La figlia di Francesco Nuti: “Era ricoverato in clinica e gli cantavo sotto la finestra”

Ginevra ha 25 anni e da poco è diventata medico: un papà dolce e affettuoso: “La gente continua ad amarlo. Tutti dicono che abbiamo gli stessi occhi”

Mag 17, 2025 - 07:18
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La figlia di Francesco Nuti: “Era ricoverato in clinica e gli cantavo sotto la finestra”

​​​​​Firenze, 17 maggio 2025 – Lo sente sempre vicino a lei. Anche se i ricordi sono quelli di una bambina che non ha potuto godersi la figura del padre. Oggi Francesco Nuti avrebbe compiuto settant’anni. È mancato il 12 giugno 2023. Firenze lo celebra con un’intera giornata di eventi al parco delle Cascine, in Palazzo Vecchio e in piazza della Signoria. Lei, Ginevra Nuti, la sua bimba diventata da pochi mesi medico, lo porta nel cuore con il grande rimpianto di non aver avuto il tempo che si augurava per abbracciarlo e stare con lui.

Che ricordo si porta appresso, Ginevra, di suo padre?

“Ce ne sono tanti, tutti carichi di affetto, con l’enorme rammarico che quell’incidente domestico quando io avevo sette anni ha pesantemente condizionato la quotidianità del nostro rapporto. Mi consola tantissimo il fatto che ho sempre visto nei suoi confronti affetto e stima sinceri. La gente lo amava e lo continua ad amare come noi. Significa che era una splendida persona e ha fatto qualcosa di grande”.

Un Francesco Nuti popolare anche fra i giovani che lo hanno conosciuto solo dai suoi film.

“Questo mi colpisce. Quelli della sua generazione lo hanno visto e apprezzato direttamente, ma ci sono tanti ragazzi e ragazze che mi dicono che hanno studiato la sua vita e quello che ha fatto. E lo sentono come un amico di famiglia”.

Quale aspetto di papà artista piace di più a Ginevra?

“Quello legato alla musica, è un mondo che affascina anche me. Io bambina mi mettevo di fianco a lui che suonava il pianoforte accanto all’acquario e cercavo di imparare. Poi, infatti, ho studiato musica e canto e lui con i suoi consigli mi avrebbe aiutata. Naturalmente ammiro la sua carriera d’attore e regista che è stata travolgente. Il film a cui sono più affezionata è Caruso Pascoski poi Tutta colpa del paradiso. In generale, il mio più grande rammarico è quello di non aver potuto rendere partecipe papà dei traguardi della vita come accade a una figlia con il proprio padre. Sia nello studio, con la laurea in Medicina che lo avrebbe riempito di orgoglio, che in tutte le tappe di crescita in cui ho avuto a fianco l’affetto di mia mamma Annamaria (l’attrice Annamaria Malipiero, ndr) che è eccezionale”. Sorriso e dolore: le due vite di Francesco Nuti

Ci sono dei ricordi particolarmente dolci scritti nel libro della memoria?

“Lui era molto impegnato, ma cercava di trovare tempo per me. Era dolce, affettuoso e pieno di attenzioni. Ricordo una indimenticabile giornata al luna park a Roma. Lui è salito su tutte le giostre con me e si è divertito come un pazzo. Poi ho fatto ammattire sia lui che mamma perché mangiavo poco e loro si impegnavano a stimolarmi a tavola. Papà mi parlava e cercava di convincermi dicendomi che dovevo crescere bene. Quando, dopo l’aggravamento delle sue condizioni, era ricoverato in clinica a Roma io, mio zio Giovanni e il regista Giovanni Veronesi abbiamo suonato e cantato la sua canzone Puppe a pera sotto la finestra della sua stanza. È stato toccante per tutti, facemmo un video che lo fece commuovere”.

E anche qui si ritorna alla musica e alla comunanza di sogni che unisce lei a Francesco il quale, oltre agli impegni cinematografici, partecipò al Festival di Sanremo nel 1988 con Sarà per te.

“Il canto è una passione che ho sempre portato avanti conciliandola con gli studi di Medicina: ho un progetto molto interessante che spero si possa concretizzare e sarebbe un modo bellissimo per ricordare papà. Delle canzoni che lui interpretava eseguo spesso Sarà per te. Ma mi piacciono molto anche Primo ottobre e Se l’hai vista camminare”.

Francesco continua a vivere in Ginevra anche per la somiglianza….

“È quello che mi dicono tutti, soprattutto in riferimento agli occhi. È una cosa che vivo con gioia, che mi lega a lui indelebilmente. Una specie di marchio. Ma non ci unisce solo l’aspetto fisico anche se lui è stato unico. Un artista a 360 gradi, geniale che ha ispirato e continua a ispirare tanti, anche se non lo rivedo in nessun altro”.

E l’attualità che viviamo oggi come l’avrebbe affrontata papà?

“In modo dissacrante, ma anche come fonte di ispirazione per i suoi film. Quel drammatico incidente domestico nel 2006 lo ha fermato quando poteva dare ancora tanto al suo lavoro e a tutti noi”.