Cina-Usa, dal gas liquido alle navi a TikTok: obiettivo pace commerciale? Sui dazi sono ancora scintille
Ancora scintille commerciali tra Usa e Cina: dalle tariffe portuali per le navi cinesi, al blocco degli acquisti di gas liquefatto degli Usa. Operatori finanziari alla ricerca di dettagli che lascino intravvedere possibili accordi L'articolo Cina-Usa, dal gas liquido alle navi a TikTok: obiettivo pace commerciale? Sui dazi sono ancora scintille proviene da FIRSTonline.


A parole Trump e Xi Jinping sembrerebbero sulla strada per trovare un accordo per attenuare la feroce guerra commerciale in atto, come del resto si augurano anche gli operatori finanziari internazionali. Nei fatti continano le scintille e non passa giorno che da una parte e dall’altra non arrivino notizie di mosse e contromosse.
Giusto ieri il presidente Usa si è detto riluttante a continuare ad aumentare i dazi sulla Cina, realizzando che ciò potrebbe bloccare gli scambi commerciali tra i due Paesi e lasciando intendere che potrebbe essere aperto ad abbassarli. “Non voglio che salgano perché poi si arriva al punto in cui la gente non compra più. Quindi potrei non volerli alzare, o potrei non voler nemmeno arrivare a quel livello”, ha detto Trump. “Potrei volerli abbassare perché, sai, voglio che la gente compri” ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca a proposito dei dazi. Trump ha imposto tariffe del 10% sulla maggior parte dei beni in entrata nel Paese, ma ha ritardato l’applicazione di imposte più elevate, in attesa dei negoziati. Ciononostante, ha aumentato le aliquote sulle importazioni cinesi, che ora ammontano al 145%, dopo che Pechino ha reagito con le propri dazi del 125% sugli Stati Uniti. La scorsa settimana, la Cina ha dichiarato di “non rispondere” a un “gioco di numeri con i dazi”, ma ha dimostrato di voler agire in altri modi.
Sempre ieri il presidente Usa ha insistito sul fatto che Pechino si è ripetutamente rivolta a lui nel tentativo di mediare un accordo. Trump, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, ha detto che i funzionari che riteneva rappresentassero il leader cinese Xi Jinping avevano cercato di avviare i colloqui. Ma ha ripetutamente eluso le domande dirette sul fatto che lui e Xi fossero stati in contatto diretto, riporta Bloomberg. “Ho un ottimo rapporto con il presidente Xi e credo che continuerà. E direi che si sono già contattati diverse volte”, ha detto Trump. Alla domanda se fosse stato Xi stesso a contattarlo direttamente o se fossero stati funzionari cinesi, Trump ha risposto: “Beh, la stessa cosa. La vedo molto simile. Sarebbero i vertici della Cina. Lui sa tutto e gestisce tutto con grande attenzione, con grande forza, con grande intelligenza”. Nei giorni scorsi la Cina aveva chiesto agli Usa un maggiore rispetto, frenando le osservazioni denigratorie dei membri del suo gabinetto.
Sempre ieri Trump è tornato anche sul tema di TikTok. Il presidente Usa si è detto fiducioso riguardo a un accordo che includerebbe concessioni commerciali e un accordo per la vendita delle attività statunitensi di TikTok. “Bene, abbiamo un accordo per TikTok, ma sarà soggetto alla Cina, quindi rimanderemo l’accordo finché la cosa non si risolverà”, ha detto.
Ciononostante, l’amministrazione Usa ha preso provvedimenti per imporre tasse sulle navi cinesi che attraccano nei porti statunitensi, minacciando di sconvolgere le rotte commerciali globali e di inasprire la guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali. E d’altro canto la Cina ha interrotto l’acquisto di gas liquefatto dagli Stati Uniti, mentre proprio su questo tema la premier Meloni si è detta ieri disposta ad aumentare gli acquisti.
La Cina ferma gli acquisti di gas liquefatto targato Usa
Da circa dieci settimane la Cina ha completamente interrotto le sue importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) americano, secondo quanto scrive il Financial Times, che cita i dati di navigazione.
Da quando una portacisterna di Gnl da 69.000 tonnellate, partita da Corpus Christi in Texas, è arrivata nella provincia meridionale del Fujian il 6 febbraio, non si sono più registrate altre spedizioni tra i due Paesi, scrive il FT, segnalando che una seconda nave cisterna è stata dirottata in Bangladesh dopo che la Cina ha imposto, il 10 febbraio, un dazio del 15% sul Gnl statunitense. Il dazio è poi salito al 49%, rendendo il gas Usa non conveniente per gli acquirenti cinesi. Un blocco delle importazioni di Gnl dagli Usa è già avvenuto durante il primo mandato di Trump, quando Pechino bloccò le importazioni per un anno. Tuttavia, l’impressione è che questa volta l’interruzione possa essere più duratura, se non strutturale.
Intanto Pechino sta stringendo accordi con la Russia. “La Cina è pronta a lavorare con la Russia, aderendo fermamente all’importante consenso raggiunto dai leader dei due paesi, e a continuare ad approfondire la cooperazione di reciproco beneficio nel settore energetico, per fornire garanzie affidabili a tutela della sicurezza energetica nazionale e portare benefici concreti ai popoli di entrambi i Paesi”, ha affermato il vicepremier cinese Ding Xuexiang, che ha incontrato ieri il ministro dell’Energia russo, Sergei Tsivilev.
Gli Usa impongono tariffe portuali sulle navi cinesi
Un’altra mossa di ritorsione viene dagli Usa. Oggi la Cina ha protestato per la decisione degli Stati uniti di imporre più alte tariffe portuali per le navi costruite in Cina e quelle gestite da compagnie cinesi. “Vorrei riaffermare che imporre tariffe portuali e dazi aggiuntivi sulle attrezzature per la movimentazione dei carichi danneggia tanto gli altri quanto se stesso” ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian. “Aumenta i costi di trasporto marittimo a livello globale, destabilizza le catene di approvvigionamento e accresce le pressioni inflazionistiche negli Stati uniti, danneggiando in ultima analisi i consumatori e le imprese americane, senza tuttavia rivitalizzare l’industria cantieristica statunitense”.
Non è chiaro che cosa potrebbe dare una svolta decisiva per far procedere i colloqui e nemmeno su come potrebbe essere strutturato un eventuale accordo.