GP Miami e l’importanza del setup: stabilità, grip meccanico ed efficienza

GP Miami 2025, sesta tappa del mondiale di F1. Il paddock si sposta negli Stati Uniti con tutto il carrozzone. Una pista che rappresenta un test fondamentale per comprendere i valori in campo, grazie alla sua varietà tecnica e all’equilibrio richiesto a livello di setup.Il tracciato presenta una suddivisione in tre settori ben distinti, ognuno […]

Mag 1, 2025 - 10:49
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GP Miami e l’importanza del setup: stabilità, grip meccanico ed efficienza

GP Miami 2025, sesta tappa del mondiale di F1. Il paddock si sposta negli Stati Uniti con tutto il carrozzone. Una pista che rappresenta un test fondamentale per comprendere i valori in campo, grazie alla sua varietà tecnica e all’equilibrio richiesto a livello di setup.
Il tracciato presenta una suddivisione in tre settori ben distinti, ognuno con caratteristiche tecniche davvero uniche.

Trazione, frenate e carico aerodinamico

Parliamo di alta velocità, curve lente in stile Montecarlo, frenate violente e lunghi rettilinei. Trazione, frenata, forze laterali e downforce sono tutti parametri che non possono essere trascurati. Le fasi di accelerazioni saranno determinanti in uscita da curva 1, 8, 16 e 17. La trazione da basse velocità verso rettilinei molto lunghi, come il tratto curva 8-11 e il lunghissimo rettilineo tra curva 16 e 17 (1,3 km), rendono questo tratto distintivo cruciale.

Le decelerazioni violente, come da 338 km/h a 70 km/h in curva 17, o l’ingresso in curva 11, invece, stressano l’impianto frenante e la stabilità della vettura. In questo senso sarà importante la gestione dell’energia ibrida, specie quella derivante dal sistema MGU-K, tramite cui la vettura recupera energia cinetica durante le staccate e la rilascia per l’accelerazione, incrementando la potenza del motore termico.

F1 GP Miami Ferrari
Oscar Piastri (McLaren) in azione con la MCL39 in Arabia Saudita

Per quanto riguarda i valori di downforce, l’ala posteriore avrà un carico medio/medio-basso, ma con tendenze diverse tra team. Alcuni, come la McLaren, potrebbero optare per carichi posteriori più bassi per contenere il drag, approfittando della loro capacità di generare carico anche con assetti più scarichi. Mentre Ferrari potrebbe usare una beam wing per compensare un’ala leggermente al di sotto della downforce ottimale.

Il difficile compromesso tecnico

L’approccio ingegneristico a questa gara è interamente dominato dal compromesso tra rigidità e morbidezza sospensiva. In parole semplici: si deve trovare un equilibrio tra prestazioni nelle curve ad alta velocità e aderenza nelle sezioni più lente. Principalmente si opterà per sospensioni anteriori rigide, fondamentali per gestire i rapidi cambi di direzione nelle curve 2-6.

Un assetto per evitare il rollio e mantenere costante il funzionamento dei canali Venturi, garantendo stabilità aerodinamica e risposta precisa dello sterzo. Le sospensioni posteriori, invece, saranno più morbide. L’obiettivo è quello di favorire il trasferimento di carico verso il retrotreno in fase di trazione, migliorando la capacità di scaricare coppia a terra in uscita dalle curve lente, per favorire la fase che porta verso i lunghi rettilinei

F1 GP Miami Ferrari
Max Verstappen (Red Bull) inseguito dalla super McLaren di Oscar Piastri nel Gp di Jeddah 2025

Tuttavia, il compromesso è obbligatorio: troppe rigidezze all’anteriore possono penalizzare il grip meccanico nelle curve lente (come la sequenza 11-16), dove l’aderenza non dipende dal carico aerodinamico ma dalla qualità dell’appoggio delle sospensioni. La zona che va da curva 11 a curva 16 rappresenta un piccolo anticipo di ciò che vedremo a Montecarlo. Curve da 70-100 km/h dove il grip meccanico diventa dominante.

GP Miami, la difficile scelta sulle altezze da terra

Le prestazioni delle vetture in questo tratto potrebbero darci indizi su chi sarà competitivo a Monaco, come già accaduto lo scorso anno, quando Leclerc mostrò un ritmo competitivo che poi si confermò nelle stradine del Principato. Un elemento sempre più strategico nel setup moderno è la regolazione dei damper (ammortizzatori). I team lavorano già prima del weekend su setup differenziati per le curve lente e quelle veloci.

Nelle curve ad alta velocità servono molle rigide con compressione e decompressione controllata, lenta per evitare scompensi aerodinamici e mantenere stabile l’altezza da terra, fondamentale per l’efficienza dei Canali Venturi. Nelle curve a bassa velocità si può sacrificare un po’ di rigidità per ottenere più grip meccanico. Evitare comportamenti nervosi, dove i cordoli più alti potrebbero anche danneggiare il fondo se si è troppo bassi.

F1 GP Miami Ferrari
Lewis Hamilton con la sua Ferrari nel GP di Jeddah 2025

Serve avere altezze da terra il più basso possibile, per limitare il drag ma senza compromettere l’integrità del fondo e la capacità di assorbire le asperità. Miami è un banco di prova cruciale, dove l’equilibrio tra tutte le componenti tecniche rende ogni scelta un compromesso difficile. Efficienza aerodinamica, trazione, stabilità del retrotreno e precisione dell’anteriore: aspetti decisivi per emergere.

Autore: Marco Iurlandino 

Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv