L’Oréal: un percorso sostenibile che passa anche dalla gdo
Nuovi pack, referenze refill, 100 milioni per startup che aiutino ad accelerare il percorso sostenibile al 2030 di L’Oréal “Siamo a metà del percorso L’Oréal for the future -spiega Ninell Sobiecka, Ceo di L’Oréal Italia-, lanciato nel 2020 e che entro il 2030 cambierà la multinazionale, attorno a 3 pilastri: trasformazione interna, coinvolgimento di fornitori e consumatori e investimenti in ambiente e società”. Di questo (e allargando lo sguardo alla sostenibilità intesa a 360°, L'Oréal ha parlato in una conferenza all'università Iulm di Milano. Cambiare il prodotto in ottica green Simone Targetti Ferri, Sustainability director di L’Oréal Italia (credits to Mark Up, Gdoweek) “C’è poi una parte che riguarda il prodotto -evidenzia Simone Targetti Ferri, Sustainability director di L’Oréal Italia- e il nostro rapporto con il retail in Italia. Il prodotto è cambiato in due modi da quando abbiamo cominciato il nostro piano 5 anni fa. Abbiamo cercato quando possibile di sostituire la plastica spesso con il cartone, come per esempio sulle creme de La Roche-Posay. Abbiamo tentato anche di ridimensionare il formato dei packaging. Abbiamo ridotto il peso del confezionamento su una serie di prodotti, impiegando di conseguenza meno materiale per la sua produzione. Dall’altra parte abbiamo introdotto il refill, quindi un formato ricaricabile, immettendo sul mercato più di 200 referenze. I consumatori possono acquistare il prodotto e poi continuare a ricaricare comprando soltanto le ricariche, che hanno un impatto minore in termini di CO2 minore. Il packaging rappresenta la prima fonte di emissioni di CO2”. Un percorso che coinvolge anche i clienti del retail L’eliminazione degli sprechi passa anche dal coinvolgimento dei clienti dei retailer. “Nel punto di vendita è necessario ottimizzare. I retailer italiani ci chiedono di collaborare, di lavorare insieme per comunicare al consumatore finale un messaggio chiaro, in modo netto, cercando di trasformare le sue aspettative, il suo modo di fare acquisti e di consumare. I retailer italiani cercano poi ispirazione, indicazioni sullo sviluppo di prodotto, su temi come il trasporto e altro ancora. A caccia di startup acceleratori dello sviluppo esg “66%: è la percentuale di utilizzo -racconta Inigo Larraya, Chief sustainability officer di L’Oréal- di materiali naturali. L’obiettivo è di arrivare al 75% nel 2030. Inoltre abbiamo stanziato 100 milioni di euro per cercare startup che possano accelerare il nostro percorso sostenibile”. Rinnovabili a tutto spiano Nel 2024 L’Oréal Italia ha inaugurato poi una nuova sede amministrativa eco-concepita. Raggiunto poi sempre nell’anno passato l’obiettivo di alimentare 3 siti produttivi italiani al 100% con energie rinnovabili. Un traguardo che passa anche da partenrship strategiche con produttori italiani di energia. “Con L’Oréal -comunica Luca Musicco, Ceo di Italgen- abbiamo siglato un contratto di fornitura di energia rinnovabile a lunghissimo termine (20 anni). È un caso raro in Italia”. L'articolo L’Oréal: un percorso sostenibile che passa anche dalla gdo è un contenuto originale di Mark Up.


“Siamo a metà del percorso L’Oréal for the future -spiega Ninell Sobiecka, Ceo di L’Oréal Italia-, lanciato nel 2020 e che entro il 2030 cambierà la multinazionale, attorno a 3 pilastri: trasformazione interna, coinvolgimento di fornitori e consumatori e investimenti in ambiente e società”. Di questo (e allargando lo sguardo alla sostenibilità intesa a 360°, L'Oréal ha parlato in una conferenza all'università Iulm di Milano.
Cambiare il prodotto in ottica green

“C’è poi una parte che riguarda il prodotto -evidenzia Simone Targetti Ferri, Sustainability director di L’Oréal Italia- e il nostro rapporto con il retail in Italia. Il prodotto è cambiato in due modi da quando abbiamo cominciato il nostro piano 5 anni fa. Abbiamo cercato quando possibile di sostituire la plastica spesso con il cartone, come per esempio sulle creme de La Roche-Posay. Abbiamo tentato anche di ridimensionare il formato dei packaging. Abbiamo ridotto il peso del confezionamento su una serie di prodotti, impiegando di conseguenza meno materiale per la sua produzione. Dall’altra parte abbiamo introdotto il refill, quindi un formato ricaricabile, immettendo sul mercato più di 200 referenze. I consumatori possono acquistare il prodotto e poi continuare a ricaricare comprando soltanto le ricariche, che hanno un impatto minore in termini di CO2 minore. Il packaging rappresenta la prima fonte di emissioni di CO2”.
Un percorso che coinvolge anche i clienti del retail
L’eliminazione degli sprechi passa anche dal coinvolgimento dei clienti dei retailer. “Nel punto di vendita è necessario ottimizzare. I retailer italiani ci chiedono di collaborare, di lavorare insieme per comunicare al consumatore finale un messaggio chiaro, in modo netto, cercando di trasformare le sue aspettative, il suo modo di fare acquisti e di consumare. I retailer italiani cercano poi ispirazione, indicazioni sullo sviluppo di prodotto, su temi come il trasporto e altro ancora.
A caccia di startup acceleratori dello sviluppo esg
“66%: è la percentuale di utilizzo -racconta Inigo Larraya, Chief sustainability officer di L’Oréal- di materiali naturali. L’obiettivo è di arrivare al 75% nel 2030. Inoltre abbiamo stanziato 100 milioni di euro per cercare startup che possano accelerare il nostro percorso sostenibile”.
Rinnovabili a tutto spiano
Nel 2024 L’Oréal Italia ha inaugurato poi una nuova sede amministrativa eco-concepita. Raggiunto poi sempre nell’anno passato l’obiettivo di alimentare 3 siti produttivi italiani al 100% con energie rinnovabili. Un traguardo che passa anche da partenrship strategiche con produttori italiani di energia. “Con L’Oréal -comunica Luca Musicco, Ceo di Italgen- abbiamo siglato un contratto di fornitura di energia rinnovabile a lunghissimo termine (20 anni). È un caso raro in Italia”.
L'articolo L’Oréal: un percorso sostenibile che passa anche dalla gdo è un contenuto originale di Mark Up.