Bertramsen (Nordea AM): "La selezione dei fondi evolve con la regolamentazione, la gestione passiva e l’IA"
L'Head of Manager Selection del gestore nordico analizza i cambiamenti dell’industria e spiega come la selezione dei gestori sia diventata un processo sempre più tecnico e multidisciplinare. L'articolo Bertramsen (Nordea AM): "La selezione dei fondi evolve con la regolamentazione, la gestione passiva e l’IA" proviene da FundsPeople Italia.

L'head of Manager Selection di Nordea Asset Management Anders Bertramsen non è arrivato per caso al mondo della fund selection. Il suo interesse per la valutazione delle performance dei gestori è nato durante gli studi in Danimarca: nella sua tesi ha analizzato la redditività dei fondi danesi, ottenendo così il suo primo impiego in una società di consulenza specializzata nella selezione di gestori. Da allora, ha sviluppato una carriera in un settore che, a suo avviso, è cambiato profondamente negli ultimi anni.
“Quando ho iniziato, nel 2003, l’ESG era qualcosa di estremamente marginale. Oggi è un fattore chiave nella selezione dei fondi, in gran parte grazie alla regolamentazione”, spiega. Inoltre, l’ascesa della gestione passiva e la crescente pressione sulle commissioni hanno ridefinito il ruolo del fund selector.
“Lavoro in questo settore da oltre vent’anni perché è qualcosa che mi appassiona davvero”, afferma. La sua carriera riflette l’importanza della specializzazione in un ambito che, pur essendo poco noto a molti investitori, svolge un ruolo fondamentale nell’allocazione del capitale all’interno delle grandi istituzioni finanziarie.
L’evoluzione del ruolo del fund selector
Il lavoro del fund selector è cambiato radicalmente negli ultimi anni. L’introduzione dei criteri ESG è stata una delle principali forze di trasformazione. Vent’anni fa, l’investimento sostenibile era un concetto marginale. Oggi è un elemento centrale nella selezione dei gestori, e la sua rilevanza è sostenuta da normative sempre più stringenti.
Anche la diffusione della gestione passiva ha messo in discussione il valore della selezione attiva. Gli ETF hanno acquisito un peso crescente nei portafogli, costringendo i gestori tradizionali a ridurre le commissioni e a dimostrare un chiaro valore aggiunto. “L’ascesa della gestione passiva non ha eliminato il nostro ruolo, ma ci ha resi più selettivi nella ricerca di strategie attive realmente in grado di generare alfa”, afferma Bertramsen.
A tutto questo si aggiunge ora l’arrivo dell’intelligenza artificiale. In Nordea, stanno già utilizzando l’IA per ottimizzare alcuni processi, come l’analisi delle risposte nelle due diligence o la redazione di executive summary. “Non le chiediamo di scrivere un report completo, ma di aiutarci a strutturare le informazioni. Ci consente di essere più efficienti e di concentrarci su ciò che conta davvero”, spiega.
Gestione passiva: minaccia o opportunità?
Il dibattito sulla gestione passiva continua a dividere l’industria. In Nordea, per ora, non selezionano ETF, anche se Bertramsen riconosce che le cose potrebbero cambiare con la crescita degli ETF attivi. Negli Stati Uniti, questi strumenti hanno registrato una rapida espansione, favorita anche da incentivi fiscali. In Europa, lo sviluppo è più lento, ma l’impatto è innegabile.
“Non consideriamo gli ETF una minaccia, ma un’evoluzione del mercato. Per alcuni gestori rappresentano un’opportunità per raggiungere più clienti; per altri, una sfida competitiva”, afferma. Secondo lui, ciò che conta è la capacità di differenziarsi, con strategie attive ben definite o prodotti che offrano un vantaggio chiaro rispetto alle soluzioni passive.
Gli aspetti chiave del processo di selezione
Il processo di selezione in Nordea combina rigore e flessibilità. Il team, composto da sei persone, analizza sia obbligazionario sia azionario, utilizzando una varietà di strumenti come eVestment, Mercer, Bloomberg e Morningstar Direct.
“Non imponiamo criteri rigidi come un minimo di patrimonio gestito o tre anni di track record. Valutiamo caso per caso”, spiega Bertramsen. Questo approccio consente loro di individuare gestori ad alto potenziale prima che siano ampiamente riconosciuti dal mercato.
Uno degli aspetti centrali dell’analisi è il fattore umano: “Investiamo nelle persone. Vogliamo assicurarci che il team di gestione sia stabile e abbia una filosofia chiara”. Una delle sue principali preoccupazioni è infatti evitare cambiamenti imprevisti nei gestori chiave dopo l’inserimento di un fondo in portafoglio.
Tendenze d’investimento per il 2025
Se il 2023 e il 2024 sono stati gli anni della rinascita del reddito fisso, il 2025 sembra destinato a vedere una maggiore attenzione sui fondi tematici. Bertramsen sottolinea che questi prodotti non solo intercettano megatrend di lungo periodo, ma facilitano anche il dialogo con i clienti.
“I fondi tematici permettono di raccontare storie, ed è fondamentale per la relazione con gli investitori”, afferma.
Tra i temi più seguiti, la tecnologia resta in cima alle preferenze. Tuttavia, la recente corsa all’intelligenza artificiale ha gonfiato le valutazioni di alcune aree. “Siamo aperti a diverse tematiche, ma cerchiamo strategie che non siano facilmente replicabili da un ETF”, chiarisce.
Il valore della relazione con i gestori
In un mondo in cui l’informazione è sempre più accessibile, Nordea continua a dare grande importanza al contatto diretto con i gestori. Prima di includere un fondo in lista, è sempre prevista una visita agli uffici del gestore, condizione imprescindibile nel processo di selezione.
Per le strategie white label, vengono organizzati incontri trimestrali e almeno una visita ogni due anni. Nel caso dei fondi di terzi, l’interazione è più flessibile, ma resta costante per monitorare l’evoluzione delle strategie.
La selezione in tempi di crisi
Il ruolo del fund selector si rivela cruciale soprattutto nei momenti di crisi. Bertramsen ricorda il caso del 2008, quando individuarono un gestore high yield con una strategia innovativa che però fu duramente colpita dalla crisi finanziaria. “Fu una lezione difficile, ma ci ha insegnato quanto sia importante comprendere a fondo i bias insiti in ogni strategia”, osserva.
Nel 2022, la forte correlazione tra asset ha messo alla prova molte strategie tradizionali. Ma per Bertramsen, il compito dei selector non è gestire i portafogli, bensì individuare gestori con una visione solida e di lungo periodo.
Guardando al futuro
Il futuro della selezione dei fondi sarà segnato da tecnologia, regolamentazione ed evoluzione dei mercati finanziari. Bertramsen si dice ottimista sul contributo che l’intelligenza artificiale potrà dare nel migliorare i processi, pur ritenendo che il fattore umano resterà centrale.
“Siamo all’inizio di un cambiamento strutturale, come lo è stato con l’avvento di Internet. Non conosciamo ancora l’intera portata dell’impatto che avrà l’IA, ma di certo cambierà profondamente l’industria”, conclude.
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