
Il
2025 sta prendendo una piega
climaticamente anomala, e l’
ipotesi di un’estate più piovosa del normale non sembra più così remota. Dopo mesi segnati da
instabilità,
frequente maltempo e una
pressione atmosferica ballerina, anche le ultime configurazioni bariche sembrano suggerire che
l’estate italiana, o perlomeno la sua prima parte, potrebbe essere
molto diversa dagli standard recenti. Un
quadro meteorologico dominato da piogge fuori stagione, persistenti e distribuite in modo irregolare, si sta consolidando in più zone d’Europa, e l’Italia, come spesso accade, si ritrova nel mezzo, incerta, oscillante, senza una reale protezione anticiclonica.
Un’alta pressione anomala blocca il sole Nel cuore dell’
Oceano Atlantico, una
vasta area di alta pressione si è consolidata e anziché portare la consueta stabilità primaverile, ha generato un
effetto di blocco. Questo tipo di assetto, anziché chiudere le porte alle perturbazioni, le ha
incanalate lungo il suo margine orientale, dirigendole con
precisione e insistenza verso la
Penisola Iberica e in parte anche verso l’
Italia. Questa
deformazione barica, a tratti quasi paradossale, ha comportato una
piovosità anomala in Spagna e Portogallo, dove i primi mesi dell’anno hanno già registrato
accumuli tra i più elevati degli ultimi trent’anni. L’effetto domino di questo fenomeno può non fermarsi al mondo iberico: un’anomalia così persistente sul settore occidentale dell’Europa potrebbe
scombinare la circolazione atmosferica su tutto il continente, rendendo l’avvio dell’estate più instabile anche da noi.
Alta pressione sbilanciata sul Nord Europa Contemporaneamente, un’altra figura barica si è stabilita tra
Islanda,
Regno Unito,
Danimarca e
Germania, creando una
cupola di alta pressione fredda che è tipica dei
mesi invernali, ma che ora si manifesta in
Primavera. Questo assetto barico, di per sé anomalo, impedisce l’avanzata delle perturbazioni verso est, obbligandole a spostarsi su traiettorie
più meridionali oppure a
ristagnare tra l’Atlantico e il Mediterraneo. Il risultato è duplice: da un lato, le
regioni coinvolte dal blocco sperimentano
giornate più serene, ma
fresche a causa dell’aria
secca e residualmente artica intrappolata nei bassi strati; dall’altro, le zone meridionali e centrali dell’Europa — tra cui
l’Italia — restano
esposte al flusso instabile, con frequenti episodi di pioggia anche in presenza di cieli parzialmente soleggiati.
Il ruolo nascosto dell’ITCZ: un’altra chiave di lettura Scendendo verso le latitudini tropicali, un altro
attore climatico invisibile ma fondamentale sta condizionando l’intero assetto barico dell’area mediterranea: l’
ITCZ, la
zona di convergenza intertropicale. Durante la
Primavera, questo confine tra le masse d’aria tropicali e quelle temperate
si sposta verso nord, avvicinandosi talvolta pericolosamente al
Mar Mediterraneo. Quando lo fa in modo rapido e deciso, può portare con sé
ondate di calore improvvise,
collassi termici e
piogge monsoniche fuori luogo. Ma nel
2025, la sua avanzata sembra essere
più contenuta, rallentata, e questa stasi sta evitando gli eccessi estremi, ma anche
bloccando l’espansione dell’anticiclone africano. In altre parole, il Mediterraneo si trova in una
zona di transizione indefinita, dove non domina né il fresco instabile né il caldo stabile. E questa ambiguità climatica potrebbe essere il preludio a un’estate
lungamente disturbata, con
piogge irregolari,
temporali improvvisi e
mancanza di ondate di caldo durature almeno nella prima metà della stagione.
Un’estate diversa si profila all’orizzonte Se il quadro meteo attuale non subirà cambiamenti significativi, l’
estate 2025 potrebbe
debuttare senza i suoi consueti tratti distintivi. Il caldo stabile, le giornate limpide e la canicola persistente potrebbero essere sostituite da un meteo
altalenante, con
pause soleggiate interrotte da piogge improvvise, soprattutto al
Centro-Nord. Il
Sud, invece, potrebbe risentire più direttamente del possibile ritorno del
caldo subtropicale, ma solo se l’
ITCZ deciderà di risalire in modo deciso.
Estate 2025 ballerina? Il Meteo potrebbe sorprenderci un’altra volta