F3 | L’aerodinamica della Formula 3: ecco tutte le differenze con la Formula 2
Con le nuove Formula 3, anche la più piccola delle tre categorie ha ricevuto un aggiornamento tecnico aerodinamico, diventando sempre più simile alle sorelle maggiori Il regolamento tecnico della Formula 3 si discosta nettamente da quello della Formula 1, ma presenta molte somiglianze con quello ... Leggi tutto L'articolo F3 | L’aerodinamica della Formula 3: ecco tutte le differenze con la Formula 2 proviene da F1ingenerale.

Con le nuove Formula 3, anche la più piccola delle tre categorie ha ricevuto un aggiornamento tecnico aerodinamico, diventando sempre più simile alle sorelle maggiori
Il regolamento tecnico della Formula 3 si discosta nettamente da quello della Formula 1, ma presenta molte somiglianze con quello della Formula 2, in particolare dal punto di vista aerodinamico. Nel 2025, la categoria ha ricevuto un aggiornamento che ha completato il processo di rinnovamento tecnico di tutte e tre le serie, anche se nel 2026 la Formula 1 sarà nuovamente rivoluzionata.
Le nuove monoposto di Formula 3, introdotte nel campionato 2025, presentano ora un’aerodinamica rivisitata, ispirata al concetto di effetto suolo, ormai ben noto.
Come accade in Formula 2, anche il regolamento della Formula 3 prevede l’utilizzo di una monoposto standard per tutti, progettata da Dallara, con un ciclo di vita previsto di sei anni.
Essendo una categoria minore, l’approccio è differente rispetto alle sorelle maggiori: l’obiettivo è fornire ai piloti una vettura meno prestazionale, più semplice da gestire e con costi di accesso contenuti. Di conseguenza, la monoposto è meno complessa dal punto di vista tecnico e aerodinamico.
Sebbene condividano lo stesso concetto di base, le Formula 3 non sono semplici versioni in scala delle categorie superiori, ma possiedono una propria identità in diversi aspetti.
L’aerodinamica di una Formula 3
L’ala anteriore, ad esempio, ha una configurazione molto semplice: è composta dal profilo principale (main plane) e da un singolo flap superiore, a differenza della Formula 2 che ne adotta due. Tali scelte sono ovviamente dovute al fatto che si tratta di una vettura meno prestazionale, pensata per essere più accessibile sotto ogni aspetto e, di conseguenza, meno esigente rispetto alle altre categorie.
Il profilo principale è collegato a un endplate altrettanto semplice, che richiama soluzioni già viste nelle categorie maggiori.
La zona delle pance segue un’impostazione simile, con prese d’aria dei radiatori di forma convenzionale, così come il cofano motore.
Una zona nevralgica, anche se meno sofisticata rispetto alla F1, è l’ingresso dei canali Venturi nella parte centrale del fondo: anch’essi sono presenti e contribuiscono a generare carico aerodinamico, sfruttando l’effetto suolo.
La differenza è nell’ala posteriore
Un vero punto di rottura con le categorie superiori è rappresentato dall’ala posteriore: mentre in Formula 1 e Formula 2 il profilo principale e gli endplate sono integrati e caratterizzati da forme più complesse e arrotondate, in Formula 3 si adotta un disegno più tradizionale. Gli endplate sono separati e indipendenti dai due flap orizzontali. Questa scelta, voluta dalla FIA, semplifica progettazione e costruzione, riducendo i costi.
Il risultato complessivo è una vettura meno performante, non solo per l’aerodinamica semplificata, ma anche per differenze nei motori, negli pneumatici e nelle dimensioni generali.
La differenza di peso tra Formula 2 e Formula 3 si aggira intorno ai 120 kg, mentre il distacco sul giro varia a seconda del circuito, oscillando solitamente dai 2 secondi in su, una forbice comunque meno ampia rispetto a quella tra Formula 2 e Formula 1.
La nuova Formula 3 rappresenta dunque un perfetto compromesso tra prestazioni e semplicità, pensato per facilitare l’ingresso dei giovani piloti nel mondo del motorsport.
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