La rabbia della destra Usa
Prevost bersagliato sui social. L’influencer Loomer: "È marxista". .

Chi esulta, chi si complimenta (ma chissà se poi sia davvero contento), chi se ne fa una ragione e chi attacca apertamente. Di certo, negli Stati Uniti, l’elezione al Soglio Pontificio di Robert Prevost, il primo Papa nordamericano, non ha lasciato indifferente i cattolici americani, che rappresentano il 20 per cento del totale, ossia la seconda confessione religiosa, preceduti dai protestanti che sono il 43 per cento.
La portata di quest’evento, però, è talmente epocale, che rischia di avere un impatto significativo anche sul resto della popolazione americana, soprattutto se si conta il messaggio aperto e inclusivo che il Pontefice ha già fatto capire di voler trasmettere. La destra americana, che pure rappresenta la parte maggioritaria dei cattolici statunitensi, è in allarme per un Papa che intende promuovere una società e valori completamente diversi da quelli proposti dal presidente Trump. L’inquilino della Casa Bianca si è complimentato subito, il suo vice JD Vance, ripreso da Prevost quando era ancora cardinale per una lettura sbagliata di S. Agostino, ha mandato un messaggio istituzionale. Ma sotto la cenere cova sempre la brace. E se ancora ci fossero dubbi sul fatto che la scelta del Conclave non sia piaciuta a tutti, basta vedere la reazione in ambito MAGA (Make America Great Again), il movimento che costituisce lo zoccolo duro dell’elettorato del tycoon.
Nella notte fra giovedì e venerdì, i social, soprattutto l’immancabile X, sono stati travolti da una serie di tweet per nulla rispettosi del Pontefice e dell’autorità che incarna. Laura Loomer, influencer della destra vicina a Trump, da oltre un milione e mezzo di follower, ha definito Leone XIV ‘un’altra marionetta marxista in Vaticano’. Il riferimento è ovviamente a Papa Francesco, che proprio con questa amministrazione non aveva certo rapporti sereni. Un altro influencer di destra, Mike Cernovich, ha twittato sulla stessa linea: "Mi dispiace, cattolici. Questo Papa è un globalista a favore dei confini aperti. Presto spingerà per l’aborto". Ieri il quotidiano online Politico.com ha pubblicato un’intervista che Steve Bannon, ex stratega di Trump, ha rilasciato qualche giorno fa e nella quale aveva previsto proprio l’elezione di Robert Prevost. Senza troppi mezzi termini, Bannon aveva definito questa ipotesi la ‘scelta peggiore per i cattolici MAGA’, lasciando intendere che contro di loro c’è un vero e proprio complotto, un vero e proprio ‘voto anti-Trump’ da parte dei globalisti della Curia. Le stesse dietrologie giravano ieri su alcuni canali Telegram vicini al movimento, tanto che, più che di un Conclave, sembrava stessero parlando di una serie televisiva che si distingue per intrighi e sotterfugi, dove il Pontefice è stato ritratto come esponente della ‘deep Church’ una sorta di élite ecclesiastica e progressista. Uno scenario dove alla chiesa ultraconservatrice americana, e alle ramificazioni che sta cercando di creare all’estero, rimarrebbe sono lo scisma. Per fortuna, i 10 cardinali statunitensi, spaccati in cinque conservatori e cinque progressisti, sono entrati in Conclave insieme e proprio il Cardinale Timothy Dolan, sulla carta ultraconservatore e vicino a Trump, dovrebbe aver avuto un ruolo determinante nell’elezione di Leone XIV.
La Chiesa ha sempre trovato la sua forza nell’unità malgrado la diversità. Ma non si può essere certi che gli altri quattro cardinali conservatori la pensino allo stesso modo. In più, bisogna vedere se il popolo MAGA saprà riconoscere in Papa Prevost il suo pastore. Sperando, a quel punto, che Trump non si senta declassato. Per come ci ha abituati, potrebbe prenderla molto male.