I bambini di Gaza ridotti a scheletri: “la carestia è inevitabile”, l’Onu lancia l’allarme (tragedia umanitaria senza fine)
La fame è drammatica, dei bambini e delle bambine e di qualunque essere umano. Ridurre un popolo agli stenti, e nemmeno quelli, significa indebolirlo fin nelle proprie viscere. E calpestare ogni diritto. A Gaza, circa 244.000 persone stanno attualmente sperimentando i livelli più gravi o “catastrofici” di insicurezza alimentare e urgono azioni urgenti per prevenire...

La fame è drammatica, dei bambini e delle bambine e di qualunque essere umano. Ridurre un popolo agli stenti, e nemmeno quelli, significa indebolirlo fin nelle proprie viscere. E calpestare ogni diritto.
A Gaza, circa 244.000 persone stanno attualmente sperimentando i livelli più gravi o “catastrofici” di insicurezza alimentare e urgono azioni urgenti per prevenire il rischio “sempre più probabile” di carestia.
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A dirlo è l’ultimo rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), la principale autorità internazionale che misura le crisi alimentari utilizzata dalle Nazioni Unite e da numerose agenzie umanitarie, secondo cui c’è stato un “grave deterioramento” dall’ottobre 2024.
Il report
La valutazione dell’IPC ha rilevato che mezzo milione di persone – o una su cinque – stanno affrontando la fame a Gaza. Si prevede che quasi 71.000 bambini di età inferiore ai cinque anni saranno gravemente malnutriti nei prossimi 11 mesi fino ad aprile 2026.
Molte famiglie stanno ricorrendo a misure estreme per trovare cibo, tra cui l’accattonaggio e la raccolta della spazzatura da vendere per comprare qualcosa da mangiare.
Secondo il rapporto, la situazione attuale, rispetto all’analisi dell’ottobre 2024, rappresenta “un grave deterioramento di una delle più gravi crisi alimentari e nutrizionali del mondo, causata da conflitti e caratterizzata da indicibili sofferenze umane”.
La sua analisi ha rilevato che 1,95 milioni di persone, ovvero il 93% della popolazione di Gaza, vivevano alti livelli di insicurezza alimentare acuta, tra cui 244.000 che vivevano livelli “catastrofici”.
Il bello è che i funzionari israeliani hanno negato che ci sia una crisi alimentare a Gaza a causa della quantità di aiuti che sono entrati durante il cessate il fuoco, mentre nel suo rapporto, l’IPC ha affermato che i piani di distribuzione degli aiuti sono stati stimati come “altamente insufficienti” e si prevede che gran parte della popolazione “dovrà affrontare problemi significativi nell’accesso ai siti di distribuzione proposti“.
La guerra è stata innescata dagli attacchi guidati da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre 2023, che hanno visto circa 1.200 persone uccise e più di 250 prese in ostaggio. A Gaza rimangono circa 59 ostaggi, fino a 24 dei quali si ritiene siano vivi.
La fame come arma di guerra è severamente vietata dal diritto internazionale ed è codificata come crimine di guerra, così come la negazione dell’assistenza umanitaria è una violazione del diritto internazionale umanitario, dicono da Save the Children.
Dall’inizio del blocco degli aiuti, il 2 marzo 2025, 57 bambini sarebbero morti a causa della malnutrizione. Questo numero è probabilmente sottostimato e probabilmente destinato ad aumentare. Si prevede che quasi 71.000 bambini di età inferiore ai cinque anni saranno affetti da malnutrizione acuta nei prossimi undici mesi. Cosi, la campagna militare israeliana ucciderà con la fame migliaia e migliaia di bambini a Gaza. Un dato ormai incontrovertibile.
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