case partner.
In questo quadro si inserisce anche lo sviluppo di ATFLOW. Autotorino ha identificato nell’attività di importazione una possibilità di concreta e naturale espansione delle proprie attività nel settore automotive. Nata con l’ambizione di diventare un punto di riferimento autorevole e innovativo nel panorama distributivo europeo, ATFLOW concentra in una realtà affidabile, flessibile e market-driven competenze che uniscono l’esperienza nell’importazione e distribuzione con una profonda conoscenza delle esigenze dei clienti e delle dinamiche dei concessionari. Per questo è un interlocutore professionale e capace, già oggi, di offrire una selezione di prodotti trasversali al mercato, dal premium ai segmenti generalisti con ampio ventaglio di alternative di propulsione.
L’acquisizione della filiale Mercedes-Benz Varsavia rappresenta un passo importante per l’espansione europea di Autotorino. Quali opportunità e difficoltà prevede per il mercato polacco?
Siamo operativi a Varsavia dal primo febbraio. L’accoglienza dei collaboratori e il primo contatto con i clienti è positivo e stimolante. Un inizio incoraggiante per un passo che rappresenta qualche complessità in più rispetto alle operazioni di M&A condotte in ambito nazionale, in primis a livello linguistico e culturale, ma anche normativo. È comunque uno ‘scotto’ da pagare che abbiamo messo in conto quando, a suo tempo, abbiamo cominciato a valutare l’esplorazione di opportunità all’estero. E quelle che si aprono ora per Autotorino Varsavia sono prospettive che presentano indici rilevanti: la Polonia rappresenta il 5° parco circolante della Eu con 26,4 milioni di veicoli e, nel 2024, si è confermata 5° continentale anche come volume di mercato, attestatosi a 550mila immatricolazioni, con un balzo di +16,1% sul 2023. Dati che, uniti ai solidi outlook economici che contraddistinguono il sistema economico polacco da molti anni, ci danno fiducia e motivazione per fare bene in questa nuova sfida.
Welfare e cultura aziendale
Crescita sostenibile e benessere interno non sono solo parole: per Autotorino rappresentano pilastri concreti di un modello d’impresa che mette al centro le persone. Dalle iniziative di welfare ai progetti formativi, l’azienda costruisce ogni giorno un’identità condivisa e radicata nel territorio.
Autotorino è riconosciuta per l’attenzione ai propri collaboratori. Quali sono le iniziative di welfare e sviluppo professionale più significative che avete adottato recentemente?
Per i collaboratori abbiamo attivato un articolato sistema di welfare, che per quest’anno vede in campo oltre 2,5 milioni di euro per iniziative dedicate ai 2.900 collaboratori del Gruppo. Tra queste, compie tre anni il progetto a sostegno della genitorialità “Bonus Bebè”, che prevede 3mila euro per ogni figlio nato, e “Family Care” con il quale Autotorino si impegna a sostenere le famiglie dei collaboratori deceduti con figli di minore età.
Il settore automotive sta vivendo una trasformazione tecnologica e culturale. Come state affrontando il tema della formazione interna per adeguare le competenze del vostro personale alle nuove sfide del mercato?
Autotorino ha attraversato una forte accelerazione del proprio sviluppo negli ultimi 10 anni, raggiungendo oggi una dimensione territoriale e di squadra ben 6 volte superiore rispetto al 2014. A metà di questo decennio, nel 2020, abbiamo voluto attivare un importante lavoro per focalizzare una vision e una mission chiara, nonché una base codificata di valori comuni: è il dna Autotorino, scritto con il contributo di oltre mille persone interne, ed oggi rappresenta un punto di forza della coesione della nostra realtà. Basti pensare che uno dei primissimi appuntamenti formativi della nostra Academy interna, altro pilastro che accompagna la crescita personale e professionale dei nostri collaboratori, riguarda la conoscenza di questo nostro dna: un senso di appartenenza che parla di fiducia, trasparenza, serietà verso clienti e colleghi, attenzione ai dettagli ed ai processi, desiderio di migliorarsi sempre e sano attaccamento alla maglia. Credo che l’impegno su fronti complementari come cultura aziendale, formazione permanente e percorsi di crescita strutturati permetta ad Autotorino di mantenere un approccio alle sfide del mercato attento, proattivo e nutrito da energie positive.
L’azienda ha sempre valorizzato il radicamento territoriale. Quali sono i vostri progetti futuri per rafforzare ulteriormente il legame con le comunità locali?
Abbiamo fissato la nostra mission in un concetto tanto semplice quanto impegnativo: creare rapporti di fiducia. Lo facciamo con migliaia di clienti ogni anno, ma questa è solo una conseguenza di quei rapporti di fiducia che consolidiamo con i collaboratori e con i nostri partner. E, non da meno, con le comunità locali. Riconosciamo l’importanza della realizzazione degli obiettivi e dei sogni che ogni persona nutre e il nostro impegno è aiutare a renderli raggiungibili. Un impegno che abbiamo strutturato in un percorso Esg che ci ha portato alla certificazione per la Parità di Genere. Come tutti i traguardi, questo è uno stimolo per continuare a render sempre più saldo il rapporto con i collaboratori e con i territori in cui operiamo.
La nostra visione è internazionale e globale, ma la declinazione del nostro operato è sempre ‘messa a terra’ pensando alle comunità locali, sia sviluppando occupazione qualificata e reti professionali diffuse, nonché sostenendo iniziative di carattere sociale, culturale o sportivo. Una prospettiva di restituzione di valore ben radicata nel dna Autotorino.
Visione sul futuro del settore automotive
La transizione della mobilità è ormai una realtà. Tra nuove tecnologie, cambiamenti normativi e attori emergenti, il settore si confronta con sfide epocali.
Il mercato automobilistico è in piena trasformazione con l’elettrificazione e l’ingresso di nuovi attori. Qual è la sua visione sul futuro della mobilità e quali saranno le principali tendenze che impatteranno il settore nei prossimi anni?
Sarò diretto e pragmatico: confido che la transizione possa rientrare in un alveo tracciato dalla neutralità tecnologica, per una sostenibilità che soddisfi criteri ambientali, economici e sociali. Ogni forzatura, come oggi si vede benissimo, non giova a nessuno. E fortunatamente, tra istituzioni e industria, qualcuno si sta già accorgendo. E l’ingresso di nuovi attori è fisiologico: non si può pensare ad un’evoluzione che mantenga congelato lo status quo. Tutto sta nel vedere, in questo, opportunità e non solo minacce.