Roma e Milano saranno osservate speciali per il meteo estivo del futuro. Ma su che basi lo diciamo? E soprattutto: cosa accadrà? Sappiamo già che il clima estivo attuale delle due grandi città diventa sempre meno sopportabile. Ma è nel futuro che questo cambiamento fa paura… Un’utile introduzione Le più recenti proiezioni meteo e scientifiche internazionali indicano che il Sud Europa, con l’Italia centrale in prima linea, si trova tra le aree più vulnerabili del continente di fronte all’innalzamento delle temperature dovuto al riscaldamento globale. A fronte della crescita incontrollata delle emissioni climalteranti, si delinea uno scenario particolarmente critico: il sistema di trasporto pubblico delle grandi città come Roma potrebbe subire un crollo operativo durante i mesi estivi, a causa di ondate di calore di estrema intensità. Caldo estremo: lo dicono gli studi Le ricerche pubblicate su riviste accademiche come Nature Climate Change mettono in evidenza che, in un mondo in cui la temperatura media globale aumenterà di 3 gradi,
le aree urbane che si affacciano sul bacino del Mediterraneo saranno sottoposte a condizioni termiche estive estreme, con punte che supereranno i 45 gradi all’aperto. Impennata del caldo urbano In tali condizioni, c’è un forte aumento della calura urbana, soprattutto nelle realtà dove il cemento fa da padrone. Milano e Roma, come molte altre grosse città europee con un’estesa eredità architettonica storica, presenta una configurazione urbanistica che favorisce l’accumulo di calore. Le superfici asfaltate, i tetti in materiali non riflettenti e la mancanza di ampie aree verdi contribuiscono a generare il cosiddetto effetto isola di calore urbana, con temperature che superano di 3 fino a 7 gradi quelle rilevate nelle zone suburbane e rurali. Questo fenomeno è già stato misurato attraverso studi del Joint Research Centre della Commissione Europea, che ha evidenziato come l’intensificazione meteo del calore urbano renda le città sempre più vulnerabili alle ondate estive, con rischi crescenti per la salute pubblica, la vivibilità urbana e la funzionalità dei trasporti. Rischi sanitari Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esposizione a temperature superiori ai 40 gradi può causare gravi problemi di salute. In condizioni di caldo eccessivo si registrano con frequenza casi di disidratazione, colpi di calore, ipertermia e complicazioni cardiovascolari, in particolare tra le persone anziane, i bambini e chi è affetto da malattie croniche. Il verificarsi di ondate meteo estreme sull’Italia metterebbe a rischio diretto la salute di migliaia di passeggeri e pendolari, i quali si troverebbero a viaggiare in condizioni climatiche insostenibili e pericolose per andare a lavoro o per visitare le città. Un aumento continuo delle temperature, accompagnato da una maggiore frequenza di eventi meteo intensi, porta inevitabilmente all’esigenza di ripensare l’intera infrastruttura dei trasporti pubblici, sia in termini di progettazione sia di resilienza climatica. Anticiclone a manetta per settimane A influire sulla persistenza del caldo torrido è la presenza prolungata dei fantomatici Anticicloni africani che stazionano sull’Europa meridionale per settimane, impedendo la circolazione delle masse d’aria fresca e favorendo un accumulo progressivo di calore. Durante l’Estate, l’arrivo dell’Anticiclone subtropicale inizia sempre più spesso già a fine Maggio, mantenendo temperature elevate anche per tutto il mese di Settembre, allungando così la durata del periodo estivo e moltiplicando gli effetti sulla rete metropolitana e su quella di superficie. Dobbiamo riadattare le città Secondo le relazioni ufficiali del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), il riscaldamento globale porterà con certezza a un aumento delle ondate di calore nei contesti urbani. Le città devono urgentemente adottare misure di mitigazione e adattamento,
attraverso una drastica riduzione delle emissioni di CO₂, l’ampliamento delle infrastrutture verdi, e la modernizzazione del trasporto pubblico. Il potenziamento dei sistemi di raffrescamento a basso impatto ambientale, l’adozione di materiali riflettenti nei rivestimenti urbani, l’incremento delle coperture arboree, e la digitalizzazione della gestione del traffico sono solo alcune delle leve da azionare per evitare che le emergenze meteo diventino disastri annunciati. La mancata adozione di tali misure entro il 2040 comporterà un crollo progressivo della mobilità urbana sostenibile, con un ritorno massiccio all’utilizzo di veicoli privati e un aumento ulteriore dell’inquinamento atmosferico, generando un circolo vizioso difficile da interrompere. Non solo Roma e Milano… I dati forniti da istituzioni come l’European Environment Agency e il World Resources Institute indicano che le città del Mediterraneo risultano particolarmente esposte agli effetti ai cambiamenti repentini del clima. La loro struttura storica, la densità abitativa, la scarsità di parchi e alberature, unita all’età avanzata delle infrastrutture dei trasporti, rendono il tessuto urbano vulnerabile non solo al calore ma anche a tutti gli altri fenomeni meteo estremi collegati al cambiamento climatico, come i nubifragi improvvisi, le grandinate o gli sbalzi termici estremi. I modelli meteo attuali, sempre più raffinati grazie all’impiego di intelligenza artificiale e reti satellitari ad alta risoluzione, confermano che se non si interverrà con politiche incisive, le ondate di calore metropolitane diventeranno una condizione cronica della stagione estiva mediterranea.
Lo sappiamo, perché non lo divulghiamo e cominciamo a trattare il problema?Roma e Milano: un meteo estivo (e non solo) di fuoco