Infermiera aggredita a Cisanello: “Ho avuto paura, mi sentivo fragile”

La professionista: “I suoi occhi erano pieni di rabbia. Nessuno dei presenti è intervenuto, mi ha ferito molto l’indifferenza”

Mar 26, 2025 - 03:25
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Infermiera aggredita a Cisanello: “Ho avuto paura, mi sentivo fragile”

Pisa, 26 marzo 2025 – Gli occhi e le mani. Più che le offese “sei una s......, un pezzo di m....”, non scorderà mai gli occhi. “Erano pieni di rabbia”. È proprio lei a raccontarlo, l’infermiera che è stata aggredita la mattina di giovedì 20 marzo da un paziente all’edificio numero 10 di Cisanello, come raccontato da La Nazione. Oggi, dopo il segretario provinciale Nursind, Daniele Carbocci, e la presidente provinciale dell’ordine professioni infermieristiche, Claudia Calderini, è intervenuta anche la presidente nazionale dell’Fnopi, Barbara Mangiacavalli. La professionista ha deciso di parlarne perché “non accada più”.

I medici del pronto soccorso, dopo una prima prognosi di 4 giorni, hanno deciso di allungare il periodo di riposo fino alla fine di marzo. Scatterà così d’ufficio la denuncia verso l’uomo. “Era mattino e c’erano decine di persone in sala d’attesa per la visita cardiologica – spiega – a un certo punto un signore mi dice che lui ha il numero 10 e hanno appena fatto entrare l’11. Rispondo che ci sono 10 ambulatori e che i numeri vengono dati al cup solo per motivi di privacy, le visite non hanno tutte la stessa durata. Ma si alza un altro signore, con una stazza importante e mi si piazza davanti, io sono piccola... aveva gli occhi pieni di livore e ha iniziato a volteggiare le mani intorno alla mia testa”. “Per stemperare, ho detto ’manteniamo la calma’. E sono partite le offese. Non solo a me ma a tutto il personale. Le sue mani volteggiavano e io pensavo: ’Ora mi prende e mi dà una botta’. Nessuno dei presenti è intervenuto, mi ha ferito molto l’indifferenza. Ero bloccata contro la porta che divide gli ambulatori dalla sala d’attesa. Ho chiesto al signore che si era lamentato per primo di aiutarmi. Ero bianca, mi tremavano le gambe, mi sentivo fragile. Siamo lì per sostenere i cittadini, sempre, e non volevo mettere in difficoltà, nonostante tutto, quella persona. Ma poi, dopo, gli altri pazienti mi hanno detto ’è stata brava’. Lì, ho capito, dovevo denunciare l’episodio, abbiamo già avuto a Pisa una sanitaria uccisa, la dottoressa Barbara Capovani. E così ho parlato”. La collega, avvisata, è riuscita a distrarre l’uomo e a trascinare dentro una stanza l’infermiera, salvandola: “Lui le urlava”, ci racconta al telefono, “Le diceva ’non capisci e non vali niente. Ve le devono dare più forti a voi donne, fa bene chi vi picchia’”.