Il Tar dell’Emilia-Romagna sospende la legge regionale sul fine vita: cosa succede ora
Accolta l'istanza della consigliera Valentina Castaldini (Forza Italia): «Una delibera regionale non può sostituire una legge nazionale su un tema così delicato» L'articolo Il Tar dell’Emilia-Romagna sospende la legge regionale sul fine vita: cosa succede ora proviene da Open.

Le delibere regionali che permettono il suicidio assistito in Emilia-Romagna sono state sospese. Lo ha deciso il tribunale amministrativo regionale, che ha accolto l’istanza di sospensiva presentata da Valentina Castaldini, consigliera regionale di Forza Italia, secondo cui «una delibera regionale non può sostituire una legge nazionale su un tema così delicato». Il riferimento è ai provvedimenti approvati a inizio 2024 dalla giunta di Stefano Bonaccini, finalizzate a dare attuazione al suicidio medicalmente assistito sul territorio regionale. Sulla scia di quella iniziativa, anche il governo – tramite la presidenza del Consiglio e il ministero della Salute – aveva presentato un ricorso sollevando rilievi di legittimità.
La decisione del Tar
In attesa del pronunciamento del Tar, arrivato domenica 27 aprile, si sono conclusi in Emilia-Romagna due iter di suicidio assistito, a cui si aggiunge una terza richiesta di accesso alla procedura arrivata proprio nei giorni scorsi. Il tribunale amministrativo regionale ha fissato per il 15 maggio la data della trattazione collegiale, consentendo in questo modo un dibattito nel merito. «Questa battaglia non è solo giuridica, ma anche di difesa dei principi etici e democratici fondamentali, in quanto fin da subito ho espresso forti perplessità sia sulla composizione della commissione incaricata, sia sull’opportunità di affrontare una questione tanto delicata e complessa con una delibera di giunta, e non con un confronto parlamentare serio, ampio e condiviso», ha spiegato la consigliera Castaldini, in prima linea per fermare la legge regionale.
Cosa ha stabilito la Corte costituzionale sul fine vita
Ad oggi non esiste una legge sul fine vita. E le cinque proposte di legge depositate in Parlamento sono ancora ferme ai banchi di partenza. Sul tema è intervenuta di recente la Corte costituzionale, con la sentenza n. 242 del 2019, che identifica una serie di situazioni (patologie irreversibili, sofferenze intollerabili, dipendenza da sostegni vitali e non solo) in cui va esclusa la punibilità di chi «agevola» la volontà di uccidersi. Queste condizioni, però, vanno verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, «previo parere del comitato etico territorialmente competente».
Le leggi regionali in Toscana ed Emilia-Romagna
La Toscana è ad oggi l’unica regione che ha approvato una legge per disciplinare requisiti, procedure, tempi e modalità di trattamento per il fine vita. L’Emilia-Romagna, invece, ha approvato un provvedimento amministrativo, quello sospeso ieri dal Tar. Le delibere puntano a dare attuazione al suicidio medicalmente assistito colmando il vuoto legislativo creato dal Parlamento in questi anni. Una mossa politica che i presidenti di regione – entrambi di centrosinistra – hanno giustificato con la necessità di dare attuazione a quanto prescritto dalla Corte costituzionale con la sentenza del 2019.
Foto copertina: ANSA/Fabio Frustaci | Membri dell’associazione Luca Coscioni all’esterno della Corte di Cassazione per depositare le firme per il referendum sull’eutanasia legale, 8 ottobre 2021
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