La strage dell’incendio in una discoteca in Macedonia del Nord, ancora possibile nel 2025?
![CDATA[Un incendio scoppiato fra sabato 15 e domenica 16 marzo all’interno di una discoteca in Macedonia del Nord ha causato la morte di 59 persone e più di 150 feriti, di cui alcuni in pericolo di vita. Dai primi dettagli che emergono sulla tragedia, è possibile fare una riflessione su quello che la normativa ha previsto finora nel nostro Paese per prevenire questi eventi e cosa serve fare in più. Le possibili cause Dalle prime indagini sulla strage avvenuta in Macedonia del Nord emergono dei dettagli inquietanti sulle mancanze dei sistemi di sicurezza del locale. Dai resti del locale e dai video raccolti, risulta che a prendere fuoco sia stato inizialmente il soffitto del locale, colpito dalle scintille di alcuni fuochi d’artificio, che facevano parte della coreografia del concerto in corso. Già dai primi riscontri, è evidente che il locale presentava diverse irregolarità, sistemi di spegnimento inadeguati, uscite di emergenza insufficienti, pareti e soffitto non ignifughi. Molte delle vittime sono morte sotto la calca che tentava di fuggire dalla propagazione dell’incendio. Diverse sono persone nell’organizzazione sono indagate e il ministro dell’Interno della Macedonia del Nord ha già parlato di un possibile caso di corruzione che avrebbe portato il locale ad ottenere facilmente una licenza. Ciò che appare chiaro è che il locale presentava dispositivi e strutture carenti, non a norma e non vi erano stati controlli tali da intercettare queste anomalie. La storia in Italia Anche nel nostro Paese abbiamo assistito ad incidenti simili, alcuni dei quali hanno avuto un significato particolare nella storia della prevenzione incendi. Parliamo dell’incendio avvenuto il 13 febbraio 1983 al cinema Statuto di Torino, dove morirono 64 persone a seguito della rapida propagazione delle fiamme. Il bilancio fu pesante non solo perché presero fuoco rapidamente tutti gli arredi del cinema, ma anche a causa della chiusura delle uscite di sicurezza, che lasciarono intrappolate le vittime. Come spesso accade, anche in questo la normativa si mosse a seguito della tragedia. Dalle indagini risultò che l’edificio era assolutamente in regola con le leggi dell’epoca, che tollerava persino le uscite di emergenza chiuse. Da qui la pubblicazione del decreto 6 luglio 1983 “Norme sul comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali da impiegarsi nella costruzione di teatri, cinematografi e altri locali di pubblico spettacolo in genere”, sui requisiti dei materiali da utilizzare, che portò poi ad una definizione delle caratteristiche di resistenza al fuoco e differenziazione da quelle di reazione al fuoco. È appena successivo il DM 26 giugno 1984, “Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali della prevenzione incendi”, che ha subito nel tempo diversi aggiornamenti, fra cui i più recenti con il Decreto Ministero dell’Interno 14 ottobre 2022. Nella sua evoluzione, la norma ha poi recepito le disposizioni europee, con la classificazione dei materiali da costruzione della UNI EN 13501-1. Gli effetti del decreto del 6 luglio 1983 non furono solo visibili nell’evoluzione della legislazione in tema, ma fattuali nella prevenzione di possibili simili stragi: il 4 marzo 1984 a poco più di un anno dall’incidente dello Statuto, due giovani, i cosiddetti assassini del gruppo “Ludwig” tentarono di appiccare il fuoco nella discoteca Melamara a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova; l’impresa fallì in quanto il locale aveva già adottato il provvedimento del 1983 e i due furono arrestati. Cosa ci insegna Sebbene la strage avvenuta lo scorso fine settimana sia avvenuta all’estero, in uno Stato che al momento non fa parte dell’Unione Europa, può essere comunque un’occasione per riflettere sullo stato del nostro paese, su cosa abbiamo fatto e stiamo facendo per prevenire incendi simili. La normativa nazionale, fino ai Decreti di prevenzione incendi nei luoghi di lavoro del 2021, ha subito un’evoluzione importante e fornisce già numerosi strumenti per evitare eventi catastrofici in luoghi pubblici e negli ambienti di lavoro. Spesso ciò che manca, però, sono i controlli e la costanza nel mantenere gli standard di sicurezza necessari. L’evento degli ultimi giorni ci ricorda l’importanza di strutturare adeguatamente i nostri impianti antincendio, i nostri piani di emergenza, ma anche la necessità di verificarne l’efficienza continuativamente.]]

