Caporalato in un supermercato del Catanese: lavoratori sfruttati per 60 ore a settimana a 1,6 euro l’ora

Una nuova vicenda di caporalato emerge dalla provincia di Catania, dove 37 lavoratori sono stati impiegati in condizioni di sfruttamento estremo all’interno di un supermercato di Biancavilla. Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Catania, hanno portato all’arresto del rappresentante legale e del direttore commerciale della società, finiti entrambi ai domiciliari....

Mag 16, 2025 - 14:10
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Caporalato in un supermercato del Catanese: lavoratori sfruttati per 60 ore a settimana a 1,6 euro l’ora

Una nuova vicenda di caporalato emerge dalla provincia di Catania, dove 37 lavoratori sono stati impiegati in condizioni di sfruttamento estremo all’interno di un supermercato di Biancavilla. Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Catania, hanno portato all’arresto del rappresentante legale e del direttore commerciale della società, finiti entrambi ai domiciliari. La società è stata sottoposta a sequestro preventivo.

Secondo quanto accertato, i dipendenti erano costretti a lavorare oltre 60 ore settimanali, pur avendo contratti da 40 ore, e percepivano stipendi mensili tra i 700 e gli 800 euro. In termini orari, si tratta di una retribuzione di appena 1,6 euro. Una cifra scandalosa, ben al di sotto dei minimi previsti dalla contrattazione collettiva nazionale. Oltre alla paga indegna, i lavoratori potevano usufruire solo di due giorni di riposo al mese, senza ferie e senza alcuna garanzia di tutela.

Un ricatto sfruttando la situazione di grave disagio economico dei dipendenti

Il procuratore di Catania, Francesco Curcio, ha evidenziato come tutti i dipendenti si trovassero in una situazione di grave disagio economico, tanto da dover accettare queste condizioni pur essendo consapevoli della loro illegalità. La necessità di sostenere le proprie famiglie ha reso impossibile qualsiasi forma di opposizione. In pratica, si trattava di un ricatto occupazionale: o si accettavano quelle condizioni o non si veniva assunti.

Durante i colloqui di lavoro, ai candidati veniva spiegato in modo diretto che il contratto firmato sarebbe stato solo una formalità e che le reali condizioni sarebbero state ben diverse, senza possibilità di contrattazione. Una situazione che ha compromesso la libertà di scelta dei lavoratori, costretti a subire un trattamento degradante e fuori da ogni norma legale.

Le indagini, partite da un controllo a Biancavilla, si sono poi estese ad altri punti vendita nei comuni di Adrano e Misterbianco. Un episodio che ben ci fa capire quanto sia fondamentale rafforzare i controlli contro il caporalato urbano, fenomeno purtroppo non limitato all’agricoltura ma presente anche nel commercio e nei servizi.

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Fonte: Ansa.it

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