Educatori scolastici sul piede di guerra: “Ultra-specializzati, ma precari e con contratti da fame”

Il 13 maggio sarà sciopero nazionale. L’Usb annuncia un presidio, per quella mattina, in via Cavour. “Il servizio deve tornare sotto diretta gestione pubblica”

Mag 3, 2025 - 15:47
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Educatori scolastici sul piede di guerra: “Ultra-specializzati, ma precari e con contratti da fame”

Firenze, 3 maggio 2025 - Anni e anni di studio, titoli universitari, tanto impegno e contratti da fame. Gli educatori scolastici sono una delle tante categorie professionali che rientrano nel cosiddetto ‘lavoro povero’. Per accendere un faro sulla loro preoccupante situazione, l’Usb per il 13 maggio ha proclamato uno sciopero nazionale. Nel capoluogo toscano, quel giorno dalle 10,30 ci sarà un presidio davanti alla prefettura di via Cavour.

Gli educatori scolastici sono dei professionisti che seguono gli alunni con disabilità o in condizioni di svantaggio. Una professione delicata, pertanto, che non a caso richiede molte competenze. “Senza però che ci siano né un adeguato riconoscimento retributivo né garanzie di stabilità occupazionale”, denuncia l’Usb, evidenziando come “ai salari già bassi previsti dai contratti delle cooperative sociali si sommino la sospensione estiva degli incarichi e l’assenza di ammortizzatori sociali”. Questi professionisti sono oltretutto il più delle volte assunti con contratti part-time, dato che “il loro contratto a 38 ore settimanali è difficilmente compatibile con l’organizzazione scolastica, che per i docenti di sostegno prevede in media tra le 18 e le 22 ore settimanali”, prosegue il sindacato.

Gli stipendi degli educatori, così, difficilmente superano i mille euro al mese. E solo per nove mesi l’anno. È facile capire come, con queste cifre, diventi difficile, per non dire impossibile, far quadrare i bilanci familiari. “Il contratto pieno sarebbe intorno ai 1400 euro, ma appunto è inapplicabile - afferma Matteo Conti del sindacato -. Solo il 2% di noi riesce a raggiungere tale cifra. La stragrande maggioranza, invece, si barcamena tra due lavori. Non solo. Capita spesso che per via del cambio degli appalti ci si ritrovi a dover lavorare per due cooperative differenti”.

A Firenze gli educatori scolastici sono circa 400. Un migliaio in Toscana. In provincia, poi, “spesso i contratti sono ancora più bassi perché, coi plessi scolastici sparpagliati sul territorio, diventa ancor più difficile arrivare a un monte ore elevato”.

Il problema, secondo il sindacato, è anche legato al sistema degli appalti pubblici, dove la cosiddetta “offerta economicamente più vantaggiosa” finisce per premiare le cooperative che si impegnano a svolgere il servizio al minor costo possibile. Il risultato è paradossale: “Il servizio costa all’amministrazione circa 25 euro l’ora, ma nelle tasche degli educatori ne arrivano poco più di 10”.

Per ridare dignità a questo servizio, a questi lavoratori altamente specializzati e di conseguenza agli utenti seguiti, l’Usb chiede con forza che questo servizio torni sotto diretta gestione pubblica. E che governo ed enti si impegnino a trovare una soluzione al problema della sospensione estiva dal reddito attraverso gli ammortizzatori sociali.