Un incendio scoppiato fra sabato 15 e domenica 16 marzo all’interno di una discoteca in Macedonia del Nord ha causato la morte di 59 persone e più di 150 feriti, di cui alcuni in pericolo di vita. Dai primi dettagli che emergono sulla tragedia, è possibile fare una riflessione su quello che la normativa ha previsto finora nel nostro Paese per prevenire questi eventi e cosa serve fare in più.
Le possibili cause
Dalle prime indagini sulla strage avvenuta in Macedonia del Nord emergono dei dettagli inquietanti sulle mancanze dei sistemi di sicurezza del locale. Dai resti del locale e dai video raccolti, risulta che a prendere fuoco sia stato inizialmente il soffitto del locale, colpito dalle scintille di alcuni fuochi d’artificio, che facevano parte della coreografia del concerto in corso.
Già dai primi riscontri, è evidente che il locale presentava diverse irregolarità, sistemi di spegnimento inadeguati, uscite di emergenza insufficienti, pareti e soffitto non ignifughi. Molte delle vittime sono morte sotto la calca che tentava di fuggire dalla propagazione dell’incendio.
Diverse sono persone nell’organizzazione sono indagate e il ministro dell’Interno della Macedonia del Nord ha già parlato di un possibile caso di corruzione che avrebbe portato il locale ad ottenere facilmente una licenza.
Ciò che appare chiaro è che il locale presentava dispositivi e strutture carenti, non a norma e non vi erano stati controlli tali da intercettare queste anomalie.
La storia in Italia
Anche nel nostro Paese abbiamo assistito ad incidenti simili, alcuni dei quali hanno avuto un significato particolare nella storia della prevenzione incendi.
Parliamo dell’incendio avvenuto il 13 febbraio 1983 al cinema Statuto di Torino, dove morirono 64 persone a seguito della rapida propagazione delle fiamme. Il bilancio fu pesante non solo perché presero fuoco rapidamente tutti gli arredi del cinema, ma anche a causa della chiusura delle uscite di sicurezza, che lasciarono intrappolate le vittime.
Come spesso accade, anche in questo la normativa si mosse a seguito della tragedia. Dalle indagini risultò che l’edificio era assolutamente in regola con le leggi dell’epoca, che tollerava persino le uscite di emergenza chiuse. Da qui la pubblicazione del decreto 6 luglio 1983 “Norme sul comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali da impiegarsi nella costruzione di teatri, cinematografi e altri locali di pubblico spettacolo in genere”, sui requisiti dei materiali da utilizzare, che portò poi ad una definizione delle caratteristiche di resistenza al fuoco e differenziazione da quelle di reazione al fuoco.
È appena successivo il DM 26 giugno 1984, “Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali della prevenzione incendi”, che ha subito nel tempo diversi aggiornamenti, fra cui i più recenti con il Decreto Ministero dell’Interno 14 ottobre 2022. Nella sua evoluzione, la norma ha poi recepito le disposizioni europee, con la classificazione dei materiali da costruzione della UNI EN 13501-1.
Gli effetti del decreto del 6 luglio 1983 non furono solo visibili nell’evoluzione della legislazione in tema, ma fattuali nella prevenzione di possibili simili stragi: il 4 marzo 1984 a poco più di un anno dall’incidente dello Statuto, due giovani, i cosiddetti assassini del gruppo “Ludwig” tentarono di appiccare il fuoco nella discoteca Melamara a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova; l’impresa fallì in quanto il locale aveva già adottato il provvedimento del 1983 e i due furono arrestati.
Cosa ci insegna
Sebbene la strage avvenuta lo scorso fine settimana sia avvenuta all’estero, in uno Stato che al momento non fa parte dell’Unione Europa, può essere comunque un’occasione per riflettere sullo stato del nostro paese, su cosa abbiamo fatto e stiamo facendo per prevenire incendi simili.
La normativa nazionale, fino ai Decreti di prevenzione incendi nei luoghi di lavoro del 2021, ha subito un’evoluzione importante e fornisce già numerosi strumenti per evitare eventi catastrofici in luoghi pubblici e negli ambienti di lavoro. Spesso ciò che manca, però, sono i controlli e la costanza nel mantenere gli standard di sicurezza necessari. L’evento degli ultimi giorni ci ricorda l’importanza di strutturare adeguatamente i nostri impianti antincendio, i nostri piani di emergenza, ma anche la necessità di verificarne l’efficienza continuativamente.]]