Chi ha ideato il Corriere dei Piccoli?
C'era la mente creativa di Paola Lombroso, figlia del "padre dell'antropologia criminale" Cesare Lombroso, dietro al Corriere dei Piccoli (o Corrierino).
L'anima e la mente del Corriere dei Piccoli era una donna fuori dal comune, soprattutto per l'epoca in cui visse: Paola Lombroso (1871-1954). Figlia del "padre dell'antropologia criminale" di fine Ottocento Cesare Lombroso, Paola prometteva già da bambinadi diventare la donna colta, anticonformista e determinata che poi fu. Così la descriveva la sorella più piccola, Gina: "Ribelle ad ogni convenzione, come il papà avida di conoscere il mondo esterno e di agire, precoce, espansiva, intelligentissima, organizzativa, aveva una immaginazione sconfinata".. Filantropa. Paola Lombroso abbandonò gli studi liceali prima del conseguimento del diploma per avvalersi di una formazione privata continuamente nutrita dall'humus culturale di casa, dove prevaleva un orientamento socialista e scientifico. Si fece conoscere come giornalista, scrittrice e pedagogista, ma fin da subito e per tutta la sua vita si spese anche in progetti filantropici come l'istituzione, durante la Prima guerra mondiale, delle Ville per i figli dei soldati, divenute poi Casa del sole (per i bambini malati di tubercolosi) e delle Bibliotechine rurali (un progetto volto a favorire e incentivare la lettura tra i bambini delle campagne).. Idea interclassista. La grandezza del progetto del Corriere dei Piccoli stava nella capacità della sua creatrice di utilizzare la sua inconfondibile verve psico-pedagogica servendosi dell'appoggio di un giornale ben strutturato e autorevole: il Corriere della Sera. L'aspetto rivoluzionario del giornalino, che si rivolgeva sia ai figli della classe borghese sia ai fanciulli dei ceti più umili, fu inteso appieno dal direttore Luigi Albertini, che però non diede alla Lombroso la direzione: anzi, la relegò in una posizione di collaboratrice di rubriche fisse, ma anonime, firmate con lo pseudonimo Zia Mariù.. Donna e scomoda. Ecco cosa scrive Sabrina Fava, docente di Storia della pedagogia, nel volume Il Corriere dei Piccoli in un secolo di riviste per ragazzi (Vita e Pensiero): «Gli Albertini (Luigi e il fratello Alberto, giornalista al Corriere, ndr) non amavano il suo protagonismo, la sua mancanza di diplomazia, né l'idea, destabilizzatrice rispetto alla tradizione del Corriere, di attribuire una posizione di comando a una figura femminile e per di più non assunta stabilmente nei ranghi aziendali». La scelta ricadde quindi su Silvio Spaventa Filippi, giornalista equilibrato, pacato e flessibile.. La delusione. "Fin da quando mi sono occupata di ricerche sui bambini ho sempre sognato di avere la direzione di un giornale per bambini [...] Ella dice che non aveva mai pensato di affidarmi la direzione del giornale; e io le dico che pensai sempre di dovervi avere una posizione principale e le diedi fin troppo chiaramente le prove della mia spettazione [...] – mentre Ella mai mi fece sospettare questa sconfessione finale che mi attendeva": così scrive la Lombroso in una lettera del settembre 1908 indirizzata ad Albertini inserita nel volume La donna che ideò il Corriere dei Piccoli (Giulio Cesare Cuccolini, ComicOut).. Pacifista. La collaborazione terminò definitivamente nel marzo del 1912 per i contrasti ideologici fra la vena pacifista della pedagogista e l'appoggio albertiniano e della testata all'impresa coloniale in Libia.. Questa notizia è tratta dall'articolo "Il giornale che parlava ai bambini" di Magda Gattone, pubblicato su Focus Storia 220..