L’analisi di Bruno Vespa: il Papa può essere decisivo per Kiev
Il fallimento dei colloqui di Istanbul dimostra che Putin non ha alcuna intenzione di fermarsi. Meloni ha sbagliato a non andare in Ucraina: il suo ruolo ne ha risentito immediatamente

Roma, 17 maggio 2025 – “Io sono con il popolo ucraino”. Da cardinale, Robert Francis Prevost aveva distinto nettamente l’aggressore dall’aggredito e da papa ha manifestato con nettezza la propria posizione. Al contrario, Bergoglio , sperando che l’equidistanza avesse effetti benefici, era arrivato addirittura a benedire una ipotetica bandiera bianca. Il cardinale Zuppi, protagonista di una generosa missione per riportare a casa i 18mila bambini ucraini rapiti, fu ricevuto da Biden e Zelensky e a Mosca da una funzionaria di terzo livello. Leone XIV si è detto disponibile a una mediazione sia per l’Ucraina che per Gaza. Il papa non ha divisioni, come osservò Stalin a Yalta, ma la sua ‘moral suasion’ può avere un impatto enorme se gli si prepara un terreno favorevole.
Il fallimento dei colloqui di Istanbul dimostra che Putin non ha nessuna intenzione di fermarsi e di restituire all’Ucraina almeno una parte del maltolto. Come ha ricordato il ministro Tajani ai ‘Cinque minuti’, deve mantenere una costosissima macchina da guerra pagando ai soldati uno stipendio molto superiore a quello di un impiegato. Ha dunque fretta di conquistare quel che gli manca nel Donbass, ricacciare definitivamente gli ucraini dal territorio russo del Kursk e consolidare il potere nelle altre province conquistate sperando di poter dettare le condizioni della pace. Tajani sostiene che il modo migliore per farlo riflettere è aggravare le sanzioni alla Russia in modo da indebolirne ulteriormente l’economia per costringere Putin a trattare in condizioni peggiori.
Trump ha detto che non si verrà a capo di nulla prima che lui non avrà incontrato Putin. Incontro di cui però non si ha notizia. Neppure il presidente turco Erdogan, in eccellenti rapporti con Putin, è riuscito a combinare niente e incontrando Zelensky gli ha fatto la cortesia di ribadire che la Crimea è territorio ucraino. E gli europei? I ‘volenterosi’ (Francia e Inghilterra) non hanno fatto molta strada con la loro idea di mandare truppe in Ucraina a vigilare sulla tregua, mentre sembra avanzare la proposta italiana di affidare la protezione del Paese alla Nato. Trump dà dell’idiota a Springsteen. “E’ una prugna secca”. E su Taylor Swift: “Non è più hot”
Giorgia Meloni ha sbagliato a non andare a Kiev, pur invitata. In un mondo in cui l’immagine prevale spesso sulla sostanza, la sua assenza nella foto con Merz, Starmer, Macron, il polacco Tusk con Zelensky ha fatto scomparire il suo ruolo nella discussione alla quale ha partecipato da remoto. È vero che il protagonismo di Macron è imbarazzante e se ne è accorto anche Trump che gli ha tolto la terza sedia in San Pietro nell’incontro del presidente americano con Zelensky. Macron è in una situazione difficile. Di fatto è paralizzato nel governare la Francia e vuole spendersi al massimo sulla scena internazionale nei due anni che gli restano. Quindi è dappertutto e per esaltare la propria immagine arriva persino a pubblicare sui social una chiamata a Trump del tipo: “Ciao Donald, sono qui con Zelensky…”. Eppure, come riconoscono anche diplomatici francesi, il ruolo internazionale della Meloni è forte e indiscusso.
Lei non correrà mai il rischio di stare un passo indietro al presidente francese e visto il suo rapporto privilegiato con Trump, l’Europa non può fare a meno di lei, come lei certo non può fare a meno dell’Europa.