Fotovoltaico, questi ricercatori australiani sono riusciti a produrre energia anche di notte

Un team di ricercatori dell’Università del Nuovo Galles del Sud (UNSW) è riuscito a produrre elettricità dall’energia solare anche di notte. L’intermittenza notturna del fotovoltaico rappresenta una delle principali sfide per la transizione energetica, ma le soluzioni di accumulo e le nuove tecnologie in fase di sviluppo, come il “fotovoltaico lunatico“, stanno progressivamente riducendo il...

Mar 24, 2025 - 12:33
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Fotovoltaico, questi ricercatori australiani sono riusciti a produrre energia anche di notte

Un team di ricercatori dell’Università del Nuovo Galles del Sud (UNSW) è riuscito a produrre elettricità dall’energia solare anche di notte.

L’intermittenza notturna del fotovoltaico rappresenta una delle principali sfide per la transizione energetica, ma le soluzioni di accumulo e le nuove tecnologie in fase di sviluppo, come il “fotovoltaico lunatico“, stanno progressivamente riducendo il problema.

Come la Terra di notte

Il gruppo della Scuola di Ingegneria Fotovoltaica ed Energie Rinnovabili della UNSW è riuscito a generare elettricità sfruttando il calore irradiato sotto forma di luce infrarossa, attraverso lo stesso processo con cui la Terra dissipa il calore accumulato durante il giorno. La luce infrarossa è una forma di radiazione elettromagnetica con una lunghezza d’onda maggiore rispetto alla luce visibile. Questo tipo di radiazione gioca un ruolo fondamentale nel bilancio termico del nostro pianeta, in quanto rappresenta il principale meccanismo attraverso cui, dopo il tramonto, la Terra rilascia il calore accumulato.

Per ottenere questo risultato, i ricercatori hanno utilizzato un dispositivo a semiconduttore chiamato diodo termoradiativo, realizzato con materiali simili a quelli impiegati nei visori notturni, per generare energia a partire dall’emissione di luce infrarossa.

“La quantità di energia prodotta è ancora ridotta — circa 100.000 volte inferiore rispetto a un pannello solare tradizionale — ma rappresenta una dimostrazione inequivocabile della possibilità di generare elettricità in questo modo”,
ha spiegato il professor Ned Ekins-Daukes, a capo del progetto.

I risultati hanno confermato sperimentalmente un processo finora solo teorico e, da allora, il team ha iniziato a lavorare con nuovi materiali più facilmente producibili su larga scala.

Come funziona la tecnologia

Durante la notte, il calore accumulato dalla luce solare si dissipa nello spazio sotto forma di radiazione infrarossa, visibile come regioni rosse, bianche e gialle nelle immagini delle termocamere.

“Allo stesso modo in cui una cella solare genera elettricità assorbendo la luce solare emessa da un Sole molto caldo, il diodo termoradiativo genera elettricità emettendo luce infrarossa in un ambiente più freddo. In entrambi i casi, è la differenza di temperatura a permettere la produzione di energia”,
ha spiegato la dottoressa Phoebe Pearce, una delle ricercatrici coinvolte nel progetto.

Una termocamera evidenzia la quantità di calore irradiato dal porto di Sydney e dai suoi dintorni nell’atmosfera durante la notte

Applicazioni future: dal polso allo spazio

Il team di ricerca è convinto che questa tecnologia possa avere molteplici applicazioni in futuro, permettendo di generare energia in modi finora impossibili.

“In teoria, possiamo generare energia con il metodo che abbiamo dimostrato anche dal calore corporeo”,
ha affermato il professor Ekins-Daukes.

In futuro, questa tecnologia potrebbe raccogliere quell’energia ed eliminare la necessità di batterie in alcuni dispositivi, oppure contribuire alla loro ricarica. Ciò potrebbe portare, ad esempio, alla creazione di orologi da polso alimentati direttamente dal calore del corpo umano.

All’estremo opposto, in termini di applicazioni, il team sta attualmente adattando questa tecnologia per l’uso nei veicoli spaziali, come i satelliti. Nell’orbita terrestre, dove si trova la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ogni giorno dura circa 90 minuti, suddivisi equamente tra luce solare e oscurità. Attualmente, i veicoli spaziali si affidano alle celle solari per l’energia e utilizzano batterie durante le eclissi. Il team sta studiando l’applicazione del diodo termoradiativo per generare elettricità anche durante la fase notturna dell’orbita.

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Fonte: UNSW

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