La partita del risparmio gestito. Mediobanca punta Banca Generali
Operazione da 6,3 miliardi. L’ad Nagel: "Non è una risposta a Mps". E il Monte ribatte: non fermiamo la nostra offerta

Ha accarezzato l’idea per almeno cinque anni, poi ieri Mediobanca ha varcato il Rubicone e lanciato un’Offerta pubblica di scambio sulla totalità di Banca Generali mettendo sul piatto 6,3 miliardi. Mediobanca propone 54,17 euro per azione di Banca Generali, riconoscendo un premio dell’11,4%. Con questa mossa, l’ad Alberto Nagel chiede ai soci di scegliere tra due prospettive: la creazione di un colosso del risparmio con Banca Generali o l’ingresso in Mps con un altro progetto di banca.
COME PAGHERÀ
Per raccogliere il capitale necessario, Piazzetta Cuccia scambierà la partecipazione nel gruppo Generali (detiene il 13%) pari a 6,3 miliardi con le azioni di Banca Generali, valorizzate con un concambio pari a 1,70. In pratica metà della partecipazione, poco più di 3 miliardi, tornerà ad Assicurazioni Generali (che detiene il 50,17 di Banca Generali) con l’accordo di non venderle per un anno. "Le nostre azioni Generali bisogna vederle come se fossero denaro, un corrispettivo da utilizzare a fronte di questa operazione", ha detto Nagel.
IL RAPPORTO CON MPS
Con questa operazione Mediobanca non cambierà il proprio patrimonio e il profilo della banca oggetto a sua volta di una Ops da parte di Mps. Ieri sera il Monte ha fatto trapelare ieri che la nuova Ops non è "ostativa" alla sua e anzi "aumenta il valore industriale" dell’offerta che Mps ha lanciato su Mediobanca. Insomma, tutto procede parallelamente, come se non ci fossero interdipendenze. Nagel ha assicurato che l’Ops su Banca Generali non è una risposta a Mps, ma solo "una coincidenza". Sarà, tuttavia gli analisti dubitano. "Mediobanca perderebbe la quota in Generali, che è il vero obiettivo finale dell’offerta di Mps" commenta Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. Vedremo le prossime mosse di una partita a scacchi che si gioca su più tavoli.
L’obiettivo dichiarato dell’ops su Banca Generali è la creazione di un "leader italiano nella gestione del risparmio" (parole di Nagel), un gruppo finanziario diversificato che ha nella gestione del patrimonio "il business prevalente oltre che prioritario". È la dimostrazione di come nel risiko bancario italiano l’enorme massa del risparmio privato sia il vero cuore di tutte le operazioni. Il tema intreccia finanza e politica, interessata a garantire le casseforti degli italiani. Lo si era visto con le reazioni alla joint venture tra Generali e la francese Natixis che costituirà un polo europeo da 1.900 miliardi – quasi il Pil italiano –, ma dove il ruolo del colosso francese ha sollevato polemiche.
I CONTI
L’operazione Mediobanca-Banca Generali porterebbe la banca di Nagel a gestire 210 miliardi di euro (Banca Generali porta in dote 104 di asset) mettendo insieme l’expertise di Mediobanca quelle che hanno reso Banca Generali, amministrata da Gian Maria Mossa, un gioiellino. Anche se Nagel ha pecisato che "non userà il brand Banca Generali" perché il "marchio Mediobanca nel private e investment banking è il migliore in Italia". La "combinazione" fra le due banche creerebbe comunque "un leader di mercato" con una capacità di crescita fuori dal comune.
I CLIENTI
Mediobanca assicura che i clienti potranno avere benefici dall’Ops potendo "accedere a una gamma di prodotti più ampia" nel settore del private e degli investimenti "oltre che nei mutui e nei prestiti". Serviranno 350 milioni per l’integrazione ma il piano prevede di risparmiare con le sinergie 90 milioni di spese amministrative e 60 milioni legati alle risorse umane.
LE REAZIONI
Generali (socio al 50,17% di Banca Generali) ha rinviato la sua valutazione mentre il cda di Banca Generali ha precisato che l’Ops "non è stata sollecitata né preventivamente concordata". La Borsa ha premiato Banca Generali (più 5,17%), Mps (più 2,08%) e Unicredit (più 1,71%) mentre Mediobanca ha chiusio ieri a meno 0,80% e Generali ha lasciato sul terreno l’1,13%.