Cristian Brocchi e l’ amicizia con Filippo Inzaghi. “Sono un suo grande tifoso. È passione pura, può tutto”
Compagni tra le fila del Milan, insieme hanno alzato due Champions League. “Solo chi non capisce di calcio poteva pensare che non sarebbe finita così”

Pisa, 4 maggio 2025 – “Solo perché si tratta di Pippo, perché solitamente non parlo mai”. Alle volte l’amicizia supera ogni barriera, sfonda ogni muro e crea legami indissolubili anche a distanza di anni. E uno spogliatoio come quello del Milan anni 2000 era sicuramente terreno fertile per cementare rapporti umani indistruttibili. Cristian Brocchi e Filippo Inzaghi hanno vinto letteralmente tutto con la maglia nerazzurra: un campionato italiano, una coppa Italia, due Champions League e un mondiale per Club tra le tante.
Due amici veri, un mediano e un centravanti che hanno condiviso anche la panchina del Milan del settore giovanile. Entrambi allenatori, con altalenanti fortune, ora Cristian segue l’amico Pippo, che sta scrivendo sulla panchina del Pisa, consapevole che un vincente lo resterà per sempre.
Brocchi, ci descriva il suo Filippo Inzaghi
“Pippo è senza dubbio una delle persone a cui voglio più bene in assoluto. Per me è un amico vero, insieme abbiamo condiviso tanto, abbiamo vinto anche tanto fortunatamente. Un uomo vero, un compagno leale, adesso non posso che essere un suo tifoso in questa avventura a Pisa”
Quando è stato annunciato sulla panchina dei nerazzuri si aspettava questa stagione?
“Solo per chi non capisce di calcio non era scontato vedere il Pisa tra le pretendenti per la Serie A. Pippo sa cosa fare, ha saputo creare un grande gruppo e tirare fuori il meglio dai giocatori, che ha scelto in base al suo credo e al calcio che aveva intenzione di fare. Ha fatto un grandissimo lavoro e si vedono i risultati”.
Si può aprire un ciclo sulla panchina del Pisa per Inzaghi?
“Me lo auguro, sopratutto per lui. Per quanto mi riguarda non ci dovrebbero essere dubbi. A prescindere dalle idee, la sua passione va sopra ogni cosa. Ha un cuore grande così, gli auguro che possa esprimesi al meglio anche in Serie A, perché se lo merita”.
Qual’è la chiave del suo successo?
“La passione, senza dubbio. Pippo è passione pura, amore per il calcio totale. Con questo suo modo di essere può fare davvero tutto quello che vuole. Ogni allenatore è fatto a modo suo, pensa al suo calcio e professa un suo credo, ma con la passione che ha Pippo non c’è niente di impossibile. Il calcio è davvero la sua vita. E anche l’esperienza di Pisa lo testimonia, inizia a fare solo le cose che sa di poter portare in fondo”.
E fuori dal campo, quali sono i fattori più importanti?
“Quello dell’allenatore è un mestiere difficile, logorante, che ti prende tanto tempo. La famiglia gli ha regalato quella stabilità necessaria per stare bene ed essere libero mentalmente e concentrato sul campo, dove ottiene i risultati”.