Caso Nives Monda: Israele ci chiede di non guardare mentre stermina i palestinesi, ma non tutti si voltano
di Rosamaria Fumarola La questione palestinese da sempre è connotata da elementi di tale peculiarità da rendere le reazioni di chi voglia esprimere la propria opinione, o semplicemente farsene una, qualcosa di diverso da ogni altra presa di coscienza su vicende che attengono alla guerra. Il conflitto israelo-palestinese non si è infatti mai spento e […] L'articolo Caso Nives Monda: Israele ci chiede di non guardare mentre stermina i palestinesi, ma non tutti si voltano proviene da Il Fatto Quotidiano.

di Rosamaria Fumarola
La questione palestinese da sempre è connotata da elementi di tale peculiarità da rendere le reazioni di chi voglia esprimere la propria opinione, o semplicemente farsene una, qualcosa di diverso da ogni altra presa di coscienza su vicende che attengono alla guerra. Il conflitto israelo-palestinese non si è infatti mai spento e sebbene in certi periodi sia apparso sopito, ha solo covato sotto la cenere. Il momento attuale è però tra i più critici della sua storia, perché Israele reagendo all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 non ha inteso applicare criteri di una qualche proporzionalità, ma cogliere finalmente l’occasione per radere al suolo la Striscia di Gaza e avere il pretesto di deportarne gli abitanti (pochi) ancora in vita.
Il fatto che a livello internazionale nessuna potenza sia intervenuta concretamente per porre fine al massacro lascia spazio ad una sola deduzione: l’intero mondo attende che il piano di Israele sia portato a compimento, ad onta dei proclami che questo o quel capo di stato si sforza periodicamente di fare. L’opinione pubblica internazionale tuttavia sembra meno insensibile di quanto lo fosse in passato e il sostegno alla causa palestinese è sempre più diffuso e condiviso. Com’era prevedibile Israele condanna (con una certa malafede) queste reazioni come espressioni di un antisemitismo mai spento, cogliendo il pretesto per combatterlo attraverso uno sterminio sempre più insensato e feroce del popolo palestinese.
In particolare la voce contraria dei sionisti non manca di farsi sentire, soprattutto quando il dissenso alla politica di Israele è espresso in occasione di eventi seguiti dal grande pubblico, come quello del concerto del primo maggio a Roma, durante il quale il gruppo dei Patagarri ha intonato assieme alle migliaia di presenti un coro filopalestinese. Insomma, finché nei centri sociali scarsamente frequentati delle nostre periferie si affiggeva uno striscione a sostegno di Gaza, i sionisti non se ne interessavano, ma se la platea di quanti ricevono e accolgono il dissenso per la politica israeliana si amplia, la reazione di condanna non tarda ad arrivare e questo in spregio del diritto democratico di ciascuno di esprimere la propria opinione, in genere poco e male esercitato.
Dev’essere proprio per questa ragione che l’episodio della ristoratrice napoletana Nives Monda, che si è resa protagonista di uno scontro con un’avventrice israeliana, terminata con la cacciata di questa dal locale, non mi ha disturbato anche a prescindere dalla questione palestinese. Che infatti la proprietaria di una taverna usi il proprio locale per discutere anche di questioni politiche, e abbia una sua posizione dichiarata su fatti che vanno ben oltre la cura del proprio orticello, a me pare essere espressione di civiltà e non di sostegno al terrorismo di Hamas. Il video dell’accaduto è a disposizione di chiunque abbia voglia di farsi un’idea su tutte le piattaforme online.
Nives Monda è una donna equilibrata e profondamente consapevole, capace di argomentare e assumere una posizione netta sulle vicende oggetto dell’acceso diverbio con la cliente israeliana. E di tutto questo è da ritenersi responsabile proprio Israele, la qual cosa non può non farmi tornare alla mente il noto episodio in cui Picasso, in risposta ad un nazista che gli domandava se il massacro rappresentato nel dipinto “Guernica” fosse opera sua, rispose che quella carneficina era invece opera esclusiva dell’ufficiale tedesco.
Tante volte mi sono detta che il pittore spagnolo in quella circostanza dimostrò un coraggio che pochi avrebbero avuto e che infatti pochissimi ebbero quando si trattò di difendere la comunità ebraica durante l’ultimo conflitto mondiale. Oggi Israele ci chiede di guardare altrove e tacere mentre stermina gli uomini e le donne palestinesi, come un tempo fascisti e nazisti durante la Shoah pretesero ed ottennero da italiani e tedeschi… e non solo.
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