F1 | Ma la Ferrari un progetto chiaro ce l’ha?

Il GP di Cina ha rappresentato uno dei punti più bassi della storia recente della Ferrari, un vero e proprio

Mar 24, 2025 - 20:49
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F1 | Ma la Ferrari un progetto chiaro ce l’ha?

Il GP di Cina ha rappresentato uno dei punti più bassi della storia recente della Ferrari, un vero e proprio sprofondo rosso, perché al danno di una prestazione incolore, con la SF-25 lontana in performance dalle dirette rivali, si è aggiunta la beffa della doppia squalifica per irregolarità tecnica.

La Ferrari vista in Cina, con una gestione tecnica imbarazzante, se la gioca alla pari con altri momenti iconici di questi anni. Ad esempio Mugello 2020, quando la SF1000 veniva sverniciata sul dritto da tutte le auto in pista, o Miami 2023, con Leclerc e Sainz che dopo la gara si guardavano attoniti per il comportamento imprevedibile della SF-23. Insomma questa squadra di “soddisfazioni” del genere in questi anni ne ha regalate tante.

Ma al di là della cronaca già sviscerata in lungo e in largo, la domanda che sorge è: ma la Ferrari ce l’ha un progetto chiaro? Ci sono infatti degli indizi piuttosto preoccupanti in merito. A partire dalla sensazione (di questa si tratta, absit iniura verbis) della confusione tecnica che regna nella scuderia.

La SF-25 sembra una vettura complicata da capire, difficile da mettere a punto, sensibilissima ai cambiamenti meteo, alle temperature, con una finestra d’utilizzo ristrettissima. Può andare veloce in alcuni momenti, ma soffrire maledettamente la maggior parte degli altri, perché la mancanza di passo e il fatto che sembri plafonata nei tempi sul long-run non può essere un caso.

E poi la macchina va alzata per non consumare il fondo (ehm…come?), ma se sta bassa genera molto carico, e però mangia le gomme, di più rispetto ai rivali e allora boh, facciamo due soste, anzi una, no due. E Charles Leclerc che dice che con l’ala anteriore a posto avrebbe potuto vincere, mentre Lewis Hamilton si lamenta per i cambi di assetto tra una sessione e l’altra. Vasseur va davanti ai microfoni e sostiene che alzare la vettura “non è un cambiamento così drastico da condizionare in modo evidente una macchina più dell’altra”. “Qualche millimetro” (cit.) in uno sport in cui sui millimetri si vincono i campionati. E insomma. E’ un tutti contro tutti fatto di incomprensioni, difetto di comunicazione, smorfie, stupore, malumore.

E poi bisogna chiedersi, nel modo più genuino possibile, come ha fatto la Ferrari a passare dalle ultime gare del 2024 in cui se la giocava alla pari con la McLaren allo scempio di questo inizio 2025. Perché tutte le altre squadre hanno dato continuità tecnica ai loro progetti mentre il Cavallino – una volta tanto che aveva una base discreta e competitiva – si è sentita in dovere di rivoluzionare l’auto? E, altra domanda, perché ogni volta che la Rossa prova qualcosa di diverso – stavolta cambiare schema alla sospensione anteriore e rifare il retrotreno – puntualmente le cose vanno male?

Un’altra sgradevole sensazione è quella della solita, annosa, questione della mancanza di leadership tecnica. Loic Serra è stato preso per aggiustare le cose e per ora non si è visto ne sentito. E’ il direttore tecnico, potrebbe anche lui spiegare cosa succede, anche se sull’attuale monoposto può aver inciso (ancora) poco, avendo preso servizio ad ottobre 2024. Fred Vasseur, il team principal, quindi la voce più autorevole, è invece apparso quasi disorientato. Ha detto tutto e niente nel post GP, ma la cosa grave è che sembrava il primo ad essere poco convinto di tutto ciò che sosteneva. Come se bisognava dichiarare qualcosa, ma cosa volete che vi dica signori se qui non ci stiamo capendo nulla!

Forse i problemi di fondo (sì, è una finezza) sono molto più seri e strutturali di quanto la Ferrari voglia e possa far trapelare. E questo sarebbe grave. Si fa davvero fatica a credere che una scuderia di alto livello possa cannare la monoposto in tempi di piena continuità regolamentare, per giunta all’ultimo anno delle attuali norme tecniche, quando forse bastava solo sviluppare l’auto precedente. E’ mai possibile rinunciare ad una concreta competitività per un salto nel buio, consapevoli poi che non ci sarebbe stato tempo per recuperare? E allora si torna al punto di domanda; ma la Ferrari un progetto chiaro ce l’ha?