La necessaria rinascita spirituale della Chiesa

Il Papa, secondo la dottrina cattolica, è “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Lumen Gentium).In quanto Vicario di Cristo “ha […]

Mag 9, 2025 - 15:01
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La necessaria rinascita spirituale della Chiesa

Il Papa, secondo la dottrina cattolica, è “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Lumen Gentium).
In quanto Vicario di Cristo “ha sulla Chiesa la potestà piena suprema e universale” (Lumen Gentium). Il suo scopo è di “conferma[re] nella fede i suoi fratelli” (Dei Verbum).

Trovavo comico che ieri in TV fossero stati invitati solo giornalisti che usavano categorie giornaliste per fare cronaca giornalista.
Gli stessi giornalisti poi dicevano “non possiamo usare categorie come progressista o conservatore per descrivere il Papa”, ma poi ricadevano immediatamente in questo pensiero binario, non avendo altre categorie da usare.

Il Papa rappresenta l’unità di una Chiesa
che è in crisi. La sua figura mediatica e politica assume un ruolo sempre più importante proprio perché la Chiesa invece lo sta perdendo.
E’ un paradosso: la Chiesa sembra perdere presa, il Pontefice incrementarla.

La scelta di Prevost è comunque sorprendente sotto tanti aspetti.
Il primo Papa statunitense, agostiniano, missionario, vescovo in Perù, il richiamo a Maria, il motto che richiama che siamo Uno nell’Uno, la scelta di Leone.
Certamente Leone XIII, ma anche Leone Magno, che ha fermato Attila e deciso molto sull’identità del papato per come la conosciamo oggi.

Non si può non rimanere stupefatti dalla grandiosità di questa Istituzione. Da 2000 anni riesce a formare uomini e donne di tutto il mondo, che rimangono – nonostante tutto – fedeli a un percorso comune, a una prassi comune, con una serietà, una professionalità, una radicalità impressionanti. E che scelgono persone inaspettate per rinnovarsi, che rappresentano sensibilità diverse, ma restano comunque fedeli a una storia, una tradizione, una letizia tramandata nei secoli.

Anche da un approccio laico, non può che destare meraviglia.
Da un approccio di chi sa vedere oltre il visibile, conferma che è davvero difficile credere sia solamente opera di uomo.

La cosa bella è stato il primo saluto: Pace a voi!
Questo è l’annuncio del Cristo risorto e queste sono state le prime parole: la pace nei cuori ottenuta grazie all’unica persona che può colmare ogni vuoto e riempire ogni lacuna.

Una pace che è disarmata e disarmante, ma proprio per questo potentissima, e vivente, presente e regnante. E che non è un concetto, un’ideologia, un buon sentimento, come ho sentito ieri su La7. Ma è un incontro fisico, un annuncio, un’esperienza concreta che la Chiesa deve annunciare a tutto il mondo.

I problemi della Chiesa rimangono gli stessi individuati almeno dagli ultimi cinque pontefici, ovvero la necessità di una nuova evangelizzazione. Il problema è cioè proprio l’unità dei cristiani, l’unità vera e spirituale, che il Papa deve solo rappresentare e che non garantisce certamente lui. Perché sotto le carnevalate televisive, rimane sempre lo stesso compito folle indicatoci dal vero Capo della Chiesa, ovvero Gesù di Nazareth.

“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura.”

Il Verbo parla sempre, e dobbiamo aprire le orecchie per ascoltarlo anche oggi, e poi comunicarlo a questo mondo che ha bisogno di una notizia vera e fondata di Vita nuova. La Buona notizia di un rinnovamento da scoprire sempre e sempre di nuovo, la morte a ogni nostro attaccamento, alle piccole ambizioni, ai piccoli ego, e una rinascita totale in un Cuore nuovo, che Prevost ha voluto giustamente inserire nel suo stemma.