Hitachi, sciopero di 3 ore per il rinnovo del contratto

Hanno incrociato le braccia i lavoratori di Federmeccanica e di Unionmeccanica

Apr 23, 2025 - 23:13
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Hitachi, sciopero di 3 ore per il rinnovo del contratto

Pistoia, 23 aprile 2025 - Sciopero di 3 ore stamani allo stabilimento Hitachi Rail di Pistoia per il rinnovo del contrattato nazionale. Attorno alla multinazionale giapponese, che produce treni che vengono inviati in tutto il mondo, ruota un importante indotto, fatto anche di piccole e medie imprese. «Vogliamo un contratto nazionale che dia le risposte che servono alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici - ha affermato Andrea Vignozzi della Fiom-Cgil -, ricordiamo che oggi lo sciopero non è soltanto dei lavoratori di Federmeccanica, ma anche di Unionmeccanica, quindi anche del mondo delle piccole e medie imprese. Per noi è assolutamente necessario che il contratto dia le risposte e riparta da quella che è la nostra piattaforma, nella quale chiedevamo un aumento di 280 euro al quinto livello in tre anni, che noi valutiamo come necessario per dare risposte all'aumento del costo della vita e anche per avere un'idea di modello di sviluppo diverso». «Agli industriali - ha dichiarato Laura Baroncelli di Fim-Cisl - chiediamo di tornare al tavolo di contrattazione e riprendere in esame la nostra piattaforma votata nelle assemblee dei lavoratori, perché non è più possibile rimanere senza un contratto. Chiediamo anche alle aziende di invitare Federmeccanica a rimettersi al tavolo, alcune aziende lo hanno già fatto. Una richiesta che faremo anche a Hitachi». Uno sciopero, quello dei lavoratori dell'Hitachi, che ha avuto anche un aspetto solidaristico. «Con Hitachi - ha sottolineato Simona Gigetti di Uilm-Uil - fin dall'acquisizione del 2015 c'è stato un grande cambiamento in positivo, sono stati fatti tanti investimenti, sono state fatte assunzioni, il lavoro fortunatamente c'è e continuerà ad arrivare. Tuttavia non possiamo pensare che se c'è un'isola felice, il resto del mondo non conti e per questo chiediamo un contratto nazionale adeguato».

Maurizio Costanzo