La partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende è legge. Ma è senza obblighi
Con il voto favorevole del Senato, diventa legge la proposta di partecipazione agli utili delle aziende da parte dei lavoratori. La proposta, di iniziativa popolare, è stata promossa dalla Cisl nel 2023 ed aveva raccolto oltre 400mila firme, per promuovere forme di coinvolgimento dei lavoratori nella gestione e nei profitti delle imprese. Il provvedimento, approvato […] L'articolo La partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende è legge. Ma è senza obblighi proviene da Economy Magazine.

Con il voto favorevole del Senato, diventa legge la proposta di partecipazione agli utili delle aziende da parte dei lavoratori. La proposta, di iniziativa popolare, è stata promossa dalla Cisl nel 2023 ed aveva raccolto oltre 400mila firme, per promuovere forme di coinvolgimento dei lavoratori nella gestione e nei profitti delle imprese. Il provvedimento, approvato in via definitiva con 85 voti favorevoli, 21 contrari e 28 astensioni, segna – per alcuni – un momento storico nei rapporti industriali.
I lavoratori negli organi di governance delle società per azioni
Il testo approvato si limita a promuovere, senza obbligare, la presenza dei lavoratori negli organi di governance delle società per azioni a struttura duale – con consigli di gestione e di sorveglianza – ma esclude in maniera esplicita banche e partecipate pubbliche.
Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto (FdI), saluta la legge come “un nuovo paradigma nella governance aziendale, dove la crescita dei lavoratori si sposa con le esigenze di produttività”. Ma i sindacati divisi offrono un quadro molto meno univoco. Tino Magni (Avs) è netto: “I lavoratori non avranno voce in capitolo”. Per Francesca Re David (Cgil), “siamo di fronte a un impianto normativo che, di fatto, segna un passo indietro nella dignità e nel ruolo del lavoro”.
Le agevolazione fiscali
È inoltre prevista una fiscalità agevolata per la distribuzione di utili ai dipendenti, con una soglia elevata da 3.000 a 5.000 euro lordi per l’anno 2025, soggetta a imposta sostitutiva.
Sindacati divisi sulla legge sugli utili delle aziende
Non mancano le critiche, sia da parte sindacale che politica. La segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, parla di una “tappa epocale”, evidenziando come “l’articolo 46 della Costituzione trovi finalmente applicazione concreta”. La ministra del Lavoro Marina Calderone rivendica l’impegno portato a termine: “Oggi si apre una nuova stagione per il mondo del lavoro”.
Tuttavia, la norma non convince tutti. Per la Uil si tratta di un testo “annacquato”, che svuota il concetto stesso di partecipazione, riducendolo a mera eventualità. Ancora più critico il giudizio della Cgil, secondo cui la legge “azzera la contrattazione collettiva”, snaturando l’idea stessa di dialogo sociale. Non manca il dissenso in Aula: il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra votano contro, mentre il Partito Democratico si astiene, replicando la posizione espressa a febbraio alla Camera.
Secondo la senatrice dem Susanna Camusso, già alla guida della Cgil, il provvedimento è stato “svuotato e stravolto” per assecondare i veti di Confindustria. “Ancora una volta – afferma – si decide che la partecipazione dei lavoratori debba dipendere dalla sola volontà dell’azienda”.
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