I portuali marocchini boicottano l’invio di armi a Israele in solidarietà con la Palestina

In un atto di solidarietà con il popolo palestinese, i portuali marocchini hanno rifiutato di operare su una nave della ditta di trasporto danese Maersk sospettata di trasportare componenti destinati agli aerei da guerra F-35. Quando la nave è arrivata al porto di Tangeri Med, i lavoratori si sono rifiutati di avviare le gru e […] The post I portuali marocchini boicottano l’invio di armi a Israele in solidarietà con la Palestina appeared first on L'INDIPENDENTE.

Apr 24, 2025 - 13:02
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I portuali marocchini boicottano l’invio di armi a Israele in solidarietà con la Palestina

In un atto di solidarietà con il popolo palestinese, i portuali marocchini hanno rifiutato di operare su una nave della ditta di trasporto danese Maersk sospettata di trasportare componenti destinati agli aerei da guerra F-35. Quando la nave è arrivata al porto di Tangeri Med, i lavoratori si sono rifiutati di avviare le gru e di fornire i servizi portuali essenziali alla nave Nexoe Maersk. La protesta è arrivata dopo giorni di analoghe manifestazioni che hanno coinvolto cittadini e portuali di diverse città marocchine. Il boicottaggio è stato promosso da tre sindacati dei lavoratori portuali marocchini per protestare contro la normalizzazione dei rapporti tra il governo del Paese e Israele.

Il boicottaggio della nave Maersk nel porto di Tangeri Med è avvenuto domenica 20 aprile. Secondo un’inchiesta di Declassified UK e The Ditch, che hanno visionato documenti in esclusiva, la nave trasporterebbe «silenziosamente» componenti di F-35 verso Israele. I dati indicherebbero che le merci proverrebbero dallo stabilimento 4 dell’aeronautica militare statunitense di Fort Worth e sarebbero state caricate a Houston a bordo di due navi portacontainer Maersk, Nexoe Maersk e Maersk Detroit. I documenti indicherebbero l’arrivo del carico in due distinte date: una passata, il 5 aprile, e una sempre più vicina, il 1° maggio. Le navi dovrebbero portare i materiali ad Haifa, da dove verrebbero poi trasportati da un’altra società verso la base aerea di Nevatim, nel deserto del Negev, sede della flotta di F-35 dell’aviazione israeliana.

La nave Nexoe Maersk è in viaggio da settimane, e ha incontrato proteste durante l’attracco nei porti lungo la costa atlantica americana e nel Mediterraneo sotto la giurisdizione marocchina. A lanciare la mobilitazione in Marocco sono stati tre sindacati portuali del Paese, tra cui l’Unione dei Portuali marocchini, che in una dichiarazione condivisa da The New Arab ha denunciato senza mezzi termini che «chiunque faciliti il ​​passaggio di questa nave è, senza dubbio, un complice diretto della guerra genocida contro il popolo palestinese», chiedendo alle autorità bloccarne l’arrivo. I cittadini e i lavoratori marocchini si sono così sollevati a Rabat, Tangeri e Casablanca, e il 18 aprile, in occasione dell’arrivo di Nexoe Maersk nel porto di quest’ultima città, hanno provato a fermarne l’attracco. La protesta si è tenuta per le strade di Casablanca e la polizia ha chiuso l’accesso al porto, scontrandosi con i manifestanti. All’arrivo della nave a Tangeri Med, il porto è stato raggiunto da oltre 1.500 persone e la nave è stata respinta da 18 dei 20 addetti al controllo remoto delle gru. Al cambio di turno, altri 27 dei 30 addetti previsti si sono aggiunti alla protesta, bloccando i lavori sull’imbarcazione.

Le proteste contro la nave di Maersk fanno parte della campagna “Mask off Maersk” e del più ampio movimento di boicottaggio contro l’invio di armamenti – tra cui proprio componenti di F-35 – a Israele. Diversi rapporti provano infatti come le forze armate israeliane abbiano usato gli F-35 per attaccare Gaza. Tra gli episodi più noti c’è quello del luglio 2024, quando un F-35 è stato utilizzato per bombardare la “zona sicura” di Al-Mawasi, a Khan Younis, uccidendo 90 palestinesi. Per tale motivo, Oltre 230 organizzazioni, tra cui Amnesty International, hanno chiesto con una lettera congiunta ai governi coinvolti nel programma Joint Strike Fighter di interrompere immediatamente il trasferimento di armi a Israele, inclusi proprio i caccia F-35. Il programma Joint Strike Fighter è sottoscritto solo da Stati firmatari del Trattato sul commercio di armi (ATT), che prevede l’interruzione del commercio diretto e indiretto di attrezzature e tecnologie militari, comprese parti e componenti, «qualora vi sia il rischio concreto che tali attrezzature e tecnologie possano essere utilizzate per commettere o facilitare una grave violazione del diritto umanitario internazionale o del diritto internazionale dei diritti umani».

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