L’ex Dogana di Roma diventa un centro ultra-lusso. Le proteste: “Scelta cieca e insensata in piena emergenza abitativa”
Un colosso di vetro e acciaio si staglia oggi nel cuore di San Lorenzo, dove un tempo sorgeva l’ex Dogana: luogo simbolo della scena underground romana, ora riconvertito in un centro ultra-lusso. Al suo posto è nato “The Social Hub”, un progetto ambizioso firmato da una multinazionale olandese che ha trasformato il vecchio scalo merci […] L'articolo L’ex Dogana di Roma diventa un centro ultra-lusso. Le proteste: “Scelta cieca e insensata in piena emergenza abitativa” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Un colosso di vetro e acciaio si staglia oggi nel cuore di San Lorenzo, dove un tempo sorgeva l’ex Dogana: luogo simbolo della scena underground romana, ora riconvertito in un centro ultra-lusso. Al suo posto è nato “The Social Hub”, un progetto ambizioso firmato da una multinazionale olandese che ha trasformato il vecchio scalo merci in un hub multifunzionale tra studentato privato, coworking, hotel di lusso e spazio eventi. L’operazione è partita dalla vendita da parte di Cassa Depositi e Prestiti, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dello spazio. Un passaggio fortemente criticato dal territorio, che da tempo chiedeva che la zona fosse riqualificata e consegnata alla cittadinanza.
La storia del Social Hub parte nel 2016, quando la società, allora chiamata The Student Hotel, propose di realizzare un grande studentato, sfruttando la vicinanza con La Sapienza. Poi è arrivata la pandemia e, come racconta il Ceo Charlie MacGregor, il progetto è stato completamente ripensato: da residenza per studenti a struttura ibrida pensata per turisti, nomadi digitali, professionisti e, solo in parte, per studenti universitari. Nei prossimi mesi, con l’inaugurazione completa, l’edificio ospiterà 392 stanze con diverse destinazioni d’uso: alcune riservate agli studenti, altre – classificate a quattro stelle – dedicate ai turisti. A completare l’offerta ci saranno 250 postazioni di coworking, una palestra, un rooftop con piscina, bar e un parco di 10 mila metri quadri, quest’ultimo aperto al pubblico.
Gli spazi riservati agli studenti, però, non saranno accessibili prima di settembre. E i prezzi fanno già discutere: le stanze dedicate agli studenti possono arrivare a costare fino a 1.400 euro al mese. Sul portale ufficiale, ad esempio, una camera “Executive Queen” da 19 metri quadri con cucina condivisa è proposta a 1.482 euro. A Firenze, in una struttura analoga della stessa azienda, si arriva a 1.473 euro per una singola, mentre una doppia costa 1.088. A Bologna, i prezzi vanno dai 960 euro per una doppia ai 1.329 per una singola. Un’offerta che, secondo molte realtà del territorio, si inserisce in un contesto già fortemente colpito. San Lorenzo, da anni, vive un processo di trasformazione che ha fatto lievitare i costi degli affitti, allontanando residenti storici e studenti. L’arrivo del Social Hub, per molti, è solo l’ultimo tassello di una gentrificazione che sembra inarrestabile.
“In un quartiere già pesantemente piegato dalla speculazione edilizia, dall’emergenza abitativa aggravata alla vicinanza all’università Sapienza, e da un grande tema sociale che necessiterebbe di una riqualificazione urbanistica ampia e approfondita, questa scelta appare ancora più cieca e insensata. Vogliamo che l’abitare sia un diritto fondamentale della persona, prima che del mercato. Non è accettabile che un hotel di lusso sia la risposta data alle persone che semplicemente vorrebbero avere case dignitose, sicure, e strutture per servizi pubblici nel quartiere.” afferma Mattia Santarelli, presidente del comitato “Ma quale casa”, la campagna referendaria per il diritto alla casa.
A rincarare la dose è Valeria Cigliana, senatrice di Sinistra Universitaria a l’università La Sapienza: “Siamo in un contesto in cui il diritto alla casa è sempre meno garantito, e moltissime studentesse e studenti sono stati costretti a rinunciare agli studi perché non sono riusciti a trovare una stanza. I prezzi continuano a salire, soprattutto quest’anno, a causa del Giubileo e dell’aumento vertiginoso degli affitti brevi. In questo scenario, l’inaugurazione di uno spazio come il social hub a San Lorenzo, pensato come studentato, ma in realtà un altro studentato privato di lusso, ci lascia sbigottiti e arrabbiati. Ci troviamo di fronte a una situazione in cui avremmo bisogno di studentati pubblici e di alloggi per studenti a prezzi ragionevoli, se non addirittura gratuiti. Invece, ci ritroviamo davanti a un colosso edilizio, a due passi dalla città universitaria, che chiede 1.400 euro per l’affitto di una stanza, ignorando completamente chi ha davvero bisogno di aiuto e di supporto nell’emergenza abitativa. Per quanto riguarda il parco aperto al pubblico, il problema è che è stato pensato in un contesto che, anziché aprirsi ai problemi della cittadinanza, li ignora. Noi, in uno spazio che dovrebbe essere aperto alla città, ci vediamo esclusi a priori, perché ci è tolta l’ennesima opportunità di avere uno studentato adeguato alle nostre esigenze. Di uno spazio del genere, non sappiamo cosa farcene”.
Anche Alberto Campailla, presidente dell’associazione “Nonna Roma”, mette in guardia sugli effetti che simili progetti hanno sul mercato immobiliare: “La costruzione di uno Student Hotel a San Lorenzo, al di là delle intenzioni imprenditoriali, contribuisce inevitabilmente all’aumento degli affitti in una zona abitata da tantissimi studenti. Se una stanza di 19 metri quadri costa 1.400 euro al mese, è evidente che il mercato si adegua verso l’alto. In una città già travolta dall’emergenza abitativa, iniziative di questo tipo non fanno che peggiorare la situazione”.
Nel frattempo, le associazioni del quartiere non restano a guardare. Domenica 6 aprile hanno organizzato una mobilitazione pubblica, con l’obiettivo di discutere insieme agli abitanti gli impatti che la nuova apertura avrà su un territorio già fortemente congestionato. Un momento di confronto, ma anche di protesta, per rivendicare un’altra idea di città: inclusiva, accessibile e capace di rispondere ai reali bisogni della sua comunità.
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