Il killer del delitto Gucci. Tenta di uccidere il figlio. Poi si spara: è gravissimo
Benedetto Ceraulo, 63 anni, ora lotta tra la vita e la morte in ospedale. La lite e i colpi di pistola. Nel 1995 la condanna per l’omicidio eccellente.

SANTA MARIA A MONTE (Pisa)
Lo stesso numero di proiettili. Tre. Trent’anni e ventisei giorni dopo. Benedetto Ceraulo, il sicarico originario di Caltanisetta che il 27 marzo del 1995 uccise Maurizio Gucci in via Palestro a Milano, ieri mattina ha sparato al figlio Gaetano. Due colpi di pistola di piccolo calibro che hanno raggiunto il giovane al volto, appena sotto gli zigomi. Un altro colpo l’uomo se l’è sparato in testa. Lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Cisanello a Pisa. Il figlio Gaetano, 37 anni, è ricoverato all’ospedale di Pontedera dove è stato operato. Se la caverà.
Il tentato omicidio-suicidio ieri mattina poco prima delle 10,30 in via Fontine, strada della campagna collinare a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, forse al culmine di una lite familiare. Ceraulo abita nella casa presa in affitto da un paio d’anni, dopo aver abitato in un altro paese in provincia di Pisa, nella zona di Fauglia. Il figlio sarebbe arrivato a casa del padre pochi giorni prima, per le feste pasquali. Ferito, con il volto coperto da una maschera di sangue, Gaetano Ceraulo si è messo al volante della sua vecchia Skoda Fabia e ha raggiunto un vicino bar. È entrato e ha chiesto al barista e ai presenti di tenere il cane, un meticcio color marrone. "Devo andare in ospedale – le uniche parole che ha pronunciato –. Poi passa mio fratello a prenderlo". Il padre era riverso per terra quando sono arrivati i soccorritori del 118 e poi i carabinieri.
La storia, in questo caso criminale, è fatta di ricorsi. Ceraulo, aveva 33 anni nel marzo del 1995. Compiuti il 7 febbraio. Salito a Milano da Caltanissetta, il sogno di aprire una catena di pizzerie, una valanga di debiti e il vizio del gioco d’azzardo. Per l’omicidio Gucci con lui finirono a processo Orazio Cicala, l’autista e complice, Ivano Savioni, l’organizzatore del mortale agguato e Giuseppina Auriemma, intermediaria fra la mandante del delitto e gli esecutori materiali. Il delitto fu commissionato da Patrizia Reggiani, Lady Gucci, che aveva promesso a Ceraulo 600 milioni di lire per far fuori suo marito. Il 3 novembre 1998 i giudici milanesi lo condannarono all’ergastolo, anche se lui continuò per anni a proclamarsi innocente. Stessa pena per Orazio Cicala, l’uomo che aveva guidato l’auto usata per l’omicidio. Ivano Savioni fu condannato a 27 anni e Pina Auriemma a 25.
Il 17 marzo 2000 i giudici d’appello di Milano riducono la pena per tutti. Benedetto Ceraulo dall’ergastolo arriva a 28 anni, 11 mesi e 20 giorni. Poi la conferma in Cassazione. Nel 2017 è in semilibertà e inizia a lavorare ad un progetto di reinserimento. Lamberto, erede della famiglia Frescobaldi, rileva una vigna alla Gorgona e Ceraulo è uno dei suoi dipendenti. "Chi ha sbagliato deve scontare la pena, ma deve avere la possibilità di ricominciare", aveva detto Frescobaldi presentando il progetto. Sembrava la rinascita del sicario di Maurizio Gucci. Sembrava. Ieri è tornato indietro di trent’anni e ventisei giorni cercando di uccidere sangue del suo sangue.
Anna Giorgi
Gabriele Nuti