Pensioni anticipate meno convenienti per le donne, gli importi

Nonostante le promesse di maggiore flessibilità, il Governo ha ridotto le possibilità di andare in pensione in anticipo e i risultati iniziano a essere evidenti

Apr 23, 2025 - 14:20
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Pensioni anticipate meno convenienti per le donne, gli importi

L’Inps ha diffuso i dati sulle pensioni concesse nei primi tre mesi del 2025. Dal rapporto dell’Istituto sono emerse due tendenze principali, una riguardante le pensioni anticipate e l’altra la differenza di importi tra gli assegni degli uomini e quelli delle donne.

Andare in pensione prima dei 67 anni di età in Italia sta diventando sempre più difficile. Il Governo ha rimosso o limitato buona parte delle misure di flessibilità e non ha modificato la legge Fornero, di conseguenza si sta verificando un calo delle persone che riescono a ottenere la pensione anticipata. Continua poi l’aumento del divario tra pensioni degli uomini e delle donne.

Le pensioni anticipate sono sempre di meno

Continuano a calare le pensioni anticipate che l’Inps concede ogni trimestre. Tra gennaio e marzo del 2025, sono state 54mila, in calo del 23% rispetto alle oltre 70mila dello stesso periodo del 2024. Si tratta di una conseguenza della riduzione del numero delle opzioni di flessibilità a disposizione, come Quota 100, Opzione Donna e Ape Sociale.

Oltre 26mila pensioni anticipate sono state elargite ai lavoratori del settore privato. In questa categoria la riduzione è leggermente più limitata, ma comunque significativa: -19% rispetto al 2024. Compensa il calo di oltre un terzo delle pensioni anticipate pubbliche, crollate di quasi il 34% a poco più di 8mila.

In linea generale, l’Inps ha liquidato 194.582 pensioni con decorrenza al primo trimestre del 2025. L’importo medio è stato di 1.237euro, in lieve crescita rispetto ai 1.229 euro del 2024. Questi assegni non fanno riferimento soltanto alle pensioni lavorative, ma anche ad altre forme di previdenza sociale che spesso possono essere cumulate.

Perché il Governo sta rimuovendo le opzioni di flessibilità

Durante la campagna elettorale, i partiti della maggioranza di Governo avevano molto puntato su una riforma del sistema pensionistico in senso espansivo. In particolare la Lega aveva promesso di “superare la Fornero“, un obiettivo che il partito di Matteo Salvini si è posto nelle ultime legislature ma che non è mai riuscito a raggiungere nonostante diversi anni passati al governo del Paese.

La ragione per cui la legge sulla previdenza sociale non è stata riformata è la necessità di migliorare i conti dello Stato. In particolare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è fatto interprete di un rigore di bilancio che ha recentemente permesso al Paese di tornare in avanzo primario per la prima volta dopo la pandemia da Covid-19 e di ottenere un miglioramento del rating sul proprio debito.

Per ottenere questi obiettivi sono state sacrificate anche le tre principali opzioni che permettevano di andare in pensione in anticipo. Le “Quote” (100, 101, 102, 103), Opzione Donna, che è stata molto limitata nella platea che può avervi accesso, e Ape Sociale.

Le donne prendono 450 euro di pensione in meno degli uomini

Un altro dato sottolineato dal rapporto dell’Inps è la differenza sempre più grande tra le pensioni degli uomini e quelle delle donne. Un lavoratore maschio andato in pensione tra gennaio e marzo del 2025 ha preso in media un assegno da 1.486 euro. Una lavoratrice invece si è fermata a 1.011 euro, in calo rispetto ai 1.033 del 2024.

La differenza tra i generi ha superato i 450 euro al mese, quasi il 32%. Le cause di questo gap sono la legge sulla previdenza sociale e la riforma in senso contributivo del calcolo dell’assegno. Queste norme puniscono le carriere discontinue, più diffuse nella parte femminile della forza lavoro italiana.