F2 | Approfondimento: come funziona l’ala anteriore di una Formula 2
Come funziona l’ala anteriore di una monoposto di Formula 2? Ecco l’approfondimento tecnico L’ala anteriore di una monoposto ad alte prestazioni come quella di Formula 2 è una delle componenti più importanti dal punto di vista aerodinamico. Essendo posizionata nella parte più avanzata della vettura, ... Leggi tutto L'articolo F2 | Approfondimento: come funziona l’ala anteriore di una Formula 2 proviene da F1ingenerale.

Come funziona l’ala anteriore di una monoposto di Formula 2? Ecco l’approfondimento tecnico
L’ala anteriore di una monoposto ad alte prestazioni come quella di Formula 2 è una delle componenti più importanti dal punto di vista aerodinamico. Essendo posizionata nella parte più avanzata della vettura, l’ala anteriore è il primo elemento a impattare con il cosiddetto “muro d’aria”. Per questo motivo, è fondamentale che la sua geometria sia ottimizzata al massimo, poiché da essa parte il flusso che investirà l’intera vettura.
L’ala anteriore ha una triplice funzione: deve generare carico aerodinamico per affrontare le curve ad alta velocità, schermare il flusso d’aria per evitare che colpisca direttamente gli pneumatici, la cui forma ostacola l’aerodinamica, e lavorare il flusso per indirizzarlo al meglio verso il corpo vettura, dove il fondo genera la maggior parte del carico aerodinamico.
Il regolamento tecnico della Formula 2 impone un alettone anteriore standard per tutti i team, senza possibilità di modificarne la geometria. Questo è composto da un main plane, due flap regolabili e gli endplate laterali.
Oltre a generare la necessaria downforce, i flap dell’alettone anteriore servono anche a deviare l’aria in modo che non colpisca direttamente i braccetti delle sospensioni e affinché una parte del flusso venga indirizzata verso gli airbox destinati al raffreddamento.
Come è composta un’ala anteriore di Formula 2
Nel dettaglio, l’ala anteriore presenta, nella parte interna, oltre ai due flap principali regolabili, anche due flap più piccoli ma statici, ovvero non modificabili nell’incidenza. È inoltre presente il musetto, integrato con l’ala, che svolge una funzione strutturale: deve assorbire l’energia in caso di impatto.
Nella parte laterale troviamo l’endplate, l’elemento verticale che presenta una forma convenzionale e si raccorda con il main flap, formando una superficie unica, proprio come nella sua sorella maggiore Formula 1.
Ovviamente, non tutti i circuiti del calendario richiedono lo stesso livello di carico aerodinamico. Alcune piste, come Monza, richiedono configurazioni a basso carico, mentre altre, come Montecarlo, necessitano di massimo carico. Per adattarsi, i team possono modificare l’incidenza dei flap laterali principali tramite una piastra forata posta tra i flap regolabili e quelli statici.
Modificare l’inclinazione dei flap consente ai profili alari di generare più o meno carico aerodinamico, influenzando di conseguenza la resistenza all’avanzamento: una minore resistenza favorisce velocità di punta più elevate, mentre una maggiore produce più aderenza in curva ma riduce la velocità massima sul dritto.
In tracciati da carico estremamente basso, i team possono anche rimuovere il secondo flap superiore dell’ala anteriore, in abbinamento a un’ala posteriore anch’essa scarica.
Il regolamento tecnico della Formula 2 è molto diverso da quello della Formula 1: mira all’efficacia nella semplicità, pur mantenendo quella complessità tecnica che rende questo sport così affascinante.
Ecco come l’aerodinamica delle Formula 2 si adatta alle diverse piste
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