Astensione, nessun allarme democratico

Tutti hanno ormai dato per acquisita la perfetta legittimità dell’astensione democratica in una consultazione che richiede il quorum

Mag 7, 2025 - 09:31
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Astensione, nessun allarme democratico

Roma, 7 maggio 2025 – Siamo per una consapevole non partecipazione al voto. L’astensione non è in alcun modo una forma di disimpegno". Correva l’anno 2005 e così si espresse il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana sul quesito sulla fecondazione assistita cui gli italiani sarebbero stati chiamati a esprimersi. Nessuno gridò all’allarme democratico.

"Non votare un referendum inutile e sbagliato è un diritto di tutti i lavoratori!" tuonava nel 2003 un manifesto dei Ds di fronte alla convocazione referendaria per abrogare l’articolo 18, quando il maggior partito della sinistra invitò a far fallire il quorum. Allo stesso modo, per restare ai referendum degli ultimi 20 anni, si sono comportati Lega, Rifondazione e Sinistra e Libertà nel 2009 su alcune specifiche disposizione della legge elettorale, Pd, Scelta Civica e altri nel 2016 per le concessioni sugli idrocarburi e altri partiti nel 2022 per i referendum in materia di giustizia. Tutte consultazioni abrogative fallite per la mancanza del numero di votanti richiesto dalla Costituzione in cui ogni volta si è ripetuto il solito canovaccio: un partito o un gruppo di associazioni (spesso i radicali, ma non solo) che raccolgono le firme e i contrari che, avendo capito come la partecipazione in Italia sia in drammatico calo, non si sbattono neppure a fare propaganda ma invitano i propri sostenitori a non votare (memori dell’"andate dal mare" di Craxi nel 1991).

Stavolta è accaduta la stessa cosa, ed è partito il solito coro "allarme democratico" (Landini e compagnia). Dove "solito" non è riferito alle precedenti posizioni dei partiti nei referendum perché tutti hanno ormai dato per acquisita la perfetta legittimità dell’astensione democratica in una consultazione che richiede il quorum, quanto dei commenti della sinistra alle recenti prese di posizione delle forze di maggioranza. Troppo complicato criticare nel merito, meglio gridare all’attacco alla democrazia, al fascismo, alla dittatura. Meglio usare il solito linguaggio che i follower sono in grado di comprendere.