L’inclusione inizia dai quartieri . L’esempio di Bologna e Firenze
A Milano, il Forum del Welfare ha raccolto 70 relatori per discutere di immigrazione, disagio giovanile e disabili

In un’Italia che rincorre gli obiettivi dell’Agenda 2030, alcune città si distinguono per un impegno concreto contro le disuguaglianze. Firenze, Milano e Bologna nel 2024 hanno lanciato progetti innovativi che puntano a costruire una società più giusta e inclusiva, trasformando le sfide sociali in occasioni di rinascita collettiva. In un Paese ancora segnato da profonde fratture economiche e culturali, queste città si ergono a modelli di coesione, solidarietà e partecipazione civica.
Firenze ha avviato il programma “Firenze Città Inclusiva”, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per le Disabilità. L’iniziativa prevede dieci progetti, tra cui laboratori di podcast, orticoltura, sartoria e musica sostenibile, oltre a uno sportello per il lavoro, con l’obiettivo di promuovere l’autonomia delle persone con disabilità, soprattutto tra i più giovani. Con il programma regionale “Vita Indipendente”, sono stati finanziati 217 progetti personalizzati per persone con disabilità grave, assicurando assistenza e mobilità. Il Festival dei Diritti con “Equivalenze” ha coinvolto i cittadini in eventi educativi sulla diversità e l’inclusione. Inoltre, il Comune ha stanziato 25 milioni per housing sociale e riqualificazione urbana, mirando a migliorare la qualità della vita nelle aree più fragili.
A Milano, il Forum del Welfare di gennaio ha raccolto oltre 70 relatori per discutere disuguaglianze, immigrazione, disagio giovanile, disabilità e futuro del lavoro. Il “Patto per il Lavoro” si articola su quattro assi: formazione, opportunità, lavoro dignitoso e rilancio, con attenzione particolare a donne e giovani in transizione lavorativa. Il Fondo QuBì ha raccolto risorse per contrastare la povertà minorile, sostenuto da Fondazione Cariplo che ha raddoppiato le donazioni fino a 500.000 euro. Il bando “Crowdfunding Civico 2024” ha infine favorito progetti locali di inclusione economica nei quartieri, sostenendo alleanze tra realtà sociali ed economiche.
Bologna ha investito in inclusione nei quartieri periferici con “Periferie Inclusive”, progetto finanziato dal Ministero per la Disabilità con 800.000 euro e co-progettato con 13 enti del terzo settore. Le attività hanno coinvolto i quartieri Savena, San Donato-San Vitale, Borgo Panigale-Reno e Navile, con l’obiettivo di accrescere l’autonomia delle persone con disabilità. Il progetto “Oltre la Media 2024” ha offerto corsi estivi intensivi di italiano a studenti stranieri e formazione ai docenti, per combattere la dispersione scolastica e favorire l’inclusione degli studenti non italofoni, Rom, Sinti e seconde generazioni.
A livello regionale, l’Emilia-Romagna ha sostenuto 75 progetti di innovazione sociale per un valore complessivo di quasi 11 milioni di euro, di cui oltre 5 milioni stanziati dalla Regione. Il Comune ha anche rilanciato il Bilancio Partecipativo, destinando 3 milioni alle proposte votate direttamente dai cittadini, con un budget di 500.000 euro per ciascun quartiere. Queste iniziative raccontano un’Italia che non attende il cambiamento, ma lo costruisce dal basso, con partecipazione e solidarietà. Le esperienze di Firenze, Milano e Bologna testimoniano come le città possano farsi motore di trasformazione, restituendo fiducia e dignità a chi rischia di restare indietro.