Apple e Meta fuorilegge in Ue, cosa cambia per App Store e Marketplace

La Commissione europea multa Apple e Meta per 700 milioni: violato il Digital Markets Act. Ecco cosa cambia per gli utenti, le app, i dati personali e la concorrenza online

Apr 23, 2025 - 14:20
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Apple e Meta fuorilegge in Ue, cosa cambia per App Store e Marketplace

Apple e Meta sono state sanzionate dalla Commissione europea per violazioni al Digital Markets Act. Le multe, rispettivamente da 500 milioni di euro per Apple e 200 milioni per Meta, rappresentano una svolta nell’applicazione delle nuove regole Ue per limitare il potere delle big tech e favorire concorrenza e trasparenza.

Le accuse riguardano da un lato il controllo di Apple sull’App Store, che impedirebbe agli sviluppatori di promuovere offerte esterne e dall’altro il modello “Consenso o pagamento” di Meta per accedere a Facebook e Instagram senza pubblicità. Per gli utenti ci sono cambiamenti in vista.

App Store nel mirino della Ue

La Commissione europea ha infine inflitto una multa da 500 milioni di euro ad Apple per violazione del Digital Markets Act. Il nodo riguarda il cosiddetto obbligo anti-steering, che impone ai grandi operatori digitali, detti gatekeeper, di non ostacolare gli sviluppatori nel proporre alternative al proprio store ufficiale.

Apple, secondo Bruxelles, ha imposto una serie di restrizioni tecniche e commerciali che impediscono agli sviluppatori di indirizzare liberamente gli utenti verso piattaforme esterne dove acquistare prodotti o servizi a condizioni migliori. Il risultato sarebbe un danno per i consumatori, che non possono conoscere né sfruttare le offerte più convenienti.

Chiusa invece con esito positivo, grazie ad alcuni correttivi introdotti da Cupertino, l’indagine sul mancato rispetto delle impostazioni predefinite e sulla schermata del browser alternativo su iOS.

Meta punita per il modello “Consent or Pay”

Anche Meta è finita sotto la lente della Commissione per il modello “Consenso o pagamento”. Dal marzo al novembre 2024, agli utenti europei di Facebook e Instagram è stato chiesto di scegliere: acconsentire all’uso dei propri dati per pubblicità personalizzata oppure pagare un abbonamento per un servizio privo di annunci.

Secondo Bruxelles questa non è una vera alternativa, perché manca una terza opzione: un servizio gratuito con minore uso dei dati. Meta, insomma, non avrebbe garantito il diritto degli utenti a un consenso libero e informato, come previsto dal DMA.

Per questa violazione, la Commissione ha inflitto una multa da 200 milioni di euro. A novembre Meta ha aggiornato il modello pubblicitario introducendo un’opzione meno invasiva, ma la sua conformità è ancora oggetto di valutazione.

Apple e la “Core Technology Fee”

Oltre alla sanzione già comminata, Apple potrebbe presto dover rispondere di una nuova contestazione. Riguarda la cosiddetta Core Technology Fee, una commissione fissa che l’azienda impone agli sviluppatori che vogliono pubblicare le proprie app al di fuori dell’App Store.

Il problema, secondo Bruxelles, è duplice: da un lato, i requisiti per utilizzare store alternativi sarebbero eccessivamente restrittivi; dall’altro, la procedura per installare app fuori dall’App Store risulterebbe confusa e scoraggiante per l’utente medio.

Apple, secondo la Commissione, non ha dimostrato che queste misure siano necessarie né proporzionate. L’indagine è ancora in corso, ma potrebbe sfociare in nuove sanzioni.

Marketplace escluso dal Digital Markets Act

Buone notizie invece per Meta sul fronte Marketplace. Dopo un’analisi dei numeri e delle richieste dell’azienda, la Commissione ha deciso di rimuovere Facebook Marketplace dall’elenco delle piattaforme regolamentate dal DMA.

Il motivo è che nel 2024 la piattaforma contava meno di 10.000 utenti commerciali, soglia minima per rientrare tra i cosiddetti gatekeeper. Marketplace non è più quindi considerato un punto di accesso per il business online e, dunque, non sarà più soggetto alle regole più severe previste dalla normativa.

Cosa succede ora

Apple e Meta hanno ora 60 giorni per adeguarsi alle decisioni della Commissione. In caso contrario, rischiano nuove sanzioni ancora più pesanti, fino al 10% del fatturato annuo globale.

Si tratta delle prime applicazioni concrete del Digital Markets Act e il messaggio che l’Europa ha voluto inviare è che le regole valgono per tutti, anche per i colossi della Silicon Valley. L’obiettivo, spiega la vicepresidente Teresa Ribera, non è punire, ma tutelare la libertà di scelta degli utenti, creare condizioni di concorrenza e restituire centralità alle imprese più piccole.

La risposta di Apple e Meta

Non si è fatta attendere la replica delle due aziende. Apple ha annunciato il ricorso contro la decisione, definendola un attacco ingiustificato:

Gli annunci di oggi sono l’ennesimo esempio di come la Commissione abbia ingiustamente preso di mira Apple (…) Nonostante gli innumerevoli incontri, la Commissione continua a spostare i paletti ad ogni passo», ha dichiarato un portavoce.

Dura anche la reazione di Meta, che contesta apertamente la compatibilità delle nuove regole con il proprio modello di business:

Non si tratta solo di una multa; il fatto che la Commissione ci costringa a cambiare il nostro modello di business equivale, di fatto, a imporre a Meta un dazio da miliardi di dollari», ha affermato Joel Kaplan, vicepresidente per le politiche pubbliche.

Le due aziende rivendicano di aver fatto sforzi concreti per adeguarsi alla normativa europea e denunciano l’incertezza generata da interpretazioni sempre più estensive del DMA.