Dieci anni di Squallor: Fabri Fibra sempre più attuale

Nel corso di oltre trent’anni di carriera, Fabri Fibra ci ha regalato una serie di album iconici, unici e diversi tra loro, progetti che sono stati una narrazione importante del periodo e del contesto in cui venivano scritti. Squallor, ottavo album prodotto in studio, ci ricorda una fase artistica molto interessante del rapper di Senigallia, che vale la pena ricordare ed analizzare per i dieci anni dall’uscita. Squallor: il cult “prodigo” di Fibra Fibra, durante l’inizio del 2015, gode di […] L'articolo Dieci anni di Squallor: Fabri Fibra sempre più attuale proviene da Rapologia.it.

Apr 17, 2025 - 14:09
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Dieci anni di Squallor: Fabri Fibra sempre più attuale

Nel corso di oltre trent’anni di carriera, Fabri Fibra ci ha regalato una serie di album iconici, unici e diversi tra loro, progetti che sono stati una narrazione importante del periodo e del contesto in cui venivano scritti.

Squallor, ottavo album prodotto in studio, ci ricorda una fase artistica molto interessante del rapper di Senigallia, che vale la pena ricordare ed analizzare per i dieci anni dall’uscita.

Squallor: il cult “prodigo” di Fibra

Fibra, durante l’inizio del 2015, gode di un’esposizione mediatica senza precedenti nella sua carriera: il duro dissing tra lui e Vacca lo ha appena consacrato come uno dei migliori punchliner della scena rap italiana. Nella celeberrima traccia Niente di personale (probabilmente il punto più alto dello scambio di diss tracks), prima di undici minuti di barre Fabri annuncia l’imminente uscita di Squallor, che vedrà la luce solo l’anno dopo.

L’hype per la situazione incandescente fra i due rapper era diventata così l’occasione per promuovere un progetto che ha mantenuto, in molte delle tracce, lo stesso intento polemico e aggressivo.

Il non-marketing del disco

Nell’aprile del 2015, con un tweet, Fabri Fibra lancia Squallor, improvvisamente e senza alcuna promozione.

Ci troviamo davanti ad un gesto inaspettato ed eclatante che farà molta scuola negli anni a seguire, soprattutto in tempi recenti: mai prima di allora un rapper italiano in major, in pratica all’apice della sua carriera, aveva così tanto lasciato da parte pubblicità, business e mercato per un suo nuovo progetto.

Da questo punto di vista l’album si pone come un prodotto di nicchia, che interessa solo la porzione del grande pubblico ha la voglia e l’interesse di approfondire certe tematiche in determinati toni.

Uno dei lati di Fabri che è rimasto più impresso negli anni è proprio quello del rapper strafottente, che non si interessa delle logiche del mercato anche se avrebbe mezzi e possibilità per aggiogarle e farle sue. Squallor ne è emblema.

Fabri Fibra

Il livello delle produzioni

Ciò che rende Squallor di Fabri Fibra una vera e propria perla sono anche le produzioni. Si tratta, forse, di uno degli album rap italiani con più produzioni americane di sempre. Su ventuno tracce quasi la metà presenta produttori americani.

Amadeus ha composto T*oie In Porsche e Sento Le Sirene, Rey Reel lo sentiamo in Come Vasco e Non Me Ne Frega Un C*zzo, HazeBanga in Alieno e Squallor, Hitboy ha co-prodotto Alieno e Non Me Ne Frega Un C*zzo, i Decapo hanno prodotto E.U.R.O., Dot Da Genius ha prodotto Cosa Avevi Capito?, Major Seven ha prodotto Dexter.

Forse non tutti se ne rendono conto, ma questi nomi hanno lavorato con artisti del calibro di Beyonce, 50 Cent, Kanye West, Drake, Lil Wayne, Rihanna, Travis Scott, Kid Cudi e Future.

Perché lo Squallor?

Il titolo dell’album è estremamente evocativo ed atto ad interpretazioni, in quanto riprende il concetto assolutamente attuale dello squallore: il sudiciume che tenta di colmare il senso di vuoto e di abbandono. La poetica di questo progetto è una viscerale fotografia della decadenza culturale collettiva che attraversa la società moderna.

Non si limita a criticare istituzioni e corruzione: Fibra ci offre la presa di coscienza che siamo tutti immersi nel marcio della società, che noi stessi lo creiamo per sentirci più protetti e importanti. Il non ribellarsi alle ingiustizie diventa quindi un accettarle ed esserne fautore.

Benvenuto a Milano, la città del crimine
Rapine, affari sporchi, droga, p*ttane, papponi
Ladri, sbirri, occhi osservano ovunque tu vada
Ti guardano, ti seguono
Politica malata, telecamere, la malavita… e tu ci convivi
E Tu Ci Convivi (feat. Gue)

Fabri Fibra

Amnesia del rapper

Nelle prime tracce Fibra si concentra sulla inutilità del successo e dei soldi, criticando il consumismo dilagante all’interno del settore artistico, piegato anch’esso dalle leggi del mercato.

Amnesia in particolare riesce a essere dissacrante verso la stessa industria musicale in cui Fibra è appena entrato.

Là fuori non c’è posto per il talento, non seguo l’evento io seguo l’intuito, non basta un bel pezzo se non lecchi il c*lo, non sei nel circuito

Ti credi un artista finché non ne incontri uno vero
Io lo faccio il rap mica lo indosso
Questa musica va contro un sistema intero
In Italia è l’esatto opposto
La famiglia decide il tuo nome da lì in poi è tutto in mano alla TV
Il lavoro annulla le persone, se paghi lo Stato ti chiede di più
Amnesia

Sono barre come queste che rendono Fibra uno dei pionieri dell’anticonformismo nel rap italiano, in degli anni in cui non andava di moda andare contro etichette, industria e major.

Dissing a Fedez

Dopo una serie di brani cupi, assolutamente dissacranti e oggettivamente “tosti”, Il Rap Nel Mio Paese regala un momento di grande sventatezza: insieme a svariate critiche (forse tra le più forti e note dell’album), Fibra riesce a ritornare a quell’aura ironico-aggressiva dal dissing con Vacca.

Si tratta anche del singolo con il quale ha presentato il disco e dal quale rimarranno iconiche le barre:

Odio i rapper banali chi li produce e chi li segue10 in comunicazioneNon uso mai l’ingleseOra faccio un’eccezione Fuck Fedez

Contro l’appiattimento dei gusti

Verso la chiusura dell’album, pezzi come Dexter e Non Me Ne Frega Un C*zzo rappresentano forse i due momenti più semplicemente e squisitamente rap, avvalorati da alcune delle produzioni migliori del progetto.

A costo di non essere superficiale Fibra sceglie di non fare un album mainstream: si ritrova per primo a dover compiere questa scelta (che oggi si pone ad ogni artista che ha raggiunto un iniziale successo) e pone al primo posto la volontà di non sprofondare nello squallido mare dello scontato e dell’omologato.

Alla fine siamo tutti degli schiavi
Della stessa immagine che vedi nei giornali
Compriamo le stesse cose, siamo tutti uguali
Parliamo la stessa lingua ma ci si capisce solo nei network sociali
Non leggo libri ma sfoglio pagine ufficiali
Un mare di concetti superficiali
Non Me Ne Frega Un C*zzo

Squallor dopo 10 anni

Questo album è un paradosso. Viene concepito per essere apprezzato da pochi ascoltatori, viene promosso per non ottenere i grandi numeri dei suoi “colleghi”, viene organizzato per risultare ostico all’ascolto. In confronto al resto dei prodotti del 2015 Squallor è un pesce fuor d’acqua: un rap alternativo in una classifica ancora permeata dal pop più classico.

Dopo 10 anni, però, siamo qui a parlare degli stessi temi, delle stesse problematiche, gridiamo agli stessi scandali e ingiustizie. Una delle narrative rap più realistiche e veritiere sul nostro paese e su questa situazione ce l’ha regalata Fibra in quell’aprile del 2015. A livello di numeri non ha avuto lo stesso “successo” degli altri album proprio perché non lo cercava.

Il pessimismo cosmico di Squallor, che critica tutto e tutti ma che non riesce a trovare una soluzione, è sentore del fatto che c’è ancora bisogno della componente sociale nel rap italiano. L’outro del disco, Voglio Sapereconferma una dura verità: l’impossibilità categorica di risolvere i problemi narrati nel disco. Citiamo:

non capisco perché c’è chi fa finta che vada tutto bene
il potere con la verità nessuno li ha mai visti insieme
non si vedono ma ti assicuro siamo intrappolati in catene
il lavoro ci frega la voglia di avere
come ci si eleva lo vorrei sapere

L’ultimo cult?

Dopo il 2015 Fibra pubblica in ordine: Tradimento 10 anni – ReloadedFenomeno Caos.

Tre progetti completamente diversi tra loro, tre fasi artistiche assolutamente distanti l’una dall’altra e con degli obbiettivi discordanti. Per gli amanti del “vecchio Fibra” Squallor è l’ultimo cult della discografia, l’ultimo album che non cede alle logiche del mercato e della famigerata hit. Che si sia d’accordo o meno, non si può ignorare il fatto che come ha affrontato le tematiche sociali in questo progetto, Fibra non lo abbia fatto più nel corso della sua carriera.

Anche se da molti messo da parte, si tratta certamente una gemma nascosta e preziosissima della produzione di Fibra e del rap italiano in generale: è uno di quei requisiti di ascolto per cui dovrebbe obbligatoriamente passare ognuno che si considera fan del rap, inteso come denuncia e sfogo.

 

 

 

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