La sfida del Fisco al recupero dei debiti: il 43% dei contribuenti deve meno di 1.000 euro

La sfida del Fisco al recupero dei debiti dei contribuenti richiede, nella stragrande maggiornaza dei casi, inteventi per importi minimi (sotto i mille euro). Lo ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, Vincenzo Carbone, in audizione presso la commissione Finanze del Senato. I numeri del Fisco sul recupero debiti parlano chiaro: […] L'articolo La sfida del Fisco al recupero dei debiti: il 43% dei contribuenti deve meno di 1.000 euro proviene da Economy Magazine.

Mar 27, 2025 - 19:00
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La sfida del Fisco al recupero dei debiti: il 43% dei contribuenti deve meno di 1.000 euro

La sfida del Fisco al recupero dei debiti dei contribuenti richiede, nella stragrande maggiornaza dei casi, inteventi per importi minimi (sotto i mille euro). Lo ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, Vincenzo Carbone, in audizione presso la commissione Finanze del Senato.

I numeri del Fisco sul recupero debiti parlano chiaro: “Il 6% dei contribuenti italiani – ha detto Carbone – detiene ben l’87% del totale del magazzino fiscale. Questo dato evidenzia una forte stratificazione del debito, con 1,32 milioni di soggetti che registrano pendenze superiori ai 100mila euro”. Dall’altro lato della scala, quasi la metà dei contribuenti indebitati presenta somme residue inferiori ai 1.000 euro. Parliamo del 43% dei 22,3 milioni di soggetti con debiti iscritti a ruolo, il cui peso complessivo ammonta a un marginale 0,2% dell’intero carico fiscale.

Il debito fiscale italiano mostra, un numero ristretto di grandi debitori che pesano in modo sproporzionato sul sistema, a fronte una vasta platea di piccoli contribuenti con importi minimi che si accumulano nel tempo. La sfida della riscossione si gioca sull’equilibrio tra efficienza amministrativa, costi e strumenti di recupero.

Resta tutto da risolvere il problema della recidività: il 60% di questi soggetti risulta iscritto a ruolo in almeno dieci diverse annualità, segno di una persistenza nel mancato pagamento di importi modesti.

Tempi e criticità del Fisco per il recupero debiti 

Carbone ha anche sottolineato la difficoltà nella gestione dei crediti fiscali nel lungo periodo. Il 30% degli importi viene regolarizzato poco dopo la notifica, mentre un altro 25% si sistema entro i successivi quattro o cinque anni, spesso grazie a procedure di recupero forzoso o rateizzazioni. Dopo il quinto anno, però, la possibilità di riscossione cala drasticamente.

Un aspetto rilevante riguarda la nuova norma sulla rottamazione quinquies, in cui è prevista una gestione più strutturata dei crediti fiscali con meccanismi di discarico automatico. Questa riforma potrebbe alleggerire il carico burocratico, ma resta da capire quanto effettivamente migliorerà l’efficienza della riscossione.

Le risorse di personale dell’Agenzia delle Entrate

Oltre ai numeri sulla riscossione, Carbone ha illustrato l’evoluzione dell’organico dell’ente. Nel 2007, con il ritorno della riscossione sotto controllo pubblico e l’uscita di scena del gruppo Equitalia, il personale era composto da 8.130 unità. Oggi, con la fusione con Riscossione Sicilia, l’organico ammonta a 7.056 risorse, un calo significativo che potrebbe avere impatti sulla capacità operativa dell’Agenzia nel recupero crediti.

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