Cuenca, Ecuador: Arte e serenità tra pietra, cielo e fiumi

Nel cuore dell’Ecuador, tra le Ande e il cielo Arrivare a CUENCA è come entrare in una tela dipinta con colori antichi. Situata nell’altopiano meridionale dell’ECUADOR, a circa 2.500 metri sul livello del mare, Cuenca si estende tra montagne ondulate e fiumi trasparenti che tagliano la città con delicate curve naturali. Qui, ogni angolo racconta […] Cuenca, Ecuador: Arte e serenità tra pietra, cielo e fiumi

Mag 5, 2025 - 13:09
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Cuenca, Ecuador: Arte e serenità tra pietra, cielo e fiumi
Nel cuore dell’Ecuador, tra le Ande e il cielo Arrivare a CUENCA è come entrare in una tela dipinta con colori antichi. Situata nell’altopiano meridionale dell’ECUADOR, a circa 2.500 metri sul livello del mare, Cuenca si estende tra montagne ondulate e fiumi trasparenti che tagliano la città con delicate curve naturali. Qui, ogni angolo racconta una storia; ogni facciata, ogni vicolo lastricato, conserva la memoria di un passato coloniale che ancora pulsa tra le mura di antichi edifici. La città è lambita da ben quattro corsi d’acqua — il Tomebamba, il Yanuncay, il Tarqui e il Machángara — che scorrono tra parchi alberati e sentieri silenziosi. La loro presenza conferisce a Cuenca una freschezza costante, rendendo il paesaggio urbano un dialogo continuo tra natura e pietra. Un clima gentile, come la sua gente Il clima temperato di Cuenca è uno dei suoi più grandi doni. L’aria è secca e pulita, il cielo spesso terso. Le estati sono soleggiate, ideali per passeggiate infinite tra chiese barocche e mercati artigianali; gli inverni, se così si possono definire, sono miti e mai aggressivi. Anche quando piove, lo fa con discrezione, come se la città non volesse turbare il ritmo lento e contemplativo dei suoi abitanti. Questa stabilità meteorologica rende Cuenca un luogo perfetto per chi, come me, ama viaggiare senza doversi preoccupare troppo di giacche impermeabili o ombrelli. Puoi sederti su una panchina in Plaza Abdón Calderón, il cuore storico, e leggere un libro o osservare la vita che scorre, sempre sotto una luce calda e gentile. Tra chiese di marmo, piazze vive e mercati d’incanto La vera anima di Cuenca si svela tra le sue strade acciottolate, dove l’architettura coloniale spagnola ha trovato un’armonia quasi magica con l’ambiente andino. Camminando per il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, ci si imbatte nella maestosa Catedral de la Inmaculada Concepción, con le sue cupole azzurre che si stagliano contro il cielo. Ogni dettaglio è scolpito, cesellato, voluto. E poi ci sono le chiese più piccole, spesso poco frequentate dai turisti, ma ricche di quiete e di luce. La Iglesia del Carmen de la Asunción, ad esempio, è una gemma di sobrietà e spiritualità. Ma Cuenca è anche mercato e artigianato, è l’intreccio colorato dei sombreros de paja toquilla, erroneamente noti come “panama”, ma nati proprio qui. È il profumo del caffè tostato nelle botteghe di Calle Larga, è il suono dei musicisti che suonano nella plaza San Francisco. In ogni angolo si respira una cultura viva, radicata e orgogliosa. Arte e cultura: una fioritura continua Passeggiando per Cuenca, è impossibile non accorgersi della sua vivacità artistica. Gallerie contemporanee, centri culturali e murales raccontano la città da nuove prospettive. Il Museo de Arte Moderno, ad esempio, è una sorpresa dietro ogni sala: luci, spazi ariosi, esposizioni mutevoli che danno voce a una nuova generazione di artisti ecuadoregni. Ma anche l’arte popolare trova spazio. Al mercato di San Sebastián, ogni bancarella è un microcosmo di colori e storie: vasi dipinti a mano, tessuti intrecciati con dedizione, amuleti ancestrali che raccontano antichi miti andini. La cultura qui non è solo esposta: si vive. Gli abitanti partecipano con entusiasmo a festival locali, alle processioni religiose e alle celebrazioni musicali che trasformano le notti in vere e proprie sinfonie urbane. Una città da assaporare con lentezza La prima cosa che ho imparato a Cuenca è rallentare. Non serve correre. I ritmi sono diluiti, mai frenetici. I caffè si affacciano su piazzette ombreggiate dove il tempo sembra sospeso. Seduto con una tazza di cioccolata calda e cannella, ho guardato le donne con le gonne ampie e i cappelli decorati attraversare la piazza, parlare con gentilezza, scambiarsi sorrisi. Anche il cibo riflette questa attenzione alla lentezza. I piatti tipici, come il hornado (maiale arrosto) o il locro de papas (zuppa di patate con formaggio), raccontano la terra. Ogni sapore ha una storia, ogni ingrediente è scelto con cura. I piccoli ristoranti familiari, spesso nascosti dietro portoni in legno, offrono esperienze culinarie autentiche e intime. La geografia che incanta e protegge Cuenca si trova in una valle circondata da colline, a poca distanza dal Parque Nacional Cajas, un paradiso naturale di lagune glaciali, foreste nebulose e sentieri solitari che sembrano usciti da un sogno. È il luogo ideale per chi ama camminare, respirare a pieni polmoni e riconnettersi con il silenzio della montagna. Questa vicinanza alla natura è uno dei grandi tesori di Cuenca: puoi passare la mattina tra musei e chiese, e nel pomeriggio trovarti a percorrere sentieri che sfiorano le nuvole. Un luogo che resta dentro Non so esattamente quando Cuenca abbia cominciato a farsi spazio dentro di me. Forse è successo mentre ascoltavo le campane risuonare all’imbrunire, o quando un’anziana signora mi ha offerto un dolce fatto in casa con un sorriso pieno di luce. Cuenca non si visita, si vive. Con tutti i sensi, con tutta l’anima. È una città che ti accoglie con grazia e ti accompagna senza fretta, facendoti sentire parte di qualcosa di autentico, di eterno.

Cuenca, Ecuador: Arte e serenità tra pietra, cielo e fiumi