F1 | Mazzola: “Nel Q3 di Melbourne emerse le difficoltà Ferrari”
La F1 si sta avvicinando al weekend del GP della Cina, e l’attenzione è molto alta su tutto il paddock. C’è tanta voglia di vedere in azione i rookie che a Melbourne hanno incidentato la macchina, insieme a Sainz, che dopo le ottime prestazioni di Albon in Australia, prospettano una stagione rosea per la Williams. […] L'articolo F1 | Mazzola: “Nel Q3 di Melbourne emerse le difficoltà Ferrari” proviene da F1Sport.it.

La F1 si sta avvicinando al weekend del GP della Cina, e l’attenzione è molto alta su tutto il paddock. C’è tanta voglia di vedere in azione i rookie che a Melbourne hanno incidentato la macchina, insieme a Sainz, che dopo le ottime prestazioni di Albon in Australia, prospettano una stagione rosea per la Williams. Non parliamo dell’attenzione che continua ad esserci su Kimi Antonelli, con tutti gli italiani e non solo, che attendono freneticamente il prossimo GP per vedere ancora in azione il giovane talento bolognese. Ma l’attenzione più alta è sulla Ferrari.
Quanto è successo lo scorso fine settimana si può archiviare come assolutamente deludente. Cercando in tutti i modi di capire quali sono state le cause della figuraccia rossa, alcuni hanno ipotizzato che essa sia d’attribuire alla scelta dei meccanici di alzare la monoposto. Decisione assunta per evitare che il pattino del fondo della vettura potesse rovinarsi e di conseguenza portare la scuderia in penalità. Noi abbiamo sottoposto questa ipotesi all’analisi sopraffina di uno degli ingegneri più famosi della F1, che ha lavorato anche in Ferrari. A tal proposito ecco cos’ha detto Luigi Mazzola ai microfoni di PitTalk:
“Non ci credo perché già tutti i problemi c’erano anche in Bahrain ed erano evidenti. Quindi, secondo me, hanno fatto quello che dovevano fare, ma non è che perchè modifichi l’altezza della macchina in quel momento, di quel millimetro o due, ti ritrovi qualcosa di totalmente inaspettato, di inqualificabile! Non è cosi.“
Sicuramente una parte della mancata prestazione della Ferrari sul circuito dell’Albert Park è da imputare ad una strategia errata, come ampiamente dichiarato da Frederic Vasseur, e a un clima delle comunicazioni tra piloti e ingegneri non proprio sereno. Ma anche se provassimo a sommare tutto ciò, con l’asfalto scivoloso del circuito, la pioggia, quasi metà gara corsa dietro la safety car, tutto questo messo insieme continua a non poter giustificare una monoposto che oggettivamente non andava. Come ha ribadito l’ingegnere Mazzola ai nostri microfoni:
credit by Scuderia Ferrari HP via X
” È chiaro che magari avranno dovuto fare qualche compromesso, però non da un secondo e mezzo durante la gara. Cioè, cos’è successo? Hanno perso 50 o 60 cavalli? Hanno alzato la macchina di 10 mm? Non lo so. Mi sembra tutto strano. Quando hanno messo per terra la macchina a Fiorano erano tutti in tiro, belli, sorridenti, c’era tutto. Poi si è andati in Bahrain insieme agli altri e questi sorrisi si sono un po’ spenti. Evidentemente si sono già accorti lì di qualche cosa. Poi la realtà è venuta fuori quando gli avversari hanno tirato via tutta la benzina, quando tutti hanno messo la massima potenza!“
A noi non resta che sperare che qualcuno in Ferrari, almeno lì, riesca a capire da dove sono sorti tutti questi problemi, riuscendo anche a risolverli. Ci auguriamo che riescano a trovare la quadra già per il GP della Cina, il primo dei sei weekend con la Sprint Race, che darà al team di Maranello ancora meno tempo e meno dati per trovare la quadra. Ed in F1 di tempo per sistemare le cose ce n’è sempre meno! Certo, se i medesimi problemi dovessero palesarsi anche negli prossimi due appuntamenti stagionali, Shanghai e Suzuka, due piste vere, forse sarebbe davvero il caso di chiudere tutto e dirottare tutti gli sforzi in vista del prossimo anno!
Federico Barbara
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