Intel: dal nuovo Ceo una cura lacrime e sangue
Lip-Bu Tam, nominato a marzo, si appresta a licenziare il 20% dei dipendenti. Il piano potrebbe essere comunicato giovedì 24 aprile con i risultati del primo trimestre. Si allontana l’idea di una partnership produttiva in Usa con Tsmc.

La cura per Intel messa a punto dal nuovo Ceo Lip-Bu Tan sta per essere annunciata e sarà dolorosa. Secondo un’indiscrezione riportata da Bloomberg, questa settimana la società renderà noto un piano per tagliare più del 20% dei dipendenti. Il piano mira a snellire la gestione, ridurre la burocrazia interna, e ha l’obiettivo ambizioso di ricostruire una cultura orientata all'ingegneria.
La notizia, per ora non commentata da Intel, ha effetti positivi sulle quotazioni azionarie, con il titolo Intel che nel pre-market è scambiato a 20,45 dollari, in rialzo del 4,8% sulla chiusura di martedì sera. Nella seduta ufficiale il titolo aveva guadagnato il 3,5%.
Nominato nello scorso mese di marzo, Lip-Bu Tan è un manager di 65 anni, malese di nascita, con un master in ingegneria al Mit di Boston e 40 anni di esperienza nell’industria americana dei semiconduttori. Il suo compito è risollevare le sorti di Intel, dopo che quello che è stato per decenni il primo produttore mondiale di chip ha perso il suo vantaggio tecnologico, surclassato da Nvidia e dai suoi processori grafici che oggi sono l’elemento portante delle applicazioni di intelligenza artificiale.
Dopo avere tagliato negli ultimi mesi 15.000 posti di lavoro, alla fine del 2024 Intel contava complessivamente 108.900 dipendenti.
Il mese scorso, in occasione della conferenza Intel Vision, Tan ha dichiarato che Intel deve rimpiazzare i talenti ingegneristici che ha perso, migliorare il proprio bilancio e adattare meglio i processi produttivi alle esigenze dei potenziali clienti.
Tan si è impegnato a scorporare le attività di Intel che non sono centrali per la sua missione e intende creare nuovo prodotti. La scorsa settimana l'azienda ha accettato di vendere il 51% della sua unità di chip programmabili Altera a Silver Lake Management, un passo avanti verso questo obiettivo.
Giovedì 24 aprile Intel presenterà i risultati del primo trimestre. Per Tan sarà l’occasione di illustrare ad analisti e investitori la sua strategia. Intel ha alle spalle tre anni di calo dei ricavi e il 2024 si è chiuso con una maxi-perdita di 18,7 miliardi di dollari su ricavi pari a 53,1 miliardi. Per il 2025 il consensus degli analisti prevede ricavi pressoché invariati a 53,3 miliardi e una perdita ridotta a 1,3 miliardi.
Lip-Bu Tan è stato nominato Ceo dopo l'estromissione, lo scorso anno, di Pat Gelsinger, che non è riuscito a realizzare il suo piano di rilancio di Intel, basato sull’ampliamento della capacità produttiva dell’azienda che nella sua visione si sarebbe dovuto trasformare in un produttore di chip su ordinazione di terze parti.
Intel ha ora rinviato gran parte dei suoi sforzi di espansione, compresi i piani per due nuovi stabilimenti in Ohio che, secondo i programmi, sarebbe dovuto diventare il più grande hub di produzione di chip al mondo. Intel era anche destinata a essere il maggior beneficiario dei fondi pubblici stanziati dal Chips Act lanciato nel 2022 dall’amministrazione Biden, ma questo programma è ora a forte rischio sotto il presidente Donald Trump.
Al momento sembra allontanarsi anche l’idea di una partnership produttiva con Tsmc (Taiwan Semiconductor Manufacturing) di cui si era molto parlato nei mesi scorsi. Il Ceo di Tsmc, C. C. Wei, ha dichiarato la scorsa settimana che l'azienda taiwanese rimarrà concentrata sulle proprie attività.
Tan, nella sua prima apparizione pubblica come Ceo il mese scorso, ha detto che la svolta richiederà tempo e non sarà facile. “Non succederà da un giorno all'altro”, ha detto. “Ma so che possiamo farcela”.
Negli ultimi 12 mesi le azioni Intel sono scese del 43%. Gli analisti sono decisamente prudenti nei confronti della società: su 44 esperti che coprono il titolo, 39 hanno una raccomandazione neutrale. La media dei target price è 22 dollari